Le luci, i suoni, avvolti dal buio e dal silenzio della notte, mi hanno sempre affascinato.
Così come le attività notturne, che li producono o ne usufruiscono.
E allora, uno dei ricordi della prima giovinezza è il motore del filobus notturno che percorre la strada dove abitavo in discesa.
A quell'ora non faceva, non fa, tutte le fermate se non ce n'è richiesta, e il rumore era, è, costante sulla carreggiata. Aveva un che di rassicurante, e, allo stesso tempo, era preludio -mentale, solo mentale- di avventure. Quando riuscivo a sentirlo, lo trovavo sempre troppo breve. Immagino, visto che il suo percorso non è cambiato, come pure la zona, che da casa vecchia lo si senta ancora.
In questa nuova, per un lungo periodo, quel suono familiare, così come quella piacevole sensazione, è stato sostituito da quello dei treni notturni finché il servizio non si è ridotto e poi annullato.
In compenso ci sono le sirene e il frastuono dei camion che ritirano la spazzatura.
Non hanno lo stesso fascino: li preferivo silenziosi a lampeggiante giallo, ma tant'è, il progresso è anche desiderare di chiudere il balcone, d'estate, per non sentire.
Le luci, invece, quelle dei porti, delle stazioni di servizio, delle strade, sono più o meno le stesse.
Un po' più 'discrete', forse, queste ultime, magari più d'atmosfera, ma pure fonte di maggiore insicurezza per chi cammina, almeno nel nostro angolo di mondo, in ogni mese dell'anno.
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