Anne Rice, per la mia prima volta in edizione Longanesi.
E sì che ho fatto conoscenza con Lestat de Lioncourt tanti tanti ani fa, proprio accompagnando E. alla libreria che non c'è più [Guida a Port'Alba], a comprare uno dei primi tre libri della serie [probabilmente 'La regina dei dannati'] proprio in questa edizione!
C'è voluto tempo, però, perché cominciassi a leggere anch'io [dopo la lettura, in un certo contesto di una scena di 'Intervista col vampiro' da parte di A.M.] della più bella saga di vampiri mai realizzata, ma, da quel momento in poi, da dopo quell'ipnotico, ammaliante, seducente '"Capisco..." ', non ho perso una sola pagina.
(E ho trovato una scrittrice che amo anche per le storie che non sono legate ai vampiri e alle streghe di Mayfair!)
Dieci anni senza Lestat sono stati duri (il mio 'Blood Canticle' della Arrow Books è datato 2003!), così le 550 pagine de 'Il Principe Lestat ' ho cercato di farle durare il più a lungo possibile, leggendo un capitolo alla volta e fermandomi. Rileggendo qualche passo. Sbirciando -brutta abitudine presa da E.- non solo l'ultimo capitolo, ma, data la situazione, anche quello prima! Fino intorno alla quattrocentosessantesima pagina. Da lì in poi non ho resistito più e le restanti le ho lette tutte di seguito!
Lestat, principe lo è sempre stato, non di nascita, ma di acclamazione, magari non sempre con un'accezione benevola, ma il titolo gli è sempre spettato, e ora più che mai.
Con la maiuscola.
Però 'Il Principe Lestat ' è una storia corale, quasi un ritratto di famiglia, dove i protagonisti sono tutti i vampiri della saga, anche quelli 'dimenticati', perché i vampiri sono 'una razza', 'una tribù' come dice Benji Mamhoud, uniti non solo dal sangue che scorre in loro, ma da sentimenti più alti, reciproci, indissolubili.
Anche quando il sangue si ribella.
Perché il sangue vampirico è qualcosa di più, e ha un nome: Amel.
E Amel, come tutto al mondo, si evolve, e patisce l'immobilità.
In quest'ottica di 'evoluzione', la risposta ai problemi che si vengono a creare è una sola: Lestat.
Non potrebbe essere diversamente, perché il Principe, l'unico, dei Vampiri, è lui.
Sarà stato giusto, però, condannare il suo desiderio di isolamento, praticamente la sua libertà, per il benessere di tutti gli altri?
Se tutti gli altri diverranno davvero la sua corte, si.
Perché una nuova era dei vampiri è appena cominciata.
Se quel che è successo ha avuto il potere di cambiare Louis, si.
Perché Louis, per Lestat è sempre importante.
(sigh!)
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