Ci sono dischi che vanno riascoltati con le parole davanti, perché solo allora ti rendi conto del perché ti sono piaciuti al primo ascolto.
Le parole, accompagnate dalla musica, non sempre arrivano al cervello nella loro piena essenza: il suono delle stesse lascia, talvolta, in secondo piano il significato.
Quando poi le due cose tornano insieme è un'esplosione di sensazioni.
Quando poi le due cose tornano insieme è un'esplosione di sensazioni.
E' vero, 'Long way down' di Tom Odell l'ho forse preso per un paio di canzoni che avevo sentito, forse le più facili, da sole, a restarti dentro, e perché lui mi ricorda, per associazione mentale, tante cose.
Una volta ascoltato il disco per intero, però, la certezza di aver davanti qualcosa di bello è stata quasi sconcertante.
Una volta ascoltato il disco per intero, però, la certezza di aver davanti qualcosa di bello è stata quasi sconcertante.
L'ho riascoltato e riascoltato ancora, ma solo dopo aver fatto riposare le orecchie ho letto un po' i testi.
Definirli poetici è riduttivo: la canzone è poesia in musica.
Questi, nella loro chiarezza e semplicità, sono anche profondi, coinvolgenti, veri.
E il disco, in questa luce, è di una coerenza e di una gradevolezza fenomenale.
In una parola: bellissimo.
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