Mi piace il racconto della vita della gente.
Mi piace conoscere, nel quotidiano, per quanto possibile, i personaggi della Storia.
Mi piace il romanzo che, prendendo spunto da essi, ne racconta il non detto, più o meno reale, ma coerente.
E' una lettura, però, che può riservare brutte, bruttissime, sorprese.
Puoi trovarti davanti citazioni non citate e fatte passare per opera propria.
Puoi assistere a fantasie più o meno credibili, ma, in ogni caso, non giustificate.
Entrambe le cose implicano l'assenza di una bibliografia di riferimento, a cui, volente o nolente, si deve aver attinto.
O no?
Se la risposta è 'no', allora mi sorge spontaneo chiedermi dove e come hanno reperito le notizie che devono essere vere perché la storia, nel suo insieme, sia credibile, in quanto, il dichiarare che è un'opera di fantasia, in certi casi, non è assolutamente sufficiente.
La questione della citazione mancata, a volte si risolve riconoscendola, ma va da sé che nessuno è tenuto a conoscere l'intero repertorio umano di scrittura, cinematografia, saggistica varia e di tutto ciò a cui si può attingere per ispirazione o integrazione, e allora diventa un dovere indicare i brani altrui usati integralmente o in parte.
La questione dell'inventato, a volte, essendo le cose narrate inverosimili, ti spinge a far ricerche, perché la realtà riesce ad esserlo più della fantasia, ma il leggerlo richiede una conferma oggettiva sia del reale che dell'immaginato, perché è pur vero che non stiamo parlando di biografie, ma o lavoriamo nel fantastico o ci atteniamo alla realtà.
E la realtà, per quanto fantasticata, nel romanzo 'storico' deve attenersi ai fatti concreti.
Ci si può inventare una situazione, un dettaglio, ma la sostanza dei fatti deve appartenere al credibile ed al reale.
Ho letto romanzi dove gli autori hanno interpretato i fatti e reso credibili le situazioni.
Ho trovato credibili, per quanto, appunto, romanzate, le storie raccontate da altri.
Mi sono imbattuta in racconti talmente inverosimili per quello che narravano da lasciarmi profondamente delusa e, soprattutto, triste, quando, l'oggetto di queste narrazioni, erano personaggi a me cari.
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