In uscita il 28 febbraio, sono andata a vederlo il 4 marzo, un lunedì, nel primo pomeriggio, a sala praticamente vuota.
Io e il film, allora.
Che dalla prima scena comincia a farti ricordare. E a capire.
Che la storia che stai vedendo non è esattamente quella di cui hai letto, ma non è neanche un'altra.
E' parte della stessa, un aspetto, un dettaglio corposo, che non nega il tuo ricordo ma lo focalizza in una determinata maniera.
Educazione Siberiana -il libro- racconta il complesso intreccio di storie che si fondono con quella del protagonista, che la, seppur potente, brevità dell'immagine potrebbe non riuscire a far cogliere nell'interezza. Giusto quindi, tirarne fuori una, che, cinematograficamente organizzata, ma non sminuita, racconti una comunità, un periodo storico, una storia.
Una storia che, chi ha letto il libro riconosce come filtrata da una maglia molto stretta, ma i cui elementi sono coerentemente tratti dal mondo a cui essa appartiene.
Ottima la scelta degli interpreti dei personaggi.
Il 'semplice' è più difficile da rappresentare, ma dà la misura della bravura, dell'impegno, della professionalità.
E Educazione Siberiana -the movie-, si rivela, a visione ultimata, un gradevolissimo, piccolo gioiello.
Nessun commento:
Posta un commento