Entri nel vagone, ti siedi, e, sul sedile di fronte, te li trovi davanti: giovanissimi, appena usciti da scuola, si dividono l'auricolare legato al telefono di lei, su cui, ogni tanto, guardano qualcosa.
Lei non è più una ragazzina, lui è ancora un ragazzino. Ma sono in confidenza.
Forse, anche se lei è una classe più avanti, si conoscono da tanto, e, sì, lui sembra proprio innamorato di lei.
Lei lo sa. Probabilmente le fa pure piacere, ma... vuole lasciarsi il tempo di decidere.
E arrivano loro: compagni di classe di lei.
Alla lei appena arrivata piace il lui appena arrivato.
Aspetta che si sieda sul gradino più in alto, vicino al sedile, e apra le gambe per far sedere lei su quello più in basso.
Anche questo lui conosce i sentimenti di questa lei, ma prende gli occhiali velato-scuri della prima, che con annoiata condiscendenza lo lascia fare, e li indossa.
La nuova lei se ne accorge e il viso le si scurisce, ma non cambia posizione, non si muove, tanto lui non la guarda.
Il treno parte, sale, i posti in piedi sono vuoti, ma, anche se non lo fossero, cambierebbe poco: tutti e quattro continuano le loro attività senza variarle di un movimento.
Non ci sono fermate intermedie: è il diretto, che pochi minuti dopo si arresta e si svuota.
Li lasci uscire tutti prima, perdersi nella folla sulle scale.
E ti chiedi quanto, di quello che hai ritenuto li riguardasse, corrisponda a verità e quanto siano tue fantasie.
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