Li ho visti ieri sera, dal filobus, tornando a casa dopo il corso di lingua russa.
Erano lì, dietro il cancello della villa che ospita la biblioteca comunale: i passi elastici e pesanti sull'asfalto così come nel terreno delle aiuole, nonostante la pioggia; le sagome che si delineavano lisce nella luce alta e brumosa dei lampioni stradali.
Ero al sicuro -indubbiamente- e lo sapevo, però quella greve sensazione di disagio, di paura, pure solo nel guardare da lontano quei cani, mi attanagliava il cuore e il cervello.
Come sempre.
Certe cose mi terrorizzano.
E non posso farci niente.
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