domenica 29 giugno 2014

CITAZIONE MUSICALE n°66

"Where is my mind
Where is my mind
Where is my mind..."

[Pixies - Where is my mind]

(Oh, I don't know. Really I don't!)

CITAZIONE LETTERARIA n°66

"L'amore non può essere tenuto nascosto. La vita è troppo breve per provare vergogna."
 
[Jay Bell - Come se fosse estate - Syncro High School]
 
(Si. Però, certe volte, indipendentemente dalla vergogna, non è facile palesarlo!)
 

'Fiore di Neve e il Ventaglio segreto'

In un titolo semplice, ma di sicuro fascino, è racchiusa la promessa di una storia bella e intrigante.
Accade con 'Fiore di neve e il Ventaglio Segreto' di Lisa See [Superpocket], dove si narra la storia di Fiore di Neve e Giglio Bianco, che, nella Cina del XIX secolo, diventano laotong, 'due vecchie me stessa', ovvero si legano l'una all'altra, com'era consuetudine quando gli 'otto caratteri', che comprendevano caratteristiche di nascita, fisiche, di situazioni, fra due bambine, coincidevano, in 'un'unione di cuori che nessun ostacolo potrà mai distruggere: nè la distanza, nè i disaccordi, nè la solitudine e neppure un matrimonio di più alto pregio o la presenza [tra voi] di altre bambine, e in seguito, di altre donne.'.
Un vincolo saldo quanto e più di quello matrimoniale e diverso da questo, in un mondo in cui le donne si attengono 'alle Tre Obbedienze e alle Quattro Virtù' e seguono 'gli insegnamenti di Confucio così come appaiono nei Precetti per le donne', dove la fasciatura dei piedi, se ben riuscita, garantisce un futuro dignitoso.
Un vincolo totalmente diverso da quello della 'sorellanza giurata' fra un gruppo di bambine, che si dissolveva col matrimonio per poi riformarsi, in un altro luogo e con altre persone, dopo, un vincolo esclusivo e non comune, sancito in un contratto scritto in nu shu, 'la scrittura basata su un codice segreto utilizzata dalle donne di una remota regione della provincia meridionale dello Hunan' da più di mille anni. 'L'unica lingua scritta al mondo creata dalle donne esclusivamente per il proprio uso.'.
E il ventaglio, donato da Fiore di Neve a Giglio Bianco come invito a questa unione tramite la mediatrice di tutta l'operazione, diventa il diario, scritto, appunto in nu shu,  degli eventi da ricordare della vita delle due, prima bambine e poi donne.
Matrimonio, figli, perdite, gioie, dolori, si susseguono, narrati a due voci e scritti a due mani, sulle pieghe del ventaglio, salvato e protetto in ogni occasione.
Ma un codice ha bisogno di una lettura attenta per non essere frainteso, e, in un momento particolare della vita due donne succederà proprio questo: qualcosa verrà mal interpretato e nulla sarà più come prima.
La forza del legame, però, rimarrà, e quella delle due che sopravviverà all'altra narrerà le vicende e il fraintendimento per rendere onore all'amica e al legame stesso.
'Fiore di neve e il Ventaglio Segreto' è scritto in un linguaggio chiaro e preciso, attento alle sfumature come ai dettagli, frutto, questi, della documentazione, anche sul luogo, dell'autrice.
Un romanzo intenso, piacevole e coinvolgente.
Un romanzo che non si dimentica.

domenica 22 giugno 2014

'Non abbiate paura'

Allan Gurganus è uno degli autori da sempre pubblicato da Playground (ora Fandango/Playground), e 'Non abbiate paura' è il piccolo gioiello di cui lui che l'ha scritto e loro che l'hanno pubblicato ci fanno dono adesso.
Un romanzo piccolo piccolo, quasi un racconto lungo, impostato nelle sue parti come un'opera teatrale -evento dal quale prende spunto più di una situazione-  che racconta la storia di due persone, una 'coppia strepitosa', incontrata dallo scrittore -qui in veste di personaggio- al musical scolastico del suo figlioccio e indicatagli dalla madre di questi, sua migliore amica, come degni di attenzione per una storia.
Storia che la donna, dopo, gli racconta, e che lui, incuriosito e affascinato, documentatosi, ci riporta come 'quanto di più vicino alla realtà possa uscire dalla penna di un bugiardo patentato'.
Il titolo incuriosisce.
La spiegazione dello stesso verrà ad un certo punto della storia, e sarà la decorazione che fa brillare la gemma.

'Come se fosse estate'

Una collana che è dedicata ai protagonisti, e quindi si presume ai lettori, di una ben determinata fascia di età: quella della scuola superiore, cioè degli adolescenti alla soglia della maggiore età.
Questa che era una delle costole della Playground è ormai dotata di vita propria: Syncro High School.
E, mantenendo alto il tono dei racconti, che pure partono da protagonisti e storie semplici, continua a descrivere un mondo, complesso e interessante, ma per lo più ignorato e sottovalutato: quello, appunto, dei ragazzi e delle ragazze fra i quattordici e i diciotto anni.
In particolare, qui, l'attenzione è posta su soggetti il cui orientamento sessuale è gay e sul mondo che li circonda e di cui fanno parte.
'Come se fosse estate' di Jay Bell è quello recentemente pubblicato.
E' la storia di Ben e Tim, due adolescenti dai caratteri e dagli atteggiamenti verso la vita completamente diversi, che si incontrano, quasi per caso, ai tempi della scuola e si innamorano.
Ma inserirsi nella, e appartenere alla, società scolastica (intesa nel suo complesso di relazioni interne ed esterne) è più difficile di quanto non lo sia, dopo, inserirsi nella, e appartenere alla, società degli adulti.
E questo causa la separazione dei due, e determina, già nei primi anni di università, scelte di vita diverse, che implicano diversi modi di cercare e di vivere l'amore.
Però, una volta che la scintilla di questo è scoccata, può rimanere a lungo sopita, senza spegnersi.
E allora, quando il caso fa reincontrare i due, le fiamme divampano.
Ma l'amore ha anche molte forme e molti soggetti, e Ben si troverà a dover scegliere.
Quello che non sceglierà lui lo farà, al suo posto, ancora il fato [e spero di non aver detto troppo!].
Più di un decennio di vita, raccontato coi toni di una favola avventurosa che avvince ed emoziona, che fa battere il cuore e fa riflettere.
Si potrebbe obiettare, forse, che qualche situazione sembri un espediente narrativo costruito apposta per far succedere certe cose, ma basta guardarsi un po' in giro, per strada, per rendersi conto di quanto, davvero, la realtà superi la fantasia.
E allora, 'Come se fosse estate' -stagione, questa, in cui inizia tutto, soprattutto l'amore- diventa una storia non soltanto (se mai ha voluto essere solo questo) per adolescenti, ma soprattutto per chi quel mondo l'ha dimenticato, riposto fra le cose passate, e dovrebbe, invece, almeno un poco, tenerlo sempre presente e vivo nella memoria.

Nostalgie

Certe volte mi tornano in mente, non si sa se da soli o richiamati da una qualche inconscia associazione mentale, gli anni '70.
Quelli vissuti.
I desideri, i progetti per il futuro, le constatazioni, le considerazioni.
Ma anche i colori.
Forse soprattutto quelli.
Dei tessuti, delle cose, del mondo.
La tv (poca), i libri che parlavano di casa, i giornali di uncinetto e di maglia, che proponevano fotografie dietro cui ho immaginato, sempre, tutto un mondo (si pubblicano ancora e ancora mi perdo lì dentro!).
Ogni volta qualcosa, poi, mi stringe la gola e non riesco ad ingoiare.
Non è delusione, neanche rimpianto... è che tutto è così diverso.
Troppo.
E, per quanto gradevole, non è fatto della stessa materia dei sogni.

lunedì 16 giugno 2014

'Il serpente di Dio'

Forse un romanzo chiaramente identificabile come tale, dopo quattro narrazioni di storie dichiaratamente definite di ispirazione autobiografica, qualcuno non se lo sarebbe aspettato da Nicolai Lilin. Un frutto, questo, forse del pregiudizio.
'Il serpente di Dio' [Einaudi] è sì un vero romanzo, ma lo erano stati anche gli altri, perché è il modo di scrivere, oltre alla storia, che fa il romanzo; è quando in ogni personaggio, in ogni situazione proposta, c'è sia chi scrive che chi legge.
Nicolai Lilin sa raccontare. Sa catturare l'attenzione e coinvolgere; sa farti partecipe dei sentimenti dell'uno e dell'altro, perché ogni realtà è effettiva, ognuno ha le sue ragioni, per quanto giuste o sbagliate, per agire in una certa maniera. E lo ha dimostrato sempre.
Ora, però, ha deciso di lasciar agire i personaggi, che erano legati ad una certa realtà, in un'altra, simile, ma tutta loro.
Il luogo dell'ambientazione è il Caucaso, dove cristiani e musulmani si combattono, come in tutte le guerre, col contrasto e col consenso delle autorità, ma dove pure, una piccola comunità, abituata a vivere veramente a contatto con la natura e le sue regole, ha stipulato un  patto che lega i loro appartenenti alle due religioni, in un vincolo indissolubile, basato sul rispetto dei valori di entrambe, perché 'Dio è unico e non cambia la sua natura a seconda della maniera in cui viene lodato, perché il suo linguaggio comprende ogni cuore, ogni pensiero, ogni anima.'.
E la comunità, oggetto delle mire, per ragioni diverse, di tutte le forze in gioco, si adopererà per proteggere ad ogni costo questo vincolo, affidando ciò che simbolicamente lo rappresenta, alle due persone, due ragazzi, Andrej e Ismail, che, materialmente ne costituiscono la messa in pratica.
Sono loro, in funzione di questo compito, i protagonisti della vicenda, ma protagonisti sono pure Konstantin, l'agente dei servizi segreti federali implicato nel traffico di droga, il fuorilegge Hassan, suo complice sul campo, Aleksej Novak, il capitano dei sabotatori, che ha fatto della lotta al terrorismo la sua missione.
Ognuno di loro, come tutti gli altri del resto, ha la propria storia, che deve essere raccontata.
E Nicolai Lilin lo fa, intrecciando le vite di tutti e facendole convergere nell'episodio che è raccontato ne 'Il serpente di Dio'.
Serpente che costituisce l'elemento soprannaturale della narrazione, l'apparizione che determina un agire.
Accanto alle descrizioni, Nicolai Lilin espone pensieri, considerazioni, giudizi, mai fuori luogo però, anzi a completamento e a spiegazione di certe azioni, facendo venir fuori un modo di scrivere che non è saccente e noioso, ma intelligente e gradevole.

P.S.: Da qualcuno, da qualche parte, sono state indicate le armi come le vere protagoniste del romanzo. Esse hanno indubbiamente il loro ruolo, essendo un romanzo ambientato in una zona e in un periodo di guerra, ma costituiscono solo un elemento di conoscenza di una realtà che quando si tratta di altri argomenti non sentiamo alcuna necessità di negare.

venerdì 13 giugno 2014

Perla volante

Un ragazzetto in bicicletta ad un altro (parlando, evidentemente, in tutta naturalezza, di una terza persona):
" 'O gabbiano ll'adda cacà 'n capa."
(= Il gabbiano gli deve fare cacca in testa.)
 
Ecco che il linguaggio si evolve in funzione delle mutate condizioni ambientali.

giovedì 5 giugno 2014

Sui tetti

E' bastato essermi allontanata qualche giorno e quello sconsiderato gabbianotto ha preso il volo senza rendermi partecipe dell'inaugurazione di ali e coda!
In compenso il corvo è sceso sul tetto della veranda... :O