giovedì 28 marzo 2013

Al volo


(Si, ho un debole per quegli oggetti volanti lì...!)

Primavera

Un po' in ritardo... la primavera! :D
 

lunedì 25 marzo 2013

CITAZIONE MUSICALE n°51

"I can't live
With or without you
And you give yourself away
And you give yourself away..."

[U2 - With or without you]

(Appunto!)

CITAZIONE LETTERARIA n°51

"Si può amare tutto, ma non bisogna dare il cuore a una cosa sola per non esserne consumati."
 
[Michail Kuzmin - Vania - e/o edizioni]
 
(Saggia regola di vita!)
 
 

'Graffiti on the train'

La voce è sempre la sua, inconfondibile, ma il tono è un po' diverso: più pacato e più dolcemente triste.
Ricorda molto l'album solista di Kelly Jones, ma 'Graffiti on the train' è indubbiamente un album degli Stereophonics, per ambientazione e suono.
Stereophonics 'cesciuti' forse, più maturi senz'altro, dove 'maturità' sta per suoni più caldi e coinvolgenti, estesi all'intera composizione, all'interno della quale non manca la potenza graffiante che li contraddistingue, ma questa risulta come avvolta da una nebbia tiepida che dilata e scioglie l'animo, più che fornirgli una corazza.
Mi piacciono gli Stereophonics di questo momento, mi piace l'uniformità di 'Graffiti on the train', e sono sicura che, già emozionante in un ascolto 'intimo', dal vivo si trasformi in un'esperienza indimenticabile.

'Exile'

Hurts, Exile.
Il primo amore non si scorda, nè si rinnega, mai, ma il secondo disco degli Hurts riesce a farti venire il dubbio se abbia superato il primo, se possa essere più bello.
E la risposta, per quanto la domanda possa essere sciocca, è si.
Perchè questo è indubbiamente nato da quello, frutto di un'evoluzione che non rinnega le origini.
Exile ha il suono armonioso e ben calibrato che è da sempre la firma degli Hurts, ma questo suono si è adesso sciolto, fluidificato, complicato e semplificato allo stesso tempo, per portare la danza, aggraziata ed elegante, delle note e della voce, dalla palestra al teatro.

'The next day'

David Bowie, The next day.
Più che un 'next day' mi sembra un ritorno al passato, al David Bowie di sempre, quello dal suono inconfondibile ed eterno. Voce ricca di consapevolezza a parte.
Non è un caso, allora, -e non potrebe esserlo- l'uso della copertina di 'Heroes', coperta dal nuovo titolo e dalle nuove tracce.
Due fogli quadrati, bianchi, ma l'immagine richiamata alla mente è quella dello strillone che pubblicizzava i giornali all'inizio del secolo scorso. E forse è pure il bianco e nero nostalgico, anche se patinato, che da questa impressione.
Ma, del resto, le note, a volte ritmate e briose, a volte pacate e dolcissime, creano un'atmosfera spensieratamente retrò, anche se con suoni decisamente moderni.
Un disco fluido ed uniforme, che scivola nelle orecchie a voce bassa come a voce alta, senza stancare, veloce e gradevole.
Per ballare e contemplare.

Barbablù

Un'offerta miracolosa: una stanza, quasi un appartamento, affittabile ad un prezzo irrisorio.
E Saturnine, belga a Parigi per lavoro, ospite di un'amica, ci prova, e, nonostante la fila di pretendenti -tutte donne, tutte conscie di poter essere l'ennesima coinquilina in procinto di sparire- viene scelta dal nobile e cattolico spagnolo don Elemirio, padrone di casa che non ne esce più -anche la messa arriva a lui privatamente- come convivente affittuaria.
E se 'la cucina è un'arte e un potere', è una crema a base di tuorlo d'uovo, servita in una tazzina d'oro massiccio -'il colore stesso della luce, modulato dal più opaco al più brillante'- a far scattare la scintilla fra i due.
Una scintilla che ignora il buio della camera oscura, unica stanza dove a Saturnine non è permesso entrare.
Luogo che, nelle chiacchiere con l'amica, così come in quelle con don Elemirio, si rivela essere causa della sparizione e prigione eterna delle otto precedenti donne vissute nella casa.
Ma il giallo è il colore della luce, e nello spettro completo che comprende la totalità e l'assenza dei colori, corrisponde a Saturnine.
Niente di più facile, allora, che rischiarare il buio della stanza proibita, ma, come profeticamente dichiarato, per non essere infastidita, a una delle affittuarie rivali -'Vengo dal Kazakistan. Sa i cosacchi, i guerrieri più feroci del mondo. Appena qualcosa ci infastidisce...'- qualcosa infastidisce la ragazza...
Il giallo è pur sempre il colore dell'oro!
Geniale come al solito, anzi di più, Amélie Nothomb, col suo Barbablù [Voland edizioni], ci guida in una storia dove tutto è ovvio e non lo è, dove il sogno è realtà e la realtà colore. Dove l'amore è segreto e la sua rivelazione morte.
Da leggere nove volte.
Con una luce sempre diversa.

domenica 17 marzo 2013

Mi è rimasto solo internet?

Spero vivamente di no!
Perchè i libri mi piace sfogliarli, prima di comprarli, e fare tic-tic sulla copertina dei dischi aiuta la scelta!
Certo, devo ammettere che trovare il pacco giù in portineria dà esaltazione, ma non mi piace esserci costretta.
Il fatto è che, nei negozi, in alcuni negozi, a me piace andare. Mi diverto, tutto qui.
E così Fonoteca s'è dovuta prendere la nuova 'lista bianca' dei dischi in uscita.
E fin da subito me ne ha fatti avere tre su cinque...  :) :) :)
Sono soddisfazioni anche queste! :D :D :D
 
[Per la 'lista nera', però, c'è solo internet, lo so! ;) ;) ;) ]

Educazione Siberiana -the movie-

In uscita il 28 febbraio, sono andata a vederlo il 4 marzo, un lunedì, nel primo pomeriggio, a sala praticamente vuota.
Io e il film, allora.
Che dalla prima scena comincia a farti ricordare. E a capire.
Che la storia che stai vedendo non è esattamente quella di cui hai letto, ma non è neanche un'altra.
E' parte della stessa, un aspetto, un dettaglio corposo, che non nega il tuo ricordo ma lo focalizza in una determinata maniera.
Educazione Siberiana -il libro- racconta il complesso intreccio di storie che si fondono con quella del protagonista, che la, seppur potente, brevità dell'immagine potrebbe non riuscire a far cogliere nell'interezza. Giusto quindi, tirarne fuori una, che, cinematograficamente organizzata, ma non sminuita, racconti una comunità, un periodo storico, una storia.
Una storia che, chi ha letto il libro riconosce come filtrata da una maglia molto stretta, ma i cui elementi sono coerentemente tratti dal mondo a cui essa appartiene.
Ottima la scelta degli interpreti dei personaggi.
Il 'semplice' è più difficile da rappresentare, ma dà la misura della bravura, dell'impegno, della professionalità.
E Educazione Siberiana -the movie-, si rivela, a visione ultimata, un gradevolissimo, piccolo gioiello.

venerdì 8 marzo 2013

:)

   aMo               
      Immaginare
     Mondi         
     Ormai          
     Senza          
   cAtene           

(piccolo peccato di vanità creativa)