venerdì 30 gennaio 2015

Sempre per strada

Cammino per andare dove devo andare e lo vedo venirmi contro, occhi e mani al cellulare.
Ho un attimo di esitazione, lo ammetto.
Non mi va di scontrarmi con questo tipo, e allora, un passo qua, uno là, cercando di valutare la sua direzione.
Lui non devia di un grado, e allora proseguo da un lato.
Ma finiremo per passarci vicini come tanti, sul marciapiede.
Quando siamo praticamente a mezzo metro di distanza, però, la sua frase è peggio di uno scontro: "Si ferma?".
IO? Per far passare te che continui a giocherellare lì sopra? Non pensarci nemmeno!
Non so cos'altro abbia detto o fatto.
Ho continuato il mio percorso calcolato per non sfiorarlo neanche e pace a lui!

giovedì 29 gennaio 2015

CITAZIONE MUSICALE N°73

"I don't care where or when
but when you've kissed me
kiss me all over again..."

[Morrissey - Kiss me a lot]

(Il momento sublime)

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CITAZIONE LETTERARIA n°73

"... l'alba ... Allora era il momento di abbracciarsi più stretti, iniziare a toccarsi nel dormiveglia."
 
[M. Mancassola - La vita erotica dei superuomini - Rizzoli]
 
(Il momemto magico)
 
 
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tre

Ufficialmente, a penna, (ma a parte questa trentina di pagine il resto è già in forma digitale) il terzo volume della saga adesso è completo!
Da più tardi si comincia a scrivere: [4,1] .

venerdì 23 gennaio 2015

Un caso

Faccio altro e su You Tube scorrono le immagini di un video degli Hurts: 'Devotion'.
Amo gli Hurts, ma di video ne conosco pochi, in quanto compro i cd e, come dicevo, You Tube lo tengo per compagnia, o per scoprire cose nuove.
La prima scena è spiazzante, ma ha quel tocco un po' lugubre, un po' fatalista che ho trovato in altre rappresentazioni visive delle loro canzoni. Vado avanti, distratta, poi qualcosa colpisce la mia attenzione, e non è il viso dell' attore che pure... insomma si, seguo da parecchio, anche se non assiduamente. Addirittura non lo riconosco!
Però scatta lo stesso suo colpo di fulmine per le labbra dell'altro -adesso lo capisco- attore.
E allora devo vederci chiaro e rimetto il video. E ancora lo faccio, mentre qualche rotellina comincia a girare, nel cervello.
Scopro così, nei commenti, che sono le immagini del film 'A single man'.
'Un uomo solo', Christopher Isherwood.
Non me lo ricordo quanto tempo fa l'ho letto. Mi ricordo che mi ha commosso, ma non ricordo se tanto da piangere.
So solo che il film non l'ho mai voluto vedere. Neanche poco tempo fa in televisione.
Perchè... perchè ogni film uccide un po' il libro, quando questo basta già a sè, da cui è tratto.
Adesso, però, so pure che, quando mai decidrò di tornare sulla mia decisione, di vederlo, dovrò farlo da sola.
Perchè non ci sarà fazzoletto bastevole a contenere lacrime e singhiozzi.

Dalla pagina al tram

Eccolo che sale e viene a mettersi proprio davanti a dove sono seduta io.
Cuffiette nelle orecchie, sorriso sulle labbra, la mano con cui si regge al sostegno verticale ha due anelli: uno, a fascia, al pollice e uno, con uno stemma, al medio.
Lo guardo bene e, sia pure più per l'abbigliamento che per il fisico, sicuramente un po' per i tratti del viso e un po' per l'espressione e l'atteggiamento, mi sembra di avere davanti, in carne e ossa, uno dei personaggi di Tom of Finland!
Una risata si fa allora strada nel mio animo e  mi sale, trasformandosi però in un sorriso, alle labbra.
Lui, preso da sé, sembra non accorgersene.
Dopo qualche fermata scende, lasciandomi fra il buonumore e la delusione, che diventano divertita sorpresa quando, poco più avanti, lo ritrovo seduto sul tram semivuoto.
Sto di nuovo per scoppiargli a ridere in faccia.
Una faccia su cui il sorriso perso sotto le cuffiette sembra essere stato disegnato davvero da quella mano lì!
Mi salva il cellulare finalmente connesso e continuo a guardarlo, il più discretamente possibile e ostentando finta indifferenza, finché non scende nei pressi dell'università.
Lo zainetto mimetizzato che ne guastava un po' l'immagine, aveva quindi una sua ragione di essere indossato: la creatura è tridimensionale e studia! Chissà cosa!?

sabato 17 gennaio 2015

Perla straniera

Questa l'ho capita solo stamattina!
Ieri pomeriggio, dopo aver fatto altri servizi, dato l'orario, ho pensato di passare in libreria prima di andare in fumetteria. Non sono lontanissimi i due negozi, e, anche se ero a un passo dal secondo, calcolando la perdita di tempo in ognuno dei due avevo deciso di visitare prima il primo.
Da dov'ero, la strada migliore era passare per la piazzetta e salire da dietro, e, nell'attravesarla, ho notato che l'ingresso della chiesa, lì sulle scale era aperto e illuminato.
"Vuoi vedere che è la volta buona che ci posso entrare?", mi sono detta, visto che il complesso monumentale di Santa Maria la Nova è sede di diverse cose e non sempre tutte visitabili.
Così trovando uno dei cancelli alle scale aperto ma accostato, e vedendo tre persone sul pianerottolo a terrazzina ho chiesto loro: "Si può entrare?".
Uno/a ha chiamato un altro e ho ripetuto a questo la domanda.
"Alle sei e mezza.", mi ha risposto.
Ho fatto un cenno di assenso, e riflettendo su quale potesse essere la manifestazione in cui si apriva al pubblico la chiesa (sconsacrata), mi sono attardata un momento lì davanti. Sono sopraggiunte, allora, due signore, che qualche passo prima avevo sentito parlare, rendendomi così conto che non erano della zona, e che hanno chiesto a loro volta se potevano entrare a visitare la chiesa.
Il tipo, allora, risponde loro: "No. E' un convento. Un conventon privato.". Le due signore hanno borbottato qualcosa sull'apertura e sulla 'privatizzarione' delle chiese e ci siamo allontanate insieme, poi loro hanno proseguito e io, cambiando idea riguardo alla libreria, sono andata verso la fumetteria.
Era finita lì. Perché io so che quello è, era, un convento, ed è privato. Ci ha fatto, nel chiostro grande, l'anno scorso, un convegno anche l'ordine a cui appartengo.
Stamattina, però, il cervello ha agito per conto suo senza rendermi partecipe del lavoro, e, improvvisamente mi ha fatto leggere dietro gli occhi la parola 'convention', convegno, appunto, in inglese.
E mi sono resa conto che era quello che il tipo voleva dire alle due signore!
Scambiando me, forse, per una degli 'attendant' (e meno male che non l'ha detto se no chissà cosa ne veniva fuori!) alla 'convention'!
Insomma, sapere che il complesso è davvero un convento privato, e il cambio del genere che in italiano attribuiamo a quella parola in inglese, mi avevano mandato fuori strada.
Il mio cervello, però, oltre alla possibilità di entrare, aveva immagazinato quella 'n' e, pure se la ' i' mancava, ha posizionato entrambe al posto giusto. Anche se con ritardo.

giovedì 15 gennaio 2015

Domande di strada

Mi sono resa conto che, soprattutto se sono sola, continuo, come quand'ero piccola, a camminare sul bordo del marciapiede, possibilmente senza calpestare le giunture fra lastra e lastra. Perché ha una forma, una trama, diversa da quella del marciapiede stesso e diversa da quella della sede stradale.
Vorrà dire qualcosa?
 
Per attraversare una certa strada, la sera, ho barattato le strisce pedonali dove la stessa si immette in un'altra, per quelle, poco più indietro, situate davanti ad un Hotel. Lì le auto, sebbene malvolentieri, si fermano opponendo meno resistenza a farlo.
Ci sarà un motivo, vero?

'Primavera da cani'

Con 'Primavera da cani' si completa la trilogia di Patrick Modiano per le edizioni Lantana.
L'aletta della quarta di copertina mi suggerisce autobiografica, e, sì, lo è: anche qui è lui che racconta in prima persona. Una prima persona, caratteristica del suo stile, che non esclude le voci degli altri,  che, nel raccontare, predilige, come è giusto che sia in questo caso, le forme verbali del ricordo.
Racconta l'incontro casuale col fotografo Jansen, incaricato da una rivista americana di un reportage sulla gioventù parigina. Incontro che sfocia in una strana collaborazione, quasi imposta al fotografo: la catalogazione delle sue foto.
E' in quest'operazione, che l'autore conosce, nei ritratti e nelle parole del fotografo, una donna che, a distanza di vent'anni scoprirà aver incontrato da bambino insieme alla madre.
Sempre il mondo di Modiano quindi, la Parigi di Modiano, che, descritta da lui, è già storia a sé, ma che è parte integrante di quel che racconta perché la storia vissuta appartiene alla città stessa.

venerdì 2 gennaio 2015

Annonuovo

E poichè sono finite le feste, e quindi le paranoie mie e altrui, accogliamo il 2015 con un'immagine molto particolare, che la mia recente amica finlandese ha definito, con piena ragione, 'Art of birds'!