E siamo finalmente giunti al culmine -i gusti sono gusti- della serie di dischi degli ultimi mesi: 'Tears on tape' degli HIM.
Ci ha messo un po' troppo tempo ad arrivare in negozio e con troppa difficoltà! (Vai a capire il perché!) E' finita, quindi, che un po' di canzoni non sono state una sorpresa, ma tant'è.
C'è poi stato l'annullamento del tour in Nord America, e per cercare notizie sulla salute di Ville Valo, è finita che su questo disco ho letto troppo.
Non che la cosa abbia notevolmente influenzato il mio giudizio: come ho detto prima 'i gusti sono gusti', e aggiungo: 'i fan sono fan', ma questo non mi ha mai impedito, all'occasione, di pensare: 'vedi cosa hanno combinato questi' o 'no, non ci siamo proprio', se non di peggio.
E non è assolutamente questo il caso.
Pareri letti in giro messi da parte, 'Tears on tape' mi piace, e penso che l'evolversi di una band sia un fatto fisiologico e accettabile quando non negano loro stessi.
Gli HIM non lo fanno.
Il disco inizia con un'atmosfera languida che si trasforma in un suono più alto e potente (II) per proseguire nel tono degli HIM, macchiato qua e là da qualche nota che può sembrare estranea, ma che, a ben sentire, non lo è (III), e l'allargarsi e dilatarsi del suono (IV) confluisce pur se con un aggancio che sembra un pomello attorno a cui il suono ruota, nella ballata che dà il titolo all'album, forse il brano più immediatamente orecchiabile.
La sesta traccia parte più decisa, e, anche questa, più HIMstyle, come la successiva. Quella seguente ancora, del tutto strumentale, potrebbe sembrare una chiusura e invece apre di nuovo ad un ritmo sostenuto, quasi ballabile (IX) che si trasforma in una nuova loro ballad (X).
C'è poi una burning entry/exit (?) ancora strumentale e una canzone -la mia preferita- in cui la voce di Ville, se pur più roca, si fa sentire in sovrapposizione e contrasto e non in accordo con la musica, quindi una chiusura morbida, molto morbida, quasi totalmente strumentale che si interrompe, così come tutto era iniziato coll'inserimento del nastro nel registratore, improvvisamente, con la fine del nastro registrato stesso e lo scatto dello stop.
(Ah, che nostalgia! Se non fosse per il peso -minimo ma imparagonabile a quello dell'mp3-, andrei ancora in giro col walkman!)
In tutta sincerità, e con l'abitudine -attualmente poco messa in pratica, purtroppo- a compormi le cassette, ritengo che la sequenza dei brani non sia quella ideale, perché impedisce di cogliere la coerenza di discorso che il disco ha, ma che, appunto, è resa difficoltosa ad un ascolto poco attento e ritarda il capirne ed apprezzarne la bellezza.
[Ho provato a spostare la posizione, programmando il lettore cd, dei brani strumentali e l'effetto è... veramente grande! :D (Così come in XX - Two decades of Love Metal, avrei invertito le posizioni delle canzoni n°XX e XIX) La scelta, però, di chi ha composto il disco è stata quella...]
Da notare che le immagini del libretto sono molto belle (di chi sono?), ma mancano le parole! (e queste le avrei messe in un foglio a centro, bianco su nero e basta!).
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