venerdì 28 febbraio 2014

Why?

Why do birds sing in the rain?
 

(N.B.: L'immagine è di repertorio!)

domenica 23 febbraio 2014

CITAZIONE MUSICALE n°62

"Into the heart... of a child
I can smile..."

[U2 - Into the heart]

(I saggi, sorridono.)

CITAZIONE LETTERARIA n°62

"- Io le conosco già le lettere - annunciò cupo mio figlio, quasi intuendo che troppa conoscenza non porta la felicità."
 
[Zachar Prilepin - Scimmia nera - Voland]
 
(La saggezza infantile è sottovalutata)

Raccontare Parigi

Certe copertine attirano lo sguardo, l'attenzione, l'immaginazione.
E la trasparenza dei papaveri in filigrana monocolore sulla lista di nomi spuntati e delle annotazioni accanto ad essi, di 'Fiori di rovina' di Patrick Modiano (Lantana editore) lo fa senza alcun dubbio.
La storia, poi, è intrigante: un assassinio misterioso e irrisolto in cui l'autore cerca collegamenti veri, presunti, o marginali, con la propria storia infantile, con quella del padre, durante gli anni della seconda guerra mondiale.
Ma se, appunto, l'assassinio rimane irrisolto, deludendo un po' le aspettative del lettore -del resto non tutte le ricerche, per quanto con serietà e accuratezza svolte, portano a soddisfacenti risultati-, è pur vero che si rimane affascinati dall'atmosfera, dall'intrecciarsi di passato e presente, dalla Parigi che era e da quella che è.
Non stancano la descrizione puntuale e la messa in opera dei dati raccolti, non stanca la descrizione, fiabescamente reale, dei luoghi. E il perdersi in esse dell'autore coinvolge il lettore.
Non è propriamente un romanzo, e infatti, sulla fascetta di copertina che ne indica le generalità, è scritto: racconto; ma anche del racconto, se intendiamo per questo una storia con una conclusione, per quanto aperta, non ha esattamente la caratteristica. Se intendiamo, invece, per racconto, quello che si fa parlando, raccontando, appunto, un  fatto, un accadimento a cui se ne collegano altri, ecco, 'Fiori di rovina' lo è. E proprio questo è il suo fascino.
Ma è anche il secondo volume di una trilogia, incentrata su questa figura presente-assente di padre, che ha il suo inizio in 'Riduzione di pena', caratterizzato da una più concreta immagine di copertina costituita dalla struttura metallica della copertura di una stazione e da un orologio della stessa e identificato, sulla fascetta dalla dicitura: romanzo.
E la struttura del romanzo, qui, c'è tutta, nel senso di una storia raccontata nella sua interezza, cioè quella del periodo in cui lo scrittore e suo fratello, bambini, mentre la madre partecipa ad una lunghissima tournèe teatrale e il padre è lontano per non si sa quali affari, vengono affidati a un gruppo di conoscenti donne, dal passato, presente e futuro misteriosi e non cristallini.
Sono i primi anni cinquanta, e l'ambientazione è un sobborgo parigino, in cui queste figure si muovono e agiscono, sotto gli occhi dei ragazzini, finchè non compare la polizia, a cui restano però, nelle mani, soltanto i due fratelli e un'automobile.
Lo stile, il parlato, l'atmosfera, sono gli stessi di 'Fiori di rovina', ma qui c'è la concretezza di una storia giunta al termine, dove là c'è la vaghezza della ricerca che non ha portato ad un risultato esportabile come tale.
Il volume conclusivo della trilogia 'Primavera da cani' non è ancora disponibile sugli scaffali delle librerie. La conclusione, e quindi la comprensione, di questo percorso narrativo, nella sua interezza, è quindi rimandata.

lunedì 17 febbraio 2014

"Omnia mea mecum porto"

Capelli ricci tricolore: castano e biondo dorati e una minoranza verde chiaro.
Dieci orecchini, dai lobi in su, riccamente assortiti.
Filo di labbra e di sopracciglia ridisegnato.
Tatuaggio che avviluppa la parte inferiore della mano sinistra.
Unghie posticce: biancolatte con punta rosa la maggioranza, sontuosamente decorate almeno un paio.
Almeno cinque anelli, di cui due ai pollici e uno alla falangina dell'anulare.
 
"Tutto quello che è mio lo porto con me!".
Lo dice Stilpone (IVsec. a.C.) a Demetrio il Poliorcete che aveva appena conquistato Megara, quando questi si sorprende che quello si stava allontanando dalla città distrutta senza portare, come gli altri, cose con sè.
E' scritto sul mio 'mininotes da portare sempre con sè'.
 
Devo riconoscerle la sobrietà degli attillati indumenti, tutti di color nero.

Professionisti

E l'accattone chitarrista-con-amplificatore-portatile-al-seguito, uscendo dalla funicolare, incrocia l'accattone violinista che sta per prendere servizio e gli chiede gentilmente, chiamandolo addirittura con confidenza per nome, di accordargli la chitarra.
Questi, con la superiorità dello strumento suonato, ma pure con la dovuta competenza, lo guida nell'esecuzione dell'azione.
Il chitarrista, da buon allievo, esegue, e, soddisfatto e felice, lo ringrazia devotamente, poi, prima di andare via, lo saluta con un beneaugurante: 'Buon lavoro'.

domenica 9 febbraio 2014

Altre mani

Stringono i fianchi, mentre si parla di letti, mentre si decide cosa si vuol mangiare.
Non sono poi così diverse da tutte le altre nel resto della fila, non si distinguono, se non per quella, leggera ma intensa, luce interiore che traspare dai movimenti, dal tono di voce: la luce che danno il desiderio appagato e la felicità condivisa.

Mani

Una mano si porta, discretamente, davanti ad un'altra: chiede.
Sa di poter ottenere, ma chiede.
L'altra lascia fare, non si ritrae ma si fa sedurre.
Nel superarli e riguadagnare la distanza nella direzione opposta s'indovina la concessione, la resa.
E la prova è lì, nel nodo delle dita: saldo, evidente, non ostentato ma reale a chi si volta a constatare.
I quattro ragazzetti sono forse appena usciti dalla scuola. Sono rilassati, composti, probabilmente felici. E' bello.

martedì 4 febbraio 2014

Drinn...

Anch'io, per un periodo, ho usato quella suoneria: la 'old phone'.
Ce l'aveva il mio old mobile phone.
Ma, riflettendoci a orecchie pulite, sentir squillare il vecchio telefono nero di bachelite (ce l'avevano i miei nonni su uno scaffaletto da muro a due ripiani che adesso regge tutt'altro) nell'autobus serale è veramente inquietante...