sabato 31 dicembre 2016

31 dicembre

Per un anno che va, un altro ne viene...
 
 

venerdì 30 dicembre 2016

CITAZIONE MUSICALE n°96

"I knock you down
Bruise you with my words
I patch you up
Now it's your turn..."
 
[Editors - What is this thing called love]
 
(sospiro)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°96

"Ogni tanto nel suo discorso affiora anche una parola in dialetto e questo mi piace molto.
Ho scoperto che il dialetto per me è una lingua degli affetti."
 
[Matteo B. Bianchi - Generation s of love - Baldini & Castoldi]
 
(sorriso)
 
 

E' la vita.

Ci sono persone famose, appartenenti al mondo dello spettacolo, che, per un motivo o per un altro, segnano epoche della nostra vita, e, se pure non ci si identifica con esse o non ci si riconosce, attraverso di esse, come appartenenti a quel certo movimento che rappresentano o si trovano a rappresentare, è indubbio che, per il solo fatto di crescerci assieme, esse diventano, in una certa misura, parte del nostro vissuto alla stessa maniera come si trovano ad essere immagini di quell'epoca in cui si sono messe in evidenza.
La musica, un certo tipo di musica degli anni '80, è George Michael.
Non ho mai voluto  sposare Simon le Bon, ma George Michael mi è sempre piaciuto.
Mi piacevano le sue meches bionde che tutti imitavano, e ho faticato parecchio ad accettare visivamente la sua trasformazione da giovanotto luminoso ad uomo più fascinoso sì, ma anche più scuro.
Le sue canzoni mi sono sempre piaciute, e alcuni dischi li ho comprati.
Ha influenzato, o contribuito a farlo, in maniera marginale ma profonda, un certo mio modo di essere.
E' stato, in un certo senso, 'parte' anche della mia vita.
In maniera diversa, forse più distaccata, più lontana, lo è stata anche Carrie Fisher, la principessa Leila Organa di Guerre Stellari.
Lo dico sempre: Star Wars l'ho visto quando è uscito, al cinema.
E non posso negare che, per quanto non sia mai stata una fan irriducibile, i personaggi di questa serie di film sono diventati parte del mio mondo immaginario.
Con entrambi, assieme ad altri e in buona compagnia, ci sono cresciuta.
E se lì per lì il fattore età non veniva preso in considerazione, adesso, a distanza di anni, a poche ore dal venire a mancare su questa terra dell'uno e dell'altra, esso prende peso e rivela la sua importanza, la sua vicinanza, e il verificarsi di questi eventi in fine d'anno, mette in evidenza non solo la precarietà della vita, ma il fatto che una parte di ciò che ha costituito la realtà mondana della tua giovinezza è davvero morta per sempre.

venerdì 23 dicembre 2016

venerdì 16 dicembre 2016

Libri in fiera

 
 
'Più libri, più liberi'
Non è un appuntamento fisso, perché devo spostarmi, ma cerco di farlo essere tale, e, da quando porto con me la valigia, anche fruttuoso.
In effetti, finché dura la somma che ho deciso di spendere, la valigia la riempio!
(Veramente, dato il target della fiera -piccola e media editoria-, il primo acquisto l'ho fatto alla libreria della stazione!)
Mi piacciono le fiere del libro.
Mi piace vederne tanti, prenderli in mano, sceglierli e comprarli.
Mi piace avere un contatto, se pur minimo, con chi li pubblica, i libri.
Quest'anno, a qualcuno di loro ho fatto le mie rimostranze, a qualche altro le raccomandazioni di restare all'alto livello in cui operano, ad altri i miei più sinceri complimenti.
E di libri ne ho comprati.
Ma non sono mai abbastanza!
 
 

domenica 11 dicembre 2016

In English, please.

Il comprare un romanzo in lingua inglese [Anne Rice, Prince Lestat and the realms of Atlantis] non fa di me, automaticamente, un'inglese.
Ma se la gentile commessa della libreria romana si è rivolta a me in quella lingua, perché toglierle la certezza (l'illusione) di star vendendo un libro inglese (americano) a un'inglese?

giovedì 1 dicembre 2016

L'odore dell'inverno

L'annusano, nel raggio di sole in cui sono seduti, tutti i gatti dei negozi.

vento (2)

Seconda giornata di vento: tutti lì, a far finta che in quell'angolo la ricezione dei cellulari sia migliore, e a parlarci dentro per confermarlo, mentre è talmente evidente che sono lì solo per scaldarsi al sole!

Vento

Prima giornata di vento, solito ritardo dell'autobus.
Sale in braccio al padrone, dove, probabilmente, è stato anche fino a quel momento, seppur insofferente per le zampine tenute al caldo fra le sue mani.
Nell'autobus si guarda intorno, studia il territorio, poi il padrone trova una buona sistemazione in piedi e il cane pure: la testa sulla sua spalla, non importa l'orecchio piegato.
L'espressione vigile e attenta, per quanto calma, però, comunica al mondo: 'Questo è il mio padrone, colui che mi nutre e mi protegge. Guai a chi lo tocca!'.

domenica 27 novembre 2016

CITAZIONE MUSICALE n°95

"Can you imagine a love that is so proud?
It never has to question why or how..."
 
[Placebo - Loud like love]
 
(Love!)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°95

"... Enid vorrebbe dire a Rose che adesso ha capito che l'amore non è mai uguale a se stesso. Nell'arco di una vita si possono amare più persone ma mai allo stesso modo, e a dirla tutta alcune le si amerà di più. Anche molto di più."
 
[Helen Humphreys - Il canto del crepuscolo - Playground]
 
(Vero.)
 
 

Stelle

Quando ti capita di rileggere, come fossero di un altro, brani che hai scritto tanto tempo fa, e questi ti commuovono, per quel che dicono, per come lo dicono, forse significa che erano stati scritti bene.

'A place for us to dream'

Placebo, 'A place for us to dream'.
 
Placebo: venti anni di storia, trentasei fra le più belle canzoni, una dedica che da sola vale l'acquisto dell'album (doppio).
Non ci sono parole, per descrivere la storia dei Placebo, migliori di quelle usate da Brian Molko.
Non c'è modo migliore per comprenderli che ascoltare la loro musica.
E allora, poiché 'This album is for you, not for me.', non resta che replicare : 'Thanks, Brian.' 💗

venerdì 25 novembre 2016

Otto

🎉 Gli anni di Annetta e basta! 😃
 
 
 

martedì 22 novembre 2016

Birthday

💖🎆🎉 Happy 40th Birthday, Ville Valo!🎈🎆💖

sabato 19 novembre 2016

Scusa, ma...

Scusa, non volevo.
E ho cercato pure di mascherare la cosa leccandomi le labbra, pronta a  giustificarmi con i residui dello zucchero caramellato della barretta che avevo in borsa, mangiata a metà.
E magari tu neanche ti sei accorto dell'intera cosa.
Ma guardarti, e ravvisare la tua somiglianza col protagonista della fiscion al quale ho riso in faccia per tutte le puntate, ha reso istintivo, non sono riuscita ad evitarlo, ripetere quella cosa. 😇

Perla regionale

Arrivo alla fermata dell'autobus, dove c'è gente che aspetta già da un po', e un vecchietto mi accoglie con le proteste per il ritardo cronico dei mezzi  di trasporto pubblici.
Poi mi invita a sedermi, e, prima di ricominciare l'invettiva contro chi di dovere e contro chi non controlla, sicuramente per calibrare la protesta, mi domanda: "Ma voi siete italiana o napoletana?".
[Ho ritenuto opportuno rassicurarlo sulla mia nazionalità. 😉 😊]

domenica 13 novembre 2016

Fazzolettini

E' da un po' di tempo che li vedo usare per reggersi negli autobus, ma col caldo e il sudore li ho trascurati, memore di chi, avendo il problema delle mani sudate, li utilizzava per evitare di lasciare tracce di sé.
E poi c'è sempre il raffreddore, che non ha stagione e che chiede il loro uso e la loro richiesta improvvisa.
Ma una di queste volte mi si è svelata, per diretto ascolto, l'atroce verità: i fazzoletti di carta vengono usati perché nell'autobus ci salgono anche altre persone, persone che vengono da fuori, persone che non sono come noi, che, per carità, ma... .
Sono rimasta impietrita, la mano sulla cerniera della tasca dello zaino dov'è il pacchetto dei fazzoletti, ma ben decisa a far arrangiare la persona che lo chiedeva in giro per questo scopo, dichiarato poi, pur se a bassa voce per la presenza dei soggetti da cui proteggersi, ai vicini.
Se siamo tornati ai tempi di Rosa Parks, (e poco ci manca, ormai) la situazione è grave.
E triste, di una tristezza che ti si insinua dentro e non se ne va più.

domenica 6 novembre 2016

Charly

E' davanti al portone.
Imbocco il vicolo e mi guarda.
Mi avvicino seguendo la strada e mi guarda, poi guarda il portone e mi guarda di nuovo.
Cerca il mio sguardo e mi fa segno verso l'entrata.
Sono ad un passo e gratta con la zampa la porta.
"Sei rimasto chiuso fuori?", gli chiedo.
Fa un cenno canino di assenso e mi indica di nuovo di voler entrare.
Così premo una sola volta il campanello e aspetto con lui.
"Charly!", esclama la ragazza che apre, cercando di tener lontano dall'ingresso il suo cane agguinzagliato.
"Scusa,", le dico, "mi ha chiesto di entrare...".
"Avevo quasi pensato avesse bussato da solo: ci manca poco!".
La guardo perplessa e mortificata.
"Sta appresso alla mia!", spiega lei, quindi esce, tirandosi dietro la cagnolina e chiudendo la porta.
Charly va in visibilio e a nulla servono le esortazioni a lasciar perdere la bestiola.
Arrivano altre due donne.
"Charly! Stai tradendo la nostra! Fino a ieri le facevi la corte sotto la finestra, e adesso?".
Charly, dongiovanni a quattro zampe di quartiere, fa il finto sordo, ma si rassegna a non seguire né l'amata di turno, né chi lo ha aiutato, né chi lo ha smascherato.

lunedì 31 ottobre 2016

Halloween

Palermo, orto botanico.
 

giovedì 27 ottobre 2016

CITAZIONE MUSICALE n°94

"My whole life,
Waiting for the right time,
To tell you how I feel."
 
[Hurts -Stay]
 
(...)
 

CITAZIONE LETTERARIA n°94

"Mi  chiedo se sapremmo che tipo di vita facciamo se ogni tanto non dovessimo raccontarla ai nostri amici."
 
[Edmund White - Jack Holmes e il suo amico - Playground]
 
(Mi chiedo se anche con loro teniamo il conto delle bugie...)
 

Suonerie

"I want it all, I want it all, ...", chiama, con la voce di Freddy Mercury, la suoneria di un cellulare.
"Papà?", risponde il proprietario, con tanto di carrozzino con bebè davanti, del  telefono.
 
[Certe suonerie non si scelgono a caso.]

Dell'umana cortesia

Entro nella pasticceria, dopo aver scelto dalla vetrina che dà sulla strada cosa comprare, e, recatami alla cassa faccio l'ordine.
La commessa sta, nonostante ci siano altre due clienti, smanacciando coi soldi della cassa.
"Vada dalla collega!", mi dice.
La collega serve al banco e non ha la cassa, ma vado da lei.
Aspetto che serva chi è lì prima di me, che quella che sta in cassa faccia loro lo scontrino, che ritirino, quindi che venga il mio turno.
Neanche fossi stata un fantasma senza lenzuolo, rimango a suscitare la loro completa indifferenza.
Allora mi guardo intorno, torno a posare lo sguardo sulle tipe, quindi volto loro le spalle e me ne vado.
 
[Non dico il nome della pasticceria: farei loro pubblicità e non se la meritano.]

Così

E poi, all'improvviso, ti torna in mente il bracciale che lui indossava sempre.

La perla sono io

All'imbarco, per tornare a casa, sul traghetto preso all'andata una settimana prima: "Io la signora la conosco! E' quella che arrotola il foglio (leggi : il biglietto in formato A4) invece di piegarlo!".

Anche questa è Palermo

E nel supermercato a conduzione familiare ti ritrovi a dover spiegare che non è perché ti sei trasferita lì che ti vedono tutti i giorni, ma che sei solo in vacanza e alla fine della settimana andrai via.
E ti pare normale dare loro gli auguri per il nipote appena nato e salutare, ricambiando la stretta di mano e accettando gli auguri di un ritorno in loco, prima di andare via.
 
[Ecco, forse, se chi fa le pubblicità girasse un po', riuscirebbe a riprodurre realtà meno artificiose e più vicine al vivere comune, più piacevoli da osservare e maggiormente rappresentative del messaggio che la pubblicità stessa vuol trasmettere.]

Ottobre a Palermo

 
Palermo: sette giorni in compagnia di un'amica finlandese, sua figlia e la cugina di questa.
Palermo: una serie di dejà vu, in parte frutto della memoria inconscia, perché lì ci ero già stata e alcune cose le ricordavo, in parte no.
 
 
Non posso dire di averla girata tutta, non ne ho avuto il tempo, ma un po' sì, e un po' ho cominciato a conoscerla e a capirla.
Non è immediata, questa cosa, perché, come tutte le città, ha molte facce, e quelle di Palermo si incastrano l'una nell'altra in maniera molto particolare.
 
 
 
Si riconosce la città di mare: quella caratteristica di movimento culturale, sociale, 'fisico', che solo il contatto con le onde e con quello che si tirano e lasciano dietro può far scaturire.
 
 
E' una città del cibo, che è tanto, vario e saporito.
Usi e costumi giornalieri ne fanno una città 'antica', in cui i comportamenti hanno un valore, ma, allo stesso tempo, non è chiusa in se stessa, anzi è decisamente 'moderna'.
 
 
 
E poi c'è l'affascinante città architettonica, in cui nuovo e vecchio, intero e rotto, bello e brutto, si fondono, dove integrandosi e dove no.
 
 
E' di sicuro una città di verde pubblico, curato quello 'vecchio', reinterpretato magistralmente, unendolo ad elementi del passato, quello nuovo.
 
 
Sembra pure una città in cui gli animali paiono trovarsi a proprio agio (e questo la dice lunga sulla civiltà di un popolo)!
Ed è, sì, una città del turismo, ma le cose belle si fanno vedere, per la gioia -e qualche volta l'invidia- degli altri.

 

giovedì 13 ottobre 2016

Intorno a Ricardo

Ditemi che tutto si spiega, che tutto ha un senso, perché altrimenti non so più che pensare!
Nella gita parigina di ormai parecchi anni fa mi dedicai alla mia grande passione: i giardini.
E quindi, ritenendoli, se pur particolari, tali, visitai alcuni cimiteri.
Ovviamente il Père Lachaisse, Montmartre, Montparnasse.
Alcune tombe mi colpirono particolarmente.
Scattai timidamente alcune foto. Altre, chissà perché, non le scattai.
E soprattutto di una mi è sempre dispiaciuto non aver serbato altro ricordo che quello mentale: è costituita dalla scultura di un enorme gatto a mosaico, con, su un piccolo cartello posto davanti, una intestazione che recita: 'pur notre grand ami Ricardo mort trop tot jeune, aimè, et beau' , seguita dalle date di nascita e morte del soggetto.
Quest' uomo mi incuriosì lì per lì e ha continuato a farlo per anni!
Perché non mi segnai le informazioni in quel momento, perché non scattai una foto, non lo so!
L'ho cercato tanto, dopo, ma, se pure in grado di riconoscere sia la statua che la scritta non ero in grado di ricordare quest'ultima per usufruire dell'aiuto di internet.
E poi c'era stato un fraintendimento: ero convinta che la tomba fosse a Montmatre (poco lontano da quella di Nijinsky, di cui ho la foto) e invece è a Montparnasse!
Adesso su fb, faccio parte di un gruppo di appassionati di cimiteri, e ieri è venuta fuori questa tomba.
"E' lei.", mi sono detta, ma, ovviamente, non riconoscevo il contorno.
Un po' di ricerca, oggi, e ho capito anche chi è questo 'Ricardo' [Ricardo Menon, assistente dell'artista Niki de Saint Phalle, autrice della statua in questione e dell'epittaffio].
L'altro ieri, però, tramite internet ci ero, una volta di più, vicinissima, perché, per 'Stelle', cercavo un ospedale con determinate caratteristiche, che si trova proprio in quella zona.
Un caso? Non lo so.
Perché Montparnasse è il cimitero preferito di B.R. (uno dei personaggi di 'Stelle')!
Ci passeggia anche, in un capitolo!
Deve però aver fatto un giro in cui non ci passava davanti. Forse per la pioggia.
Che c'era anche quando ci sono stata io.
Ricordo tutto di quel giorno, ma il gattone (la cui ricerca anche tramite l'accostamento 'gatti' e  'cimiteri' non ha mai dato frutto fino a stamattina) continua ad essere collocato in un verde che non è quello di Montparnasse!
Però sono convinta che i personaggi di 'Stelle' abbiano cercato, e continuato, in un modo o nell'altro, di indicarmelo.
Miao!

venerdì 7 ottobre 2016

700

E' il numero dei post pubblicati fino ad oggi.
 
 
 
 
La foto è stata fatta al 'Festival dell'Oriente' di quest'anno a Napoli.

'Il ragazzo con gli occhi grigi'

Gilles Perrault - 'Il ragazzo con gli occhi grigi' - Fandango Playground
 
Tempo di guerra: se i proiettili di un aereo nemico imperversano e hai due figli da proteggere, nonostante tutte le tue magari giuste remore, la possibilità della fuga, quasi imposta, da un giovane, un ragazzo, nei campi, è una opportunità che non è possibile ignorare.
Flo non sta a pensarci e segue Jean in una casa isolata che sarà rifugio e trappola, salvezza e fonte di pericolo, in uno sbocciare di sentimenti, ricordi e azioni. Una bolla di tempo immobile e tiepido che accoglie i quattro protagonisti e che si romperà pochi giorni dopo, alla fine della guerra.
Preciso ed essenziale nelle immagini, il racconto lascia molto ad intendere, senza specificare, ma, allo stesso tempo, senza far fraintendere, e il concentrato di pensieri e azioni si dilata in essi stessi attraverso la visione del vissuto di Flo.
Quello di Jean parla per piccoli indizi, che, sono forse più espliciti delle parole.
E, forte del fatto che l'essere, il sentirsi, vicini, non implica la conoscenza reciproca, il racconto, fra mistero e inganno, si chiude con un finale che probabilmente ci si aspetta, ma non esattamente in quella forma, e che resta, comunque, aperto.

martedì 27 settembre 2016

CITAZIONE MUSICALE n°93

"So you're lying in your underwear
Oh, in someone else's bed
And the silence is so dangerous
It's a terrible sense of dread..."
 
[Hole - Someone else's bed]
 
(-sigh-)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°93

"Ci sono azioni nelle quali ci si riconosce meglio che nel più limpido degli specchi."
 
[Amélie Nothomb - Il viaggio d'inverno - Voland]
 
(Vero.)
 
 

domenica 25 settembre 2016

Dilemma

Come fai a dire a qualcuno che ti ricorda la versione brutta di qualcun altro?
Meglio star zitti e guardare altrove!

giovedì 22 settembre 2016

Non solo parole

La ragazzetta prende un cd dall'espositore dove sono quelli in offerta e ne osserva con intensità la copertina.
"Però, era proprio bono!", esclama, prima di rimetterlo al suo posto, rivolgendosi al ragazzetto che è con lei.
Curiosa, guardo cosa aveva preso in mano: 'Heroes' di David Bowie.
Mi scappa un'esclamazione di approvazione.
Anche se io non lo avrei definito con quel termine, che forse appartiene più alla mia gioventù che alla sua (o è diventata una parola atemporale ed io non me ne sono accorta?).
Però, definizioni a parte, se lei è riuscita a cogliere in quell'immagine di copertina tutto il fascino di David Bowie, vuol dire che, buon gusto e buon orecchio a parte, ha anche un acuto spirito di osservazione e una sensibilità che vanno al di là della mera percezione dell'immagine.

lunedì 12 settembre 2016

Perla numerata

Mia madre, indicando l'attore di turno che interpreta l'agente 007 (a.s.s.d.S.M.) nell'ennesima trasmissione televisiva di una puntata della serie: "Ma chist' è nat' Scion Connery?".
 
[In effetti, anche per me, 007 è Sean Connery. (Roger Moore solo quando va in vacanza.)]

lunedì 5 settembre 2016

Al posto sbagliato

Chi assegna i posti ai libri sugli scaffali dei negozi, non dovrebbe limitarsi a leggere il nome dell'autore o il titolo del libro per espletare il suo compito, ma dovrebbe capire di cosa tratta il volume.
Si eviterebbero madornali figuracce!
Come quella di mettere 'La trilogia dei sensi', di Anne Rice [Longanesi], originariamente pubblicato con lo pseudonimo di A.N. Roquelaure, accanto alle 'Cronache dei Vampiri', essendo questa "Il racconto torbido e seducente di un risveglio sessuale", come indicato nel risvolto della prima copertina, e cioè, letteratura erotica e non letteratura horror!
Ho provato a spiegarlo a qualcuno, ma sembra che l'approssimazione dilagante abbia avuto la meglio...
E, ad onor del vero, questo succede non solo nelle librerie di una certa casa editrice.
Egualmente sconcertante è stato trovare, anche, in una delle su non nominate, 'Elogio del gatto' di Stéphanie Hochet [Voland], nel reparto zoologia, quando il saggio parla sì del gatto, ma attraverso le parole di altri scrittori, e non certo di come è fatto anatomicamente o di come lo si alleva!

giovedì 1 settembre 2016

Zac-zac!

Ritengo sia una cosa sciatta, lasciar spuntare, a vista o in sott'impressione, le etichette interne degli abiti. Non è un grosso sforzo, né fisico né mentale, prendere un paio di forbicine ed eliminarle. Tanto nessuno si metterà a leggerle. Garantito!

Col caldo che ancora fa

Potrebbe essere considerata sensuale, una goccia di gelato che cola sulla coscia abbronzata, vestita di sandalo e pantaloncino corto, di una ragazza che sta leccando il cono da cui essa è venuta giù?

mercoledì 31 agosto 2016

Oh, così!

 
Perché, andando sulla montagna, capita di imbattersi in cose strane.

sabato 27 agosto 2016

CITAZIONE MUSICALE n°92

"I know who I am, but who are you?"
 
[No doubt - Sunday morning]
 
(Eh!)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°92

"Bisogna amare un minimo se stessi per potersi piacere nelle braccia di un altro."
 
[Simone de Beauvoir - Malinteso a Mosca - Ponte alle grazie]
 
(Eh, sì!)
 
 

Precisione -e saggezza- infantile

"Devo scegliere un libro da leggere o da guardare?".

lunedì 15 agosto 2016

Ferragosto

Stamattina, non so perché, parlavano di loro alla televisione, e mi è venuto spontaneo pensare che, in effetti, Ferragosto, il culmine non cronologico dell'estate, è Lucio Battisti e le canzoni di Mogol.
Le canzoni delle estati dell'adolescenza, che, forse, negli anni ottanta, non sapevamo neanche di star vivendo, delle estati in cui si tornava a casa prima di mezzanotte, tranne quando c'erano i fuochi d'artificio (il 16, S. Rocco), delle feste in piazza, quelle che cantavamo ad alta voce di notte per strada.
In 'Viaggio di nozze', [Pickwick], Patrick Modiano dice: "Da quale momento della vita l'estate mi è sembrata all'improvviso diversa da quelle che conoscevo? Sarebbe difficile stabilirlo, non c'è un confine preciso.".
E' vero, non c'è. Però, forse, una specie di linea di demarcazione, anche se distribuita a tratti negli anni, è possibile tracciarla a partire da quando quelle canzoni, d'estate, non le abbiamo cantate più. Non che siano state dimenticate, tutt'altro, ma erano ormai 'passato'. Non musicale, ma di vita.
Di quella giocosa e spensierata che guardava al futuro senza badarci troppo. Di quella in cui bastava poco, con lui o lei a due passi più in là, per sognare.

sabato 13 agosto 2016

A mezze maniche

'Solo il pesce morto segue la corrente'.
L'ho letta e tradotta al volo (l'originale era in inglese) da una t-shirt indossata da un giovane che mi è passato davanti mentre aspettavo, a metà strada fra l'uno e l'altro, l'autobus e/o il treno (è arrivato prima quest'ultimo).
Lì per lì sembra una cosa da poco, ma se ci rifletti un attimo dà da pensare seriamente.

dal basso


'La prima pietra'

Krzysztof Charamsa - La prima pietra - Rizzoli
 
La lettura di questo libro scaturisce da una doppia curiosità: quella di conoscere cosa ha da dire quest'uomo riguardo alla sua storia e quella data dal titolo in sé.
Partiamo dalla seconda: il verso dei Salmi relativo alla 'pietra scartata dai costruttori' è per me (per ovvi motivi) sempre stato fonte di perplessità.
Non c'è logica, non c'è motivazione valida, per quell'affermazione, a meno di non considerare 'incompetenti' i costruttori. E, di solito, quest' affermazione è menzognera.
Però ci sono, ci sono sempre state, le frodi, e allora il discorso può cambiare e quella pietra avere il suo valore non riconosciuto.
Ed è in questa ottica che interpreto il titolo e do un senso alla storia.
La storia di una realtà umana diversa da quella imposta da un ordine costituito in nome di questa ma senza tener conto della stessa.
La presa di coscienza di sé e del mondo che lo circonda da parte del signor Charamsa, stranamente, invece di innervosirmi, mi ha intenerito. Ci ho trovato una ingenua sincerità che mi ha fatto credere alla sua buona fede e al suo proposito creativo di, appunto, essere la prima pietra, di un edificio, umano e religioso, nuovo.
Non l'avevo giudicato così positivamente, quando, poco meno di un anno fa, dichiarò la sua presa di coscienza pubblicamente, perché, forse più di lui, immaginavo a cosa sarebbe andato incontro.
Però, forse, il coraggio va nutrito col coraggio, e se ne ha avuto per parlare di quello che tutti sanno ma che nessuno dice, beh, allora ne avrà anche per portare avanti la sua parte di battaglia per i diritti di tutti.

'Sconosciuti in treno' & 'Idilli d'estate'

Dopo tanti anni dalla saga di Tom Ripley e di Carol sono tornata a leggere Patricia Highsmith.
Ho scelto, non a caso, 'Sconosciuti in treno' e 'Idilli d'estate' (Bompiani).
Forse perché le atmosfere mi riportavano, appunto, al primo e alla seconda.
Inutile che stia a descrivere situazioni e ambientazioni, fatte per la visione mentale individuale e collettiva cinematografica: tutte le sue opere sono così, e poi certi romanzi non si raccontano: si leggono!
E lette di seguito (con l'intervallo di qualcos'altro) queste due storie mettono in evidenza due aspetti di porsi davanti al crimine che quasi si contrappongono: in 'Sconosciuti in treno', gli autori dei crimini, tecnicamente riusciti, nella lotta con se stessi, finiscono per invalidare il loro lavoro; in 'Idilli d'estate', invece, è una sorta di destino giocoso e permissivo che punisce e premia, favorendo l'uno o l'altro, in nome -forse- della felicità.
Temi non sconosciuti, in verità, alla sua opera, ma trattati sempre in maniera da calzare perfettamente ai personaggi protagonisti di ciascuna storia.

martedì 2 agosto 2016

:(

Sta sulla soglia del negozio che, probabilmente, rifornisce periodicamente, anche se magari in maniera non ufficialmente autorizzata, di buste della spazzatura.
Sta lì, sotto il sole cocente, e parla con chi sta dentro tenendo fra le braccia questo cartone con le buste dei vari colori ordinatamente arrotolate.
Sento solo il suo commento, pacato, dignitoso, da cui posso, senza ombra di dubbio intuire il dialogo che l'ha preceduto: "Ma io non posso aspettare settembre, per mangiare.".
Come dargli torto?

domenica 31 luglio 2016

'Basilicò'

'Basilicò', Giulio Macaione, BAO.
 
Ricette e segreti: l'essenza di ogni famiglia!
Da tramandare (forse) le prime, da celare (possibilmente) i secondi.
Entrambe le cose legano coloro che appartengono ad una famiglia: col gusto le prime, in cui, però, il sapore non si riesce mai a riprodurre esatto, rimanendo questa, prerogativa di chi le prepara d'abitudine; i secondi coll'alchimia che viene sprigionata dal mischiare i sentimenti e impastare le azioni per creare situazioni in cui rimangono intrappolati i protagonisti di esse.
Talvolta un ingrediente lega le une agli altri...
In questo caso è il basilico, coltivato da Maria nell'orto di casa e presente nelle sue ricette.
Quelle preferite dai figli, quelle che permettono loro di identificarsi come appartenenti ad un tutt'uno, ancor più del cognome comune, quello, oltre il quale, i segreti devono rimanere tali.
Gradevole come un pranzo ben cucinato e ben presentato, 'Basilicò', oltre all'intrigo familiare, ci regala ben sei ricette, tutte da provare, e un legame semplice e per nulla forzato, con 'I colori del vicino' e 'Ofelia', opere, ognuna per sé, prova evidente della maestria narrativa e rappresentativa di Giulio Macaione.

giovedì 28 luglio 2016

CITAZIONE MUSICALE n°91

"Time, it needs time
to win back your love again..."
 
[Scorpions - I' m loving you ]
 
(Tempo e... lavoro!)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°91

"Il tempo è un prodotto sintetico. Duttile, dilatabile, adattabile alle proprie esigenze, dalle caratteristiche straordinarie. Lavorarlo è un gioco da ragazzi."
 
[Wolfgang Büscher - Germania, un viaggio - Voland ]
 
(Più che un gioco, forse una capacità potenziata dall'azione frequente.)
 
 

domenica 24 luglio 2016

al PAN

Ogni tanto una mostra, anzi due.


giovedì 21 luglio 2016

estati

"Eyes without a face" in una notte di luglio ha una suono speciale.
Il suono di un ricordo che si schiude.
Il ricordo di una notte d'agosto quando questa canzone era giovane giovane e, anche se il cuore batteva forte, i gesti erano impacciati.
E nel profumo del mare e delle belle di notte (mirabilis japala), si stava in piazza ad ascoltare la musica e a ballare.
Ce l'ho ancora, quell'orologio col cinturino metallico, tutto rosso, con le cifre digitali: ci si erano poggiate le sue dita sopra, per vedere l'ora, mentre qualcun altro mi teneva il polso e Billy Idol cantava.
Il colore è un po' andato, ma se ci mettessi una pila nuova, molto probabilmente funzionerebbe ancora.
Non credo che lo farò, però, questo: certe cose devono rimanere quelle che sono.
Come il fatto che l'ho cercato per anni e che per altrettanti ho evitato di farlo, perché è stato uno dei miei grandi amori (non corrisposti), ma anche una delle più grandi delusioni (non per la 'non corrispondenza').
Adesso che c'è Internet ho provato a cercarlo, ma solo per curiosità. Non so cosa proverei ad incontralo di nuovo. Neanche mi interessa, saperlo, ma mi piacerebbe accadesse. Tanto non riconoscerebbe mai né me né l'orologio (figuriamoci!), e Billy Idol continuerebbe a lasciarlo indifferente. (O, almeno lui, no?!)

sabato 9 luglio 2016

Della radio

Il discorso appena fatto per la telecronaca calcistica, vale, in una certa misura, anche per le trasmissioni radiofoniche.
Trovo mortalmente noiosi i programmi in cui parlano, praticamente fra loro, due o più persone.
Li ritengo la negazione della radio, che è fatta per la musica, il notiziario, il monologo, parlato o letto.
E' questo che coinvolge l'ascoltatore, che lo fa sentire importante, al centro dell'attenzione: il fatto che, chi è dall'altra parte, si sta rivolgendo a lui, proprio solo a lui, anche se sa che ad ascoltarlo sono in mille!
Il coinvolgimento telefonico o tramite social network è esaltazione dell'egocentrismo.
Non fa compagnia se non a se stessi.
E la compagnia da soli, ce la possiamo fare senza coinvolgere gli ascoltatori di una radio.

Sportintivu

Se accendo il televisore per vedere una partita di calcio, significa che voglio vedere una partita di calcio.
Posso essere interessata a capire il perché della conseguenza di una certa azione che può essermi sfuggita.
Posso anche tollerare un piccolo aneddoto buttato lì in un momento 'morto'.
Ma non sopporto il commento, continuo e petulante, delle azioni, la giustificazione pro o contro di queste, il pettegolezzo, la storia familiare dei calciatori, la 'diretta' con l'allenatore a bordo campo.
Non voglio il chiacchiericcio continuo di due, o addirittura tre, persone, mentre guardo la partita.
Vorrei non dover, le volte che la guardo da sola -e sono poche-, togliere l'audio perché non esiste la telecronaca di una persona competente e appassionata, tifosa sì, ma della partita.
Certo, esiste la possibilità, su altri canali, di un commento di favore, (e, in tutta onestà, quello che cerco è una cosa completamente diversa) ma perché dover ricorrere ad una cosa simile, quando basterebbe sostituire i commentatori coi telecronisti?

martedì 5 luglio 2016

Il pronome adatto

Finalmente, anche qui una donna può sposare una donna e un uomo un uomo (e - relativamente - importa poco come venga chiamato questo legame ufficialmente riconosciuto).
A questa evoluzione della società dovrebbe, però, far seguito un'evoluzione nell'uso corretto della lingua italiana parlata, perché:
va bene se una donna, riferendosi alla sua compagna, le ha chiesto di sposarla,
va bene se un uomo, riferendosi al suo compagno, gli ha chiesto di sposarlo,
ma assolutamente non va bene se un uomo, riferendosi alla sua compagna, gli ha chiesto di sposarlo!
Non andava bene prima, figuriamoci adesso!
Ancora non ho sentito una donna che, riferendosi al suo compagno, le chiedesse di sposarla.
Nel caso avvenisse, si rendesse conto anche lei di essere in errore.
Auguri a tutte le coppie!

lunedì 27 giugno 2016

Rifletti prima di parlare

"Non basta chiedere scusa. Non devi farlo più!".
Tutti ce lo siamo sentiti dire, da piccoli.
E le due cose sono conseguenziali perché l'una non ha valore senza l'altra.
Sarebbe opportuno ricordarcelo anche da grandi.
Tutti.

Scomparsa

Devo ammettere che il gusto degli importunatori notturni automuniti è migliorato notevolmente, se vanno in giro facendo rimbombare a pieno volume Whitney Houston.
Quello che però mi sconcerta, è la fine che possa aver fatto l'elleppi 'Whitney', ricevuto in regalo all'epoca della sua uscita -o appena poco dopo- e tornatomi in mente proprio grazie agli importunatori.
L'ho cercato dappertutto, ma non riesco a trovarlo!
(Certo non l'hanno preso quelli, ma neanche può essersene andato in giro da solo! Mah!)

Nemici del sonno altrui

E' vero, per me la notte non è fatta per dormire.
(Città di notte l'ho letto - appunto - di notte, ma, nota bene, non era ancora estate!)
Per questa attività, piacevole e indispensabile, prediligo le prime ore del mattino e le prime ore del pomeriggio, anche se il mondo non è d'accordo e mi tocca 'ufficialmente' dormire di notte.
Il mondo, però è anche rumoroso. E di notte non smette di esserlo.
Così succede che nelle 'mie' ore di sonno riesco ad isolare parzialmente il cervello dall'esterno, ma in quelle in cui il sonno mi viene imposto no, e, non c'è sogno che tenga, il minimo rumore mi sveglia.
Da qualche  giorno è estate, e purtroppo il caldo si fa sentire.
Da tutti, lo capisco.
Quello che, invece, proprio non comprendo, è perché certa gente debba dover mettersi a parlare ad alta voce fuori al balcone da dopo la mezzanotte fino al sorgere del sole!

'Città di notte'

'Città di notte' - John Rechy, Tropea.
 
 Che cosa spinge un giovane a voler conoscere se stesso, gli uomini, l'America, attraverso la vita notturna delle città, attraverso 'il sesso di una notte e fumo di sigarette e stanze allagate dalla solitudine', attraverso un viaggio da una costa all'altra del Paese, inteso come 'un'unica vasta città di notte', fatto per conoscere e poi ricordare 'le vite  vissute oscuramente in essa'?
'Leggevo molti libri, vedevo molti, molti film.
Osservavo gli altri vivere, solo attraverso una finestra.'.
E' forse in queste frasi la risposta.
Non è un isolamento fisico dagli altri, ma 'intimo', e il passare dall'altro lato del vetro implica unirsi agli altri, in modo fisico e intimo, attraverso un contatto dei corpi che non riesce, però, a far sparire la solitudine, la quale, invece, si fortifica come una corazza protettiva, attorno ad ognuno.
La solitudine diventa, quindi, la nuova finestra attraverso cui guardare fuori e partecipare alla vita degli altri.
Nato come una lettera ad un amico, una volta tornato a casa, in Texas, 'Città di notte' riporta le esperienze dell'autore a New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago, e il carnevale a New Orleans, che segna la svolta nella sua vita, alternando capitoli di considerazioni e fatti più generali (Città di notte), a storie, più particolareggiate, di 'personaggi' incontrati nel mondo della strada a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso.

CITAZIONE MUSICALE n°90

"And they'll come true, impossible not to do
 Impossible not to do..."
 
[The Cramberries - Dreams ]
 
(But you've to believe in it.)
 
 

CITAZIONE LETTERARIA n°90

"Devi solo crederci e lasciar correre, e avrai tutte le conferme di cui hai bisogno..."
 
[Armistead Maupin - Una voce nella notte - Rizzoli]
 
(Ma devi pure volerle, queste conferme, e devi volerci credere.)
 
 

martedì 21 giugno 2016

Sweet number

Sì, credo proprio che, nonostante li abbia 'conosciuti' tardi, gli H.I.M. siano tra le mie band preferite.
Non esiste una classifica, ma loro sono molto molto molto in alto.
Il loro album di debutto è stato, nel 1997 'Greatest Love Songs Vol. 666', al cui interno c'è il singolo 'Your Sweet 666'.
Questo è il post n°666... quale migliore dedica?
 
 
 

a-ha

Ho aspettato un po' a comprarlo. Lo ammetto: ero dubbiosa, perché i 'live' hanno il fascino del concerto vissuto, e poche volte, se non sono stati tali, riescono a darmi emozioni.
E neanche l'ho ascoltato subito, ma quando l'ho fatto mi sono dovuta pentire delle mie incertezze: 'Hits South America' degli a-ha, registrato live a Porto Alegre, Brasile, nel 1991, è un piccolo capolavoro.
Un lp di soli cinque pezzi: 'The blood that moves the body', 'Manhattan skyline , 'You are the one', sul primo lato; 'Stay on these roads', 'Hunting high and low' sul secondo.
Una scelta di pezzi accomunati dalla facoltà di riassumere, potentemente, fascino e bellezza di una band praticamente immortale.