lunedì 25 maggio 2020

mercoledì 20 maggio 2020

'Blue'

Kiriko Nananan  - Blue -  Showcase Dynit

Giappone, ultimo anno di una scuola superiore femminile: in un gruppo di amiche si inserisce, su invito esplicito di una di loro, Kayako, Masami, nota per essere stata sospesa, senza rendere pubblico il motivo, l'anno precedente.
Tra Kayako e Masami nasce un'amicizia, che, da parte della prima, diventa un sentimento più forte e preciso, che la seconda, quando questa le si dichiara, accetta con semplicità.
Il rapporto fra le due ragazze provoca indifferenza nell'amica del cuore di Masami, Nakano, e gelosia in quella di Kayako.
La stessa Kayako è gelosa di Nakano, perché questa conosce tutti i segreti di Masami.
Con le vacanze estive, Kayako e Masami si trovano a dover affrontare il passato di Masami, e poi, alla fine dell'anno scolastico, l'epilogo della loro storia.
Precisione e delicatezza nel mostrare, senza falsi pudori e reticenze, ma anche senza ostentazione, i sentimenti, è la caratteristica, il valore, di 'Blue'.
Le azioni, anche, vengono raccontate con tratti semplici ed essenziali, in maniera accurata ma mai imbarazzante.
Blue, colore in Giappone associato alla femminilità, è il colore del cielo, del mare, delle divise scolastiche, della giovinezza, come viene riportato nelle parole che fanno da prologo alla storia.
Ma Blue è anche il colore che racchiude al suo interno le tante sfumature che vanno dalla leggerezza con cui vengono trattati determinati argomenti, quali il passato di Masami, alla pesantezza degli stessi.
Blue è pure il colore della calma, dell'equilibrio, con cui le due protagoniste, pur se nella sua inevitabile tristezza, accettano la fine di un periodo della loro vita e l'inizio di un altro, con tutte le conseguenze che ciò avrà sul loro rapporto e sulla loro vita.

'Nella foresta'

Jean Hegland  - Nella foresta -  Fandango Playground

La foresta: il luogo più selvaggio e meno antropizzato in assoluto. Quello che il nostro immaginario associa, atavicamente, alla paura dell'ignoto, al pericolo.
Eppure, anch'essa è una realtà dell'ecosistema globale in cui viviamo. Neanche così sconosciuta, o inospitale, a patto, però, di seguire le sue regole, che, per forza di cose, sono diverse da quelle che siamo abituati a rispettare in altri ambienti a noi più familiari.
La foresta è l'habitat che si trova al di là del giardino, dell'orto, della rimessa, della lavanderia, che fanno parte dell'abitazione di Nell (sedici anni) e Eva (diciassette anni) e dei loro genitori Robert e Gloria, un insegnante lui, una ballerina classica, ritiratasi per un infortunio, lei.
La foresta è una costante nella vita delle due ragazze, che ci hanno giocato da piccole e ci tornano ogni volta che ne hanno voglia, più spesso Nell, intenta a preparare la sua ammissione a Harvard, meno spesso Eva, da quando si esercita per diventare ballerina classica.
Questo desiderio di Eva porterà le due sorelle ad un contatto più ravvicinato con la città, distante una trentina di chilometri, che non hanno mai frequentato, se non in compagnia dei genitori, avendo studiato, finora, entrambe a casa.
Ma anche qualcos'altro sta cambiando nelle loro vite, nelle vite di tutti: un qualcosa di indefinito sta trasformando il mondo, e le prime conseguenze, a cui seguiranno carestia e malattie, sono la mancanza di elettricità, di rete telefonica e connessione internet, quindi di carburante.
Nel frattempo, Gloria si ammala e muore. Più tardi, quando la situazione generale è ormai precipitata, in un incidente, muore anche Robert, e Nell e Eva rimangono sole, con la foresta come unica risorsa.
Dal mondo, però, si faranno vive persone: Eli, il giovane di cui Nell si è innamorata, e poi un uomo, che, trovata Eva sola in cortile, la violenta, lasciando le due ragazze con un figlio in arrivo e la minaccia di tornare.
Nell e Eva sono cresciute l'una per l'altra. Solo la danza è riuscita, in parte, a dividerle. Non ci riuscirà Eli, non ci riuscirà Burl, il figlio di Eva, che, facendo, invece, esasperare il conflitto creatosi a causa sua fra le due sorelle, le spingerà ad intraprendere una vita nuova in pieno accordo.
'Nella foresta' è una storia 'dura', ma, in ogni pagina del diario di Nell, c'è la positività della vita.
Anche quando la rabbia, lo sconforto, la paura, devono essere raccontati.
Ma, da raccontare, ci sono anche la quotidianeità, e l'amore.
Di Nell, per Eva e per Eli.
Quello per Eli, nato come istintiva reazione all'esclusione dalla vita giornaliera della sorella operata dalla danza, che maturerà col frequentarlo e con il non poterlo fare più, e che sboccerà nel loro reincontro, è forte, è bello, è puro ed è ricambiato.
Quello per Eva è complesso e speciale. E' anche, dei due, il più difficile da gestire, perché Eva lo contraccambia, ma, prima la danza, poi il figlio, si mettono in competizione con la sorella.
Presa da sé, e indubbiamente meno matura di Nell, Eva avrà bisogno di più tempo per accettare la realtà dei fatti e tutto quel che implica la nuova situazione.
La prosa di 'Nella foresta' è scorrevole e lineare, e, nonostante le pause temporali dovute alla forma di 'diario', la storia si segue nella sua interezza senza problemi o dubbi di sorta, passando dalla cronologia al ricordo con scioltezza e precisione.
E' vero, la causa dello sconvolgimento del mondo non viene fornita e analizzata nel dettaglio, ma, in fondo, essa non è importante: è solo il pretesto per narrare una realtà diversa.
Certo, il presupposto dell'isolamento in cui le ragazze sono nate, è un elemento forse molto più forte, e, di sicuro, condizionante, però, a ben guardare, anch'esso è un pretesto per far convergere l'attenzione su quello che è l'argomento della storia: il rapporto, simbiotico ma conflittuale, fra le due ragazze, il legame affettivo, di sangue, fra le sorelle, la relazione, di convivenza, di amore, di reciproco supporto, fra due donne.

Colori (3)

Lantana


Rosa

Violetta


Non lo so! 😄

giovedì 14 maggio 2020

Colori (2)


Colori

Buganvillea


Oleandro

Malva


Portulaca

giovedì 7 maggio 2020

considerazioni letterarie su un soggetto in incognito

   Premesse generali:
1) "Si dice il peccato, non il peccatore", è un detto che ha il suo perché, anche se, nella resa pratica, può stizzire per la possibilità di conoscere il fatto, ma non l'autore.
2) Quando un libro non mi piace, preferisco non parlarne. (Ma non è detto che, perché non ne recensisca qualcuno, questo non mi sia piaciuto. E' una questione diversa: certe volte ne ho voglia, certe altre no.)
3) Mi è capitato diverse volte, in un contesto 'social' di essere ripresa, a volte in maniera anche scorretta se non addirittura violenta, per avere esternato il mio parere su libri/film (a volte il soggetto è lo stesso) che per i più sono successi e culto e per me no. In questi casi ho imparato che è inutile stare a spiegare le ragioni del mio pensare, in quanto gli altri basano le loro su episodi del soggetto in questione e non sull'intero argomento o su come esso viene esposto, in parole e/o immagini.
   Premesse particolari:
1) Credo di non aver avuto mai in antipatia un personaggio quanto quello del romanzo che ho appena finito di leggere.
2) Come da premessa generale numero uno, non nominerò né il titolo, né l'autore, né la casa editrice: i gusti sono gusti, io non sono un critico letterario di professione, ma, soprattutto, mi dà fastidio non poter avere un confronto alla pari con chi ha opinioni diverse dalle mie al riguardo.
   Detto questo, passiamo ai fatti:
La storia è narrata per episodi che raccontano momenti della vita di questa persona, un uomo, da ragazzo, da giovane e da adulto.
L'ambientazione, nel primo episodio è italiana, negli altri est-americana (non posso dire troppo).
Il soggetto è la vita amorosa di questo uomo.
Il fatto in sé, le ambientazioni, la trama, hanno un certo senso e un certo disegno di insieme, ma io fatico a trovare un nesso logico, un'armonia, fra le parti. E' come se il primo episodio fosse un racconto finito, aggiustato per avere un continuo che, in definitiva è forzato. Ciò che è successo in Italia non lascia il segno né nel personaggio, né in quella che è la sua vita successiva, se non, nella giustificazione, da parte dell'autore, di fargli provare, in seguito, interesse amoroso per un altro uomo (che, per la cronaca, non si sa poi, oltre il suo capitolo, quale importanza, quale ruolo, rivesta nella vita del nostro). Non si comprendono i suoi sentimenti per le donne presenti nella sua vita affettiva e sessuale. Non si capiscono i ruoli di queste né i loro personaggi al di fuori di lui, ma anche in relazione a lui. Tutto sembra vacuo e apparente, ma il presupposto di partenza è che non lo sia. Dovrebbe essere una analisi delle mutazioni affettive di questo individuo, e invece si leggono alcuni episodi che, se non fosse per qualche nome, si farebbe fatica a legare l'uno con l'altro.
Si parla tanto, ma non ci sono dialoghi. Si fanno descrizioni di sentimenti, di pensieri, di idee, che lasciano perplessi per soggetto, età e situazioni. Da un uomo che si 'innamora' sia di maschi che di femmine ci si aspetterebbe, da parte di chi ne sta raccontando solo quello, un'analisi quanto meno indicativa dei suoi criteri di scelta, se non dei suoi sentimenti, o, quantomeno, di quel che gli fa provare una spinta, fosse pure di semplice attrazione, per ciascuno di essi. E invece ci si ritrova davanti questo o/e quella in un circolo vizioso che non è sentimento, non è erotismo, ma noia. Lui, però, il protagonista, non sembra annoiarsi. E non sembra avere il senso del tempo, al di fuori di un ritmo che regola una sua relazione, che, però, non si capisce come si inserisca, temporalmente appunto, nelle altre. Anche la conclusione è più confusa che ambigua. Chi rimane/continua a vedersi con chi? E soprattutto, perché?
Ecco, quest'ultimo interrogativo, 'Perché?' lo si potrebbe rivolgere all'opera nel suo insieme. O meglio: all'autore della stessa.
Magari una sua spiegazione -cosa che per principio ritengo ingiustificabile da chiedere, ma che qualche volta sorge come richiesta spontanea- chiarirebbe le mie perplessità.
Ne accetto anche, da chi può aver riconosciuto il libro in questione, ma esposte in maniera costruttiva e giustificata, senza partigianerie di sorta.