mercoledì 31 dicembre 2014

Neve

La nevicata del 2014!
 
 

 


venerdì 19 dicembre 2014

°O°


CITAZIONE MUSICALE n°72

"It's a long way down,
you know it's a long way down,
feels like a long way down,
love feels a long way down..."

[Tom Odell - Long way down]

(L'amore è un posto come un altro.)

CITAZIONE LETTERARIA n°72

"E' come chi crede di essere felice andando a vivere da qualche altra parte, ma poi impara che non è così che funziona. Ovunque tu vada, porti te stesso con te."
 
[Neil Gaiman - Il cimitero senza lapidi - Mondadori]
 
(Eppure la gente se lo scorda! Mah!)
 
 

Incubo

E' il non poter respirare che mi provoca una sorta di claustrofobia durante il sonno, che mi fa venire gli incubi, i quali, di solito, un certo legame con la situazione ce l'hanno.
Di solito.
Qual'è questo legame, nel caso di una serie di angeli, con tanto di ali e tuniche bianche abbinate, legati da catene, spalle al muro, ad una certa altezza da terra attorno ad un edificio cubico, e tutti col bisogno contemporaneo di far la pipì, azione per cui dovevano aprire uno per uno i lucchetti che tenevano legate le catene, proprio non lo so!

venerdì 12 dicembre 2014

'Il principe del popolo'

Non bisogna essere necessariamente vampiri, per essere acclamati 'principe'.
C'è anche un consigliere circoscrizionale di Amsterdam che viene riconosciuto dalla gente del quartiere Bijlmer come 'il principe del popolo'.
E Luuk de Boer, consapevole padrone di questo titolo, avendo a cuore il destino di ogni suo suddito, lo utilizza senza scrupolo e senza risparmiarsi, per il bene di ciascuno di essi.
Soprattutto se sono adolescenti che devono imparare a tirarsi fuori dalle difficoltà del mondo, in un ambiente non precisamente idilliaco.
Così la vita di Luuk si mescola, in certi casi in maniera profonda, con quella di altre persone.
Seduttore a volte inconsapevole, di corpi oltre che di menti, alla ricerca della definizione della propria sessualità, il giovane uomo si trova ad essere oggetto delle appassionate attenzioni di Mihran Serafian, un ragazzo che potrebbe fare della musica lo strumento per decidere della sua vita e Maarten Vink, l'agente di polizia coetaneo, a cui Luuk ricorre per proteggere Mihran dal coinvolgimento nelle azioni nefaste della gang a cui appartiene.
'Il  principe del popolo', Elia Pepperkamp, edizioni Syncro High School, si legge tutto d'un fiato, godendosi la storia, articolata e curata nelle situazioni e nei dettagli così come nei personaggi, che risultano vividi e teneramente reali, e la scrittura fluida e carezzevole che trasporta senza mai stancare.

'Il Principe Lestat'

Anne Rice, per la mia prima volta in edizione Longanesi.
E sì che ho fatto conoscenza con Lestat de Lioncourt tanti tanti ani fa, proprio accompagnando E. alla libreria che non c'è più [Guida a Port'Alba], a comprare uno dei primi tre libri della serie [probabilmente 'La regina dei dannati'] proprio in questa edizione!
C'è voluto tempo, però, perché cominciassi a leggere anch'io [dopo la lettura, in un certo contesto di una scena di 'Intervista col vampiro' da parte di A.M.] della più bella saga di vampiri mai realizzata, ma, da quel momento in poi, da dopo quell'ipnotico, ammaliante, seducente '"Capisco..." ', non ho perso una sola pagina.
(E ho trovato una scrittrice che amo anche per le storie che non sono legate ai vampiri e alle streghe di Mayfair!)
Dieci anni senza Lestat sono stati duri (il mio 'Blood Canticle' della Arrow Books è datato 2003!), così le 550 pagine de 'Il Principe Lestat ' ho cercato di farle durare il più a lungo possibile, leggendo un capitolo alla volta e fermandomi. Rileggendo qualche passo. Sbirciando -brutta abitudine presa da E.- non solo l'ultimo capitolo, ma, data la situazione, anche quello prima! Fino intorno alla quattrocentosessantesima pagina. Da lì in poi non ho resistito più e le restanti le ho lette tutte di seguito!
Lestat, principe lo è sempre stato, non di nascita, ma di acclamazione, magari non sempre con un'accezione benevola, ma il titolo gli è sempre spettato, e ora più che mai.
Con la maiuscola.
Però 'Il Principe Lestat ' è una storia corale, quasi un ritratto di famiglia, dove i protagonisti sono tutti i vampiri della saga, anche quelli 'dimenticati', perché i vampiri sono 'una razza', 'una tribù' come dice Benji Mamhoud, uniti non solo dal sangue che scorre in loro, ma da sentimenti più alti, reciproci, indissolubili.
Anche quando il sangue si ribella.
Perché il sangue vampirico è qualcosa di più, e ha un nome: Amel.
E Amel, come tutto al mondo, si evolve, e patisce l'immobilità.
In quest'ottica di 'evoluzione', la risposta ai problemi che si vengono a creare è una sola: Lestat.
Non potrebbe essere diversamente, perché il Principe, l'unico, dei Vampiri, è lui.
Sarà stato giusto, però, condannare il suo desiderio di isolamento, praticamente la sua libertà, per il benessere di tutti gli altri?
Se tutti gli altri diverranno davvero la sua corte, si.
Perché una nuova era dei vampiri è appena cominciata.
Se quel che è successo ha avuto il potere di cambiare Louis, si.
Perché Louis, per Lestat è sempre importante.
(sigh!)

Similarità di sentimenti

E' quella cosa che ti spinge a dire : "Si, provo la stessa cosa. Se non adesso, in un'altra occasione, ma per lo stesso motivo!".
E a capire che avere qualcosa in comune con qualcun altro, anche se non lo si conosce e magari non ci sarà altro da condividere, non è così difficile.
Neanche così spiacevole! :)

lunedì 8 dicembre 2014

Perla medica

"... e quindi per l'erpes sensoriale, mi hanno dato..."
 
Me lo sono chiesto davvero se esistesse!
Internet mi dice che in caso di herpes oftalmico, il virus può rimanere latente in qualche ganglio sensoriale... e che l'herpes possa colpire l'orecchio e quindi il nervo che passa di lì lo sapevo...
Credo però di poter inserire questa frase colta al volo stamattina per strada, senza grossi problemi di commettere un errore, nel cestino delle 'perle'!

mercoledì 3 dicembre 2014

Neri nella notte

Li ho visti ieri sera, dal filobus, tornando a casa dopo il corso di lingua russa.
Erano lì, dietro il cancello della villa che ospita la biblioteca comunale: i passi elastici e pesanti sull'asfalto così come nel terreno delle aiuole, nonostante la pioggia; le sagome che si delineavano lisce nella luce alta e brumosa dei lampioni stradali.
Ero al sicuro -indubbiamente- e lo sapevo, però quella greve sensazione di disagio, di paura, pure solo nel guardare da lontano quei cani, mi attanagliava il cuore e il cervello.
Come sempre.
Certe cose mi terrorizzano.
E non posso farci niente.

martedì 2 dicembre 2014

'Forever' and much more

"No, no, Z., i Queen non li compro!", ho detto a Z. appunto, quando ho preso 'Lullaby and... The Ceaseless roar' di Robert Plant', ma, passate alcune settimane, e, senza farlo apposta mentre lui era assente, 'Forever' l'ho comprato (e pure nell'edizione con due dischi!).
Perchè i Queen sono i Queen.
Perchè i Queen sono Freddie Mercury.
Lo so, ci sono anche gli altri tre, anzi solo loro, adesso, e questo adesso è praticamente lungo quanto quasi la storia della band, ma in effetti è la presenza, allo stesso modo dell'assenza, di Freddie Mercury a determinare l'esistenza dei Queen.
Una personalità e una voce che non possono lasciare indifferenti.
Nell'odio così come nell'amore.
E se io sono sempre stata del secondo partito e mi sono trovata in compagnia di persone con cui mai avrei immaginato di dividere questo sentimento, ho pure incontrato gente del primo.
[E, in tutta onestà, ho sempre pensato che non capissero niente, ma i gusti altrui vanno rispettati.]
'Forever' è una bella raccolta, suona le corde del cuore, e, come sempre, non devo pensare a lui, al fatto che esiste al mondo solo in forma di voce che canta, ma invece lasciarmi andare, lasciare che  mi trasporti in quel turbine di sentimenti sotto forma di note che sono le canzoni dei Queen.
Sì, dei Queen, perchè è pur innegabilmente vero che che Freddie Mercury era, è, i Queen.
E' il legame di tutte le band immortali, e, mai come in questo caso, un legame che va al di là della morte.
Non mi emoziona particolarmente il duetto con Micheal Jackson, a cui, pure, per altri versi, sono un po' legata, mi emoziona molto di più riascoltare, in un ordine diverso, canzoni che ho, che conosco a memoria, che vibrano nell'aria come se il tempo si fosse fermato, che riescono sempre, in qualsiasi momento, a farmi piangere, a farmi sognare.
Non li riascolto spesso, i Queen, ma era passato troppo tempo dall'ultima volta, e il bisogno di riassaporare il gusto dolcissimo e salato delle sensazioni che mi provocano era forte.
Così ho ceduto.
E non me ne pento.
Non importa se ogni tanto devo asciugarmi le lacrime a cui non riesco ad impedire di venir giù.