Nicolai Lilin - Storie sulla pelle - Einaudi
Storie sulla pelle... tatuaggi, appunto: disegni, scritte, simboli.
Un linguaggio codificato con precisione e senza fraintendimenti in e per ogni epoca e cultura.
Esistono manuali su questo, non so quanto attendibili, ma esistono, e forse sarebbe il caso di consultarli, prima di andare in giro con addosso qualcosa di cui non conosci il significato.
Fatto importante, questo, al di là di quel che vedono gli altri.
Anche i tatuaggi dei criminali siberiani sono un codice, e raccontano storie: quelle di chi le indossa in particolare, e, come determinati indumenti, esse sono intime. Private, per intenderci, sofferte sulla propria pelle non solamente durante il tatuaggio stesso. Non vengono esposte, ostentate. E le legge e le capisce chi sa, chi può, e le tiene per sè.
Quindi i tatuaggi sono lo spunto per le storie, non le storie stesse, che raccontano di Nicolai, di chi gli è stato intorno, di coloro con i quali ha avuto a che fare.
Storie belle anche senza i tatuaggi, o forse storie che sono esse stesse tatuaggi invisibili sulla pelle di colui che le ha raccontate.
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