venerdì 29 marzo 2019

Fantasticherie

Sto leggendo 'Il trono di spade', ma del romanzo ne parlerò a tempo debito, quello di cui mi interessa parlare, in questo momento è a sua ambientazione: il fantasy, cioè quel mondo cavalleresco e, di regola, non modernizzato, in cui re e regine coesistono con cavalli, draghi e qualsiasi altra creatura fantastica con fattezze umane e non.
Il fantasy ha un suo fascino.
E' una realtà, utilizzata, in alcuni casi, anche in fantascienza, che permette, per certi versi, anche se nell'ambito del contesto, un estraniamento dalla realtà circostante e, allo stesso tempo, un legame con essa nelle vesti di un ipotetico ritorno al passato, sia da parte dell'autore che, soprattutto, da parte del lettore.
Cavalieri e tornei non sono argomenti che eccitano la mia fantasia, anche se, con i personaggi giusti, possono interessarmi e farmi anche appassionare. La mia infanzia e la mia prima giovinezza si sono nutrite di fantascienza e d'avventura classica e l'unico 'fantasy' che conoscevo erano i miti greci e latini.
Non voglio star qui a far paragoni per altro privi di senso, o a porre annose questioni, su cosa possa significare, in un determinato periodo storico, far vagare la fantasia nell'uno o nell'altro mondo, ma un paio di riflessioni, forse, possono essere fatte.
Tutto è probabilmente cominciato da una frase sentita per caso nel treno, dove, alcune persone, che, per come è adesso il mondo, potrebbero benissimo venir definite 'giovani di mezz'età', parlavano de 'Il trono di spade', probabilmente della serie televisiva, e questo veniva ritenuto particolarmente interessante perché raccontava 'come si viveva all'epoca'.
A quale epoca?
A quella dei draghi?
A quella che non abbiamo avuto e che ci illudiamo ci sia stata?
A un medioevo di fantasia?
Certo, ci si ispira a cose reali, a cose che idealmente avrebbero potuto essere così come ce le si inventa, ma il confine fra realtà ed immaginazione letteraria esiste, anche se lo si ignora, volontariamente o involontariamente.
Consideriamo adesso, per un momento, la fantascienza.
E' il futuro, il mondo che sarà o che potrebbe essere, quello che, pian piano, stiamo raggiungendo, con entusiasmo e consapevolezza o con paura e ritrosia, quello che allo stesso modo del medioevo perduto si svilupperà in maniera diversa da quello ipotizzato, anche se alcuni elementi saranno lì a ricordarci che qualcuno li aveva previsti.
I due mondi fantastici non si negano l'un l'altro, tant'è vero, che, come dicevo prima, l'elemento fantasy è utilizzato anche in fantascienza, e la magia, o il progresso magico-scientifico, funzionano da spinta progressista nel fantasy.
A livello di liberazione della mente nell'universo dell'immaginazione entrambi i generi funzionano egregiamente, anche perché, e teniamolo ben presente, al di fuori di qualsiasi ambientazione, le storie sono sempre fatte dai personaggi e dalle loro vite.
Affermo con decisione che il mondo futuro robotizzato e su altri pianeti, vicini e lontani,  esistenti o costruiti, mi ha sempre affascinato: un universo di uomini fatto per gli uomini. Avrò letto troppo (tutto) Asimov, ma tant'è.
Mi lascia quindi perplessa e sconcertata, in un mondo contemporaneo che predica un ritorno alla natura, di cui in verità conosce molto poco, per non affrontare le cause e proporre le soluzioni del proprio degrado ambientale e mentale, questo voler trarre da un passato reale ma superato in funzione della 'naturale' evoluzione delle cose, principi improponibili in un mondo ormai giustamente evoluto.
Quel 'come si viveva all'epoca', dovrebbe essere trasformato in 'come si vive ne il Nord, ne il Sud, oltre la Barriera, a Valyria'!
Dovrebbe, cioè, esaltare il grado di accuratezza dell'ambientazione del romanzo, e non ricercare in esso una favolistica esaltazione di valori che, applicati alla vita reale non verrebbero considerati tali. (E, in verità, se riferiti ad altri contesti di questo mondo, il valore lo perdono.)
Adesso mi si potrà obiettare che realtà e fantasia sono cose ben diverse l'una dall'altra.
Giusto. Giustissimo.
Ma in un mondo che sembra sempre più operare per un ritorno mentale al passato, certe domande io me le faccio.
E non accuso in alcun modo il fantasy e chi lo scrive o esalto la fantascienza e i suoi autori.
Il problema sono i lettori e la loro scarsa consapevolezza del mondo.
La loro ignoranza di libri di testo di storia, geografia, scienze, la loro mancanza di cultura in generale.
 
P.S.: Dopo le prime cento pagine sono diventata una fan de 'Il trono di spade', ma questa è una storia a parte. ;) :D

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