"Come finisce un amore" di Philippe Besson, (ed. Guanda), è il diario epistolare che una lei, in viaggio per il mondo per dimenticare, scrive a questo lui, che l'ha lasciata per tornare a dedicare le sue attenzioni ad una sola donna. Il romanzo è tutto qui: due vite raccontate in poche lettere. Essenziale e ricco come tutti gli altri che ho letto di Besson. (Praticamente tutti quelli che, tradotti dal francese, sono stati pubblicati in Italia!)
Il libro comincia a L'Avana, Cuba, un posto che ormai conosco, senza esserci mai stata, dalla quantità di romanzi ambientati lì.
Comincio a seguire, riconoscendo le cose, quando, dopo alcune pagine, vuoi per l'argomento, vuoi per chissà che, mi torna in mente lui: il giovanotto che mi ci voleva portare!
Era serio! E aveva intenzioni serie! (troppo! ;))) )
Io, invece... beh, diciamo che, in quel momento, volevo altro.
La lei del libro continua a scrivere da posti che conosco e da posti dove non sono mai stata, e spedisce le sue lettere sperando in una risposta che sa benissimo non ci sarà mai.
Io, le mie, invece, non le ho mai spedite, più che certa dell'inutilità dell'azione.
Ben diversa, s'intende, da quella dello scriverle in sé!
Non mi ricordo -e non mi va di contarle, anche perché, una volta concluse, non le riprendo più in mano- quante di queste lettere ho scritto. L'intestatario è, di volta in volta, l'individuo con cui si concludeva una storia che aveva avuto un senso.
Mettere su carta le cose ne fa venire alla luce tante altre, fa analizzare, capire, riflettere, e, soprattutto, permette di affrontare la situazione. E' come se fosse il capitolo conclusivo, la parola 'fine' dilatata nel riassunto stesso della vicenda.
Non è affatto indolore, come azione, ma secondo me serve, e ottiene il suo scopo.
Vero è pure che l'ultima è rimasta in sospeso.
Non ho indagato con me stessa il perché... Spero solo non sia stato per noia! ;DDD
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