lunedì 17 maggio 2021

Ricordi: il gatto e il pollo

Per un certo periodo di tempo abbiamo posteggiato l'auto in un cortile chiuso abitato da gatti.
Ce n'erano di tutti i tipi: sociali, asociali, giocosi, indifferenti.
Qualcuno ci riconosceva e, a modo suo, salutava.
Ovviamente, capitava di scaricar lì la spesa e portarla a mano, a casa, distante l'attraversamento di una strada e un vialetto.
Il nero era fra i gatti mediamente sociali: salutava, se gli andava. Si faceva pure carezzare, qualche volta. Graffiava un tantino, qualche altra.
Essendo un cortile d'altri, erano altri a fornir loro il cibo che non si procuravano da sé altrove.
Però, portando lì l'auto, i gatti ci consideravano di casa, e, probabilmente, potenziali fonti di cibo.
Cibo che non è stato mai fornito loro, per ovvie ragioni.
Il fatto però, di scaricarlo dall'auto, il cibo nostro, ovviamente lo osservavano e ne tenevano da conto.
Così, un bel giorno, il nero, decise di fare self service, e aggranfiata la vaschetta da sei coscette di pollo da una busta nel bagagliaio aperto, fuggì.
Peso e forma del bottino non erano quelli ideali, però, inseguito da mio padre che voleva riprendeselo, così scesero ad un compromesso: il gatto se ne tenne una e mio padre le altre cinque.
Non gli capitò di riprovarci, anche perché, dopo un po', trasferimmo l'auto nel garage sotto casa.

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