Con 'Primavera da cani' si completa la trilogia di Patrick Modiano per le edizioni Lantana.
L'aletta della quarta di copertina mi suggerisce autobiografica, e, sì, lo è: anche qui è lui che racconta in prima persona. Una prima persona, caratteristica del suo stile, che non esclude le voci degli altri, che, nel raccontare, predilige, come è giusto che sia in questo caso, le forme verbali del ricordo.
Racconta l'incontro casuale col fotografo Jansen, incaricato da una rivista americana di un reportage sulla gioventù parigina. Incontro che sfocia in una strana collaborazione, quasi imposta al fotografo: la catalogazione delle sue foto.
E' in quest'operazione, che l'autore conosce, nei ritratti e nelle parole del fotografo, una donna che, a distanza di vent'anni scoprirà aver incontrato da bambino insieme alla madre.
Sempre il mondo di Modiano quindi, la Parigi di Modiano, che, descritta da lui, è già storia a sé, ma che è parte integrante di quel che racconta perché la storia vissuta appartiene alla città stessa.
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