16 agosto: oggi inizia la seconda metà dell'anno, quella che porta alla fine dello stesso, aspettando il nuovo, un mese e mezzo in ritardo rispetto a quello scandito dal calendario.
Non si tratta di una delle suddivisioni formali che gestiscono la nostra esistenza; appartiene più alla sfera psichica che a quella fisica, ma esiste.
'L'estate sta finendo e un anno se ne va', cantavano i Righeira, e mai ritornello ha avuto significato più vero, ma la fine dell'estate non è il trentuno di agosto, considerato, nonostante le vacanze tardive il termine ufficiale della stessa non in senso astronomico, bensì il sedici, giorno successivo al culmine dell'estate, delle vacanze, dell'euforia, della libertà, perché, dopo, c'è solo la discesa, nonostante la frequentazione, ancora per lunghi giorni, dei luoghi di vacanza.
E' sicuramente il retaggio di altri tempi, tempi in cui le vacanze finivano per davvero a metà agosto, ma anche in tempi di vacanze tutto l'anno, questa data continua ad essere la simbolica presa di coscienza della fine della festa: passata la nottata si torna al lavoro. Che poi, tornare al lavoro, non è il vero problema: lo è, invece, la consapevolezza della fine della tregua, la consapevolezza dei mesi che devono trascorrere per ricominciare a sperare nella vacanza attraverso la quale rigenerarsi e splendere, la consapevolezza dello scorrere inesorabile e inarrestabile del tempo.
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