Helen Humphreys, Il giardino perduto, Playground.
Inghilterra 1941, Gwen Davis, della Royal Horticultural Society, va a dirigere una scuola di agricoltrici volontarie in una tenuta della campagna del Devon che ospita anche un reggimento di soldati canadesi in attesa di essere inviati sul fronte europeo.
Questa è la cornice del romanzo.
La storia, invece, è quella di ciascuno dei personaggi all'interno dell'ambiente che li ospita, la tenuta cioè, che, pur trasformata dalle vicende belliche precedenti e contemporanee, poco a poco rivela la sua essenza di creatura vivente, con le sue forme, le sue storie, i suoi segreti, che inglobano quelli di coloro che ci sono vissuti e ci vivono.
Il verde, soprattutto quello 'costruito' è però una creatura complessa, tanto quanto la vita stessa, e quando viene utilizzato come latore di messaggi e sentimenti, questi devono venire espressi in un particolare linguaggio, che, sempre chiaro ed esplicito per chi lo sa leggere, lascia però, pure sempre poca difficoltà di interpretazione a chi si pone nella giusta condizione di spirito per comprenderlo.
Questa è la cornice del romanzo.
La storia, invece, è quella di ciascuno dei personaggi all'interno dell'ambiente che li ospita, la tenuta cioè, che, pur trasformata dalle vicende belliche precedenti e contemporanee, poco a poco rivela la sua essenza di creatura vivente, con le sue forme, le sue storie, i suoi segreti, che inglobano quelli di coloro che ci sono vissuti e ci vivono.
Il verde, soprattutto quello 'costruito' è però una creatura complessa, tanto quanto la vita stessa, e quando viene utilizzato come latore di messaggi e sentimenti, questi devono venire espressi in un particolare linguaggio, che, sempre chiaro ed esplicito per chi lo sa leggere, lascia però, pure sempre poca difficoltà di interpretazione a chi si pone nella giusta condizione di spirito per comprenderlo.
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