Amélie Nothomb - Gli aerostati - Voland
Ange, una studentessa universitaria di filologia, viene assunta dal padre di pie, un adolescente dislessico, perché lo aiuti a superare la sua avversione per la letteratura, compito in cui la giovane riesce già dalla prima lezione. Il rapporto di lavoro, però, non si interrompe, e la giovane continua ad essere la guida letteraria del ragazzo, suggerendogli alcuni classici, antichi e moderni.
Pie diventa un lettore, ma, nel trasformarsi, attraverso il leggere, in una persona reale, si rende conto del mondo falso che lo attende di lì a poco, e questa presa di coscienza avrà le sue conseguenze.
Il tema portante de 'Gli aerostati', è uno di quelli cari a Amélie Nothomb: la letteratura.
Meglio: il ruolo di essa, l'uso che se ne fa, la responsabilità di ogni libro e di chi ne propone la lettura.
Non un argomento facile, perché, quel che dà un libro va al di là della storia che propone: apre la mente, fa pensare. E i pensieri spingono ad agire. Certo, l'azione, nella pratica comune, è frutto della combinazione dei nostri desideri con le esigenze del mondo di cui facciamo parte, ma l'esempio letterario fornisce spunti di imitazione a cui è difficile resistere, perché, in fondo, la letteratura descrive il mondo, il nostro mondo, quello che vorremmo, potremmo, saremmo capaci di vivere.
Ecco quindi la responsabilità di proporre questo o quello, ad una mente aperta ma non ancora educata alla critica.
Una mente -qualsiasi, Pie è solo un esempio- la cui capacità di vedere la purezza, la bellezza, non riesce a farla innalzare al di sopra della grettezza, a volte anche ingenua, del mondo.
Pie ama gli aerostati, 'immensi e poco pratici', ma 'belli, poetici'. E 'potenzialmente pericolosi'. Non più, però, di qualsiasi altro strumento di movimento costruito dall'uomo. Desidera averne per far viaggiare, con essi, la gente.
Ma anche la letteratura fa viaggiare la gente, e Pie se ne rende conto leggendo.
La grande letteratura, però, non è innocente, e così come gli aerostati ha bisogno, non solo di grandi hangar in cui venire custodita, ma di un pilota in grado di farla librare in aria senza pericolo per i passeggeri, quella capacità, cioè di essere cosciente e critico nell'affrontare il viaggio, sì con audacia, ma anche con la sicurezza di poter riatterrare incolume.