Flavia Biondi - L'importante è finire - Renape (ed. dic.2019)
Edo è un tatuatore senza tatuaggi che ascolta Mia Martini.
Diana è finalmente riuscita a lavorare come illustratrice.
Stanno insieme da sette anni, ma adesso, non solo a causa del tempo che è trascorso, qualcosa, fra loro, non va più. E mentre Diana si rifugia in una specie di relazione con la sua editor, Irene, Edo reagisce alla notizia esasperando i suoi comportamenti maschilisti e omofobi. Un suo cliente, rifiutato per essere gay, porterà, però, Edo a capire e a rivedere le sue posizioni, così come farà Diana, spinta da Irene.
Una trama semplice ma efficace, quella di 'L'importante è finire', che racconta situazioni che non smettono mai di esistere: le aspettative disattese, il rinunciare ai sogni a causa di una tranquillità che diventa statica, la mancanza di dialogo costruttivo, l'insoddisfazione che si trasforma in desiderio di cambiare. Anche in campo sessuale, con la possibilità di poter provare sentimenti di cui non si era mai pensato di essere capaci.
Ma coi sentimenti non si gioca: né se sei uomo e imponi, anche se per scherzo, il maschilismo alla tua compagna, né se sei donna e sfoghi le tue frustrazioni e le tue incertezze in una relazione con un'altra lei che ha cercato solo un rapporto sincero.
La comprensione di altre realtà e il chiarimento delle proprie posizioni sono ciò che farà maturare Edo e Diana e permetterà loro di reincontrarsi.
Nasce, 'L'importante è finire', come spiega la stessa autrice nella prefazione, dall'impulso a rinnovarsi, per uscire fuori da una situazione di stallo. 'Rinnovarsi' è dunque la parola chiave di tutto il racconto, descritto con un tratto scuro, duro, essenziale, fortemente comunicativo, ma mai pesante, che è efficace e coinvolgente sia quando descrive la realtà e la quotidianità dei fatti, sia quando esplora i sentimenti e l'inconscio dei personaggi e che, maturando, diventerà quello caratteristico di Flavia Biondi.
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