Premesse generali:
1) "Si dice il peccato, non il peccatore", è un detto che ha il suo perché, anche se, nella resa pratica, può stizzire per la possibilità di conoscere il fatto, ma non l'autore.
2) Quando un libro non mi piace, preferisco non parlarne. (Ma non è detto che, perché non ne recensisca qualcuno, questo non mi sia piaciuto. E' una questione diversa: certe volte ne ho voglia, certe altre no.)
3) Mi è capitato diverse volte, in un contesto 'social' di essere ripresa, a volte in maniera anche scorretta se non addirittura violenta, per avere esternato il mio parere su libri/film (a volte il soggetto è lo stesso) che per i più sono successi e culto e per me no. In questi casi ho imparato che è inutile stare a spiegare le ragioni del mio pensare, in quanto gli altri basano le loro su episodi del soggetto in questione e non sull'intero argomento o su come esso viene esposto, in parole e/o immagini.
Premesse particolari:
1) Credo di non aver avuto mai in antipatia un personaggio quanto quello del romanzo che ho appena finito di leggere.
2) Come da premessa generale numero uno, non nominerò né il titolo, né l'autore, né la casa editrice: i gusti sono gusti, io non sono un critico letterario di professione, ma, soprattutto, mi dà fastidio non poter avere un confronto alla pari con chi ha opinioni diverse dalle mie al riguardo.
Detto questo, passiamo ai fatti:
La storia è narrata per episodi che raccontano momenti della vita di questa persona, un uomo, da ragazzo, da giovane e da adulto.
L'ambientazione, nel primo episodio è italiana, negli altri est-americana (non posso dire troppo).
Il soggetto è la vita amorosa di questo uomo.
Il fatto in sé, le ambientazioni, la trama, hanno un certo senso e un certo disegno di insieme, ma io fatico a trovare un nesso logico, un'armonia, fra le parti. E' come se il primo episodio fosse un racconto finito, aggiustato per avere un continuo che, in definitiva è forzato. Ciò che è successo in Italia non lascia il segno né nel personaggio, né in quella che è la sua vita successiva, se non, nella giustificazione, da parte dell'autore, di fargli provare, in seguito, interesse amoroso per un altro uomo (che, per la cronaca, non si sa poi, oltre il suo capitolo, quale importanza, quale ruolo, rivesta nella vita del nostro). Non si comprendono i suoi sentimenti per le donne presenti nella sua vita affettiva e sessuale. Non si capiscono i ruoli di queste né i loro personaggi al di fuori di lui, ma anche in relazione a lui. Tutto sembra vacuo e apparente, ma il presupposto di partenza è che non lo sia. Dovrebbe essere una analisi delle mutazioni affettive di questo individuo, e invece si leggono alcuni episodi che, se non fosse per qualche nome, si farebbe fatica a legare l'uno con l'altro.
Si parla tanto, ma non ci sono dialoghi. Si fanno descrizioni di sentimenti, di pensieri, di idee, che lasciano perplessi per soggetto, età e situazioni. Da un uomo che si 'innamora' sia di maschi che di femmine ci si aspetterebbe, da parte di chi ne sta raccontando solo quello, un'analisi quanto meno indicativa dei suoi criteri di scelta, se non dei suoi sentimenti, o, quantomeno, di quel che gli fa provare una spinta, fosse pure di semplice attrazione, per ciascuno di essi. E invece ci si ritrova davanti questo o/e quella in un circolo vizioso che non è sentimento, non è erotismo, ma noia. Lui, però, il protagonista, non sembra annoiarsi. E non sembra avere il senso del tempo, al di fuori di un ritmo che regola una sua relazione, che, però, non si capisce come si inserisca, temporalmente appunto, nelle altre. Anche la conclusione è più confusa che ambigua. Chi rimane/continua a vedersi con chi? E soprattutto, perché?
Ecco, quest'ultimo interrogativo, 'Perché?' lo si potrebbe rivolgere all'opera nel suo insieme. O meglio: all'autore della stessa.
Magari una sua spiegazione -cosa che per principio ritengo ingiustificabile da chiedere, ma che qualche volta sorge come richiesta spontanea- chiarirebbe le mie perplessità.
Ne accetto anche, da chi può aver riconosciuto il libro in questione, ma esposte in maniera costruttiva e giustificata, senza partigianerie di sorta.
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