lunedì 16 marzo 2015

'Pétronille'

Amélie Nothomb, Pétronille, Voland.
"Bere con l'intenzione di evitare l'ebbrezza è tanto disonorevole quanto ascoltare musica sacra proteggendosi contro il sentimento del sublime.".
E' un'affermazione, una dichiarazione d'intenti, questa, che non ha niente di scandaloso, ma che, anzi, evoca la piena coscienza di sé in quello che si sta facendo.
E l'ebbrezza alcolica provocata dallo champagne è un'esperienza che va gustata per il piacere di farlo.
Con questa premessa, Amélie Nothomb cerca, dunque, un compagno o una compagna di bevute, o, più etimologicamente, un convigno o una convigna.
La trova, casualmente o forse no, in una amica di penna che si rivela essere una giovanissima donna che diventerà anch'essa scrittrice.
Quest'amicizia che ruoterà attorno a due flûte e a una bottiglia, ma che non per questo sarà meno autentica, porterà le due giovani a vivere una serie di situazioni con la veste dorata, la lucentezza, e la freddezza di ogni sorso del magico elisir.
Soprattutto da sobrie.
Soprattutto nell'ormai classico -imprevedibile- finale.

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