Zachar Prilepin - Il peccato - Voland
Altre storie, in parte già accennate in 'Patologie' e 'San'kja' [Voland], e anche queste 'sulla pelle', perchè hanno tutte, pur se non sempre narrate in prima persona, come protagonista Zacher Prilepin.
Storie in cui tenerezza, di situazioni, di sentimenti, e crudeltà, di emozioni, di azioni, fanno parte dello stesso momento: la vita.
E' una sorta di completamento, di chiarificazione di alcuni episodi, per chi ha già letto le due precedenti opere pubblicate dalla Voland.
Il che non toglie autonomia, nè piacere di lettura a 'Il peccato'. Assolutamente no!
Anche perchè, qui, si segue una sorta di percorso non propriamente cronologico, che dà l'impressione di essere basato sui ricordi del protagonista impegnato a raccontare se stesso in un dialogo col lettore.
Tutto questo non avviene, ma il passare da una cosa all'altra in quella determinata maniera, favorisce questa impressione. Almeno a me.
E poi ci sono le poesie.
Una manciata abbondante di versi che mi sono sorpresa a leggere con piacere, oltre che con interesse.
(E' la seconda volta che succede, eccettuati sporadici e casuali episodi.)
Sono poesie di chi forse non scrive in versi, ma riesce benissimo a trasmettere il concentrato di emozione, azione e sentimento che è una poesia e completano egregiamente il racconto.
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