lunedì 27 giugno 2016

Rifletti prima di parlare

"Non basta chiedere scusa. Non devi farlo più!".
Tutti ce lo siamo sentiti dire, da piccoli.
E le due cose sono conseguenziali perché l'una non ha valore senza l'altra.
Sarebbe opportuno ricordarcelo anche da grandi.
Tutti.

Scomparsa

Devo ammettere che il gusto degli importunatori notturni automuniti è migliorato notevolmente, se vanno in giro facendo rimbombare a pieno volume Whitney Houston.
Quello che però mi sconcerta, è la fine che possa aver fatto l'elleppi 'Whitney', ricevuto in regalo all'epoca della sua uscita -o appena poco dopo- e tornatomi in mente proprio grazie agli importunatori.
L'ho cercato dappertutto, ma non riesco a trovarlo!
(Certo non l'hanno preso quelli, ma neanche può essersene andato in giro da solo! Mah!)

Nemici del sonno altrui

E' vero, per me la notte non è fatta per dormire.
(Città di notte l'ho letto - appunto - di notte, ma, nota bene, non era ancora estate!)
Per questa attività, piacevole e indispensabile, prediligo le prime ore del mattino e le prime ore del pomeriggio, anche se il mondo non è d'accordo e mi tocca 'ufficialmente' dormire di notte.
Il mondo, però è anche rumoroso. E di notte non smette di esserlo.
Così succede che nelle 'mie' ore di sonno riesco ad isolare parzialmente il cervello dall'esterno, ma in quelle in cui il sonno mi viene imposto no, e, non c'è sogno che tenga, il minimo rumore mi sveglia.
Da qualche  giorno è estate, e purtroppo il caldo si fa sentire.
Da tutti, lo capisco.
Quello che, invece, proprio non comprendo, è perché certa gente debba dover mettersi a parlare ad alta voce fuori al balcone da dopo la mezzanotte fino al sorgere del sole!

'Città di notte'

'Città di notte' - John Rechy, Tropea.
 
 Che cosa spinge un giovane a voler conoscere se stesso, gli uomini, l'America, attraverso la vita notturna delle città, attraverso 'il sesso di una notte e fumo di sigarette e stanze allagate dalla solitudine', attraverso un viaggio da una costa all'altra del Paese, inteso come 'un'unica vasta città di notte', fatto per conoscere e poi ricordare 'le vite  vissute oscuramente in essa'?
'Leggevo molti libri, vedevo molti, molti film.
Osservavo gli altri vivere, solo attraverso una finestra.'.
E' forse in queste frasi la risposta.
Non è un isolamento fisico dagli altri, ma 'intimo', e il passare dall'altro lato del vetro implica unirsi agli altri, in modo fisico e intimo, attraverso un contatto dei corpi che non riesce, però, a far sparire la solitudine, la quale, invece, si fortifica come una corazza protettiva, attorno ad ognuno.
La solitudine diventa, quindi, la nuova finestra attraverso cui guardare fuori e partecipare alla vita degli altri.
Nato come una lettera ad un amico, una volta tornato a casa, in Texas, 'Città di notte' riporta le esperienze dell'autore a New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago, e il carnevale a New Orleans, che segna la svolta nella sua vita, alternando capitoli di considerazioni e fatti più generali (Città di notte), a storie, più particolareggiate, di 'personaggi' incontrati nel mondo della strada a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso.

CITAZIONE MUSICALE n°90

"And they'll come true, impossible not to do
 Impossible not to do..."
 
[The Cramberries - Dreams ]
 
(But you've to believe in it.)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°90

"Devi solo crederci e lasciar correre, e avrai tutte le conferme di cui hai bisogno..."
 
[Armistead Maupin - Una voce nella notte - Rizzoli]
 
(Ma devi pure volerle, queste conferme, e devi volerci credere.)
 
 

martedì 21 giugno 2016

Sweet number

Sì, credo proprio che, nonostante li abbia 'conosciuti' tardi, gli H.I.M. siano tra le mie band preferite.
Non esiste una classifica, ma loro sono molto molto molto in alto.
Il loro album di debutto è stato, nel 1997 'Greatest Love Songs Vol. 666', al cui interno c'è il singolo 'Your Sweet 666'.
Questo è il post n°666... quale migliore dedica?
 
 
 

a-ha

Ho aspettato un po' a comprarlo. Lo ammetto: ero dubbiosa, perché i 'live' hanno il fascino del concerto vissuto, e poche volte, se non sono stati tali, riescono a darmi emozioni.
E neanche l'ho ascoltato subito, ma quando l'ho fatto mi sono dovuta pentire delle mie incertezze: 'Hits South America' degli a-ha, registrato live a Porto Alegre, Brasile, nel 1991, è un piccolo capolavoro.
Un lp di soli cinque pezzi: 'The blood that moves the body', 'Manhattan skyline , 'You are the one', sul primo lato; 'Stay on these roads', 'Hunting high and low' sul secondo.
Una scelta di pezzi accomunati dalla facoltà di riassumere, potentemente, fascino e bellezza di una band praticamente immortale.

lunedì 20 giugno 2016

Al passo

Improvvisamente, alla stazione, mentre mi sposto da un negozio all'altro, sento una voce calda e sensuale, mormorarmi all'orecchio: "Scusami per ieri sera... quando mi hai chiamato stavo dormendo.".
Sobbalzo mentalmente e mi rendo conto che, con tutto lo spazio a disposizione, il tipo ha scelto di parlare al cellulare, microfono e auricolare inseriti, proprio costeggiando il mio percorso e al ritmo del mio passo.
Magari è preso dalla situazione e non se ne è neanche accorto, ma prima di essere involontariamente messa al corrente delle sue situazioni, mi fermo e lo lascio andare.
Mi auguro solo stia parlando con un uomo.
(risata intenzionalmente maliziosa)

lunedì 13 giugno 2016

Degli scritti miei ed altrui

Con la matita in mano mi piace leggere solo quello che scrivo io.
Perché, finché una cosa non va in stampa, è sempre possibile migliorarla, e, su centinaia e centinaia di pagine, qualcosa può sempre scapparti da sotto gli occhi.
Poiché quello che scrivo non è un manuale di sopravvivenza (o forse sì, chi lo sa?) e io sono una perfetta sconosciuta per l'editoria e per il mondo che si mette in mostra in genere, mi ritrovo a valutare un certo numero di opere pubblicate da case editrici così dette 'minori' per trovare qualcosa di adatto, come settore, a quel che scrivo.
Non è un gran lavoro, perché, come lettrice, sono curiosa e ho esperienza. Tanta. Troppa, forse, per più di qualcuno.
Potrei farlo per lavoro: sia valutare i libri, che correggerli. E non è una contraddizione con la mia affermazione iniziale, che si riferisce, forse è bene chiarirlo, ad opere già pubblicate.
Revisioni di opere ho provato a farle per conoscenti, ma, a quanto pare, la presunzione affoga il buon senso.
Qualche volta, però il lavoro -lavoro fatto per simpatia, non per compenso, intendiamoci bene- è stato apprezzato. E pure se non so nulla di una presunta seconda edizione dell'opera, almeno l'autore si è reso conto di cosa non funzionava e, volendo, ha potuto porre rimedio.
Qualche altra volta a scrittori esordienti, le cui opere ho comprato in diverse fiere, ho dato il mio sincero parere e in linea di massima è stato apprezzato (anche quando c'erano critiche).
Ultimamente le mie rimostranze, perché in questo caso le connotazioni negative superavano abbondantemente quelle positive, le ho fatte al rappresentante di una casa editrice. E mi è dispiaciuto assai doverlo fare, perché è piccola e 'di settore'. Di un 'settore' che potrebbe interessarmi.
Ne ho sfogliato alcuni volumi e li ho sempre lasciati in libreria. Poi, un pomeriggio noioso, ne ho comprato uno. Quindi l'ho letto. E, tralasciando il valore del soggetto e di come viene esposto, ho trovato una serie di incongruenze e di errori che, in scarse cento pagine, non è possibile tollerare.
Mi è capitato, non troppo per caso, di parlarne con qualcuno, appunto, della casa editrice e ho fatto presente queste come altre cose (non tutte negative), ma l'invito a leggere altro - per quanto opere più vecchie- non mi ha dato la possibilità di ricredermi dalla impressione non lusinghiera che ho del tutto.
Ci ho provato anche con un libro, ben più corposo, appena uscito, e caldamente raccomandatomi da loro, ma neanche questo mi ha convinto abbastanza.
Se per i primi due non mi sono neanche preoccupata di far sapere che ne pensavo a chi poteva (forse) interessare, per il terzo ho un piccolo scrupolo, avendo detto all'autore che gli avrei fatto sapere cosa ne pensavo.
Un'altra volta, in una situazione simile, me la sono cavata con un paio di frasi generiche e non compromettenti, ma questa volta non posso e non so cosa fare, se darmi da fare ad elencare le cose che ho notato  ed esporgliele, o sperare ardentemente che l'autore si scordi di me e il caso non ci faccia più incontrare.
Il che non significa che il seguito dell'opera in questione non lo comprerò.
Significa che, data la delusione per questa casa editrice, per il momento la escludo dalla selezione delle possibili a cui mandare in visione quel che sto scrivendo.
Almeno fino a che essa non mi assicuri una certa, secondo i miei criteri, qualità.
Presunzione, la mia?
Credo di potermela permettere.

venerdì 10 giugno 2016

Bellissima n°2


"Non è il volo la cosa più stupefacente. Ho sempre pensato che il vero miracolo degli uccelli non fosse l'abilità nel volare, bensì il fatto che a volte toccassero anche terra."
 
[Helen Humphreys -Il canto del crepuscolo - Playground]
 
 
(Di solito non modifico i post, ma 'L'eleganza' era forse troppo poco, per quest'immagine.)

giovedì 2 giugno 2016