mercoledì 31 dicembre 2014

Neve

La nevicata del 2014!
 
 

 


venerdì 19 dicembre 2014

°O°


CITAZIONE MUSICALE n°72

"It's a long way down,
you know it's a long way down,
feels like a long way down,
love feels a long way down..."

[Tom Odell - Long way down]

(L'amore è un posto come un altro.)

CITAZIONE LETTERARIA n°72

"E' come chi crede di essere felice andando a vivere da qualche altra parte, ma poi impara che non è così che funziona. Ovunque tu vada, porti te stesso con te."
 
[Neil Gaiman - Il cimitero senza lapidi - Mondadori]
 
(Eppure la gente se lo scorda! Mah!)
 
 

Incubo

E' il non poter respirare che mi provoca una sorta di claustrofobia durante il sonno, che mi fa venire gli incubi, i quali, di solito, un certo legame con la situazione ce l'hanno.
Di solito.
Qual'è questo legame, nel caso di una serie di angeli, con tanto di ali e tuniche bianche abbinate, legati da catene, spalle al muro, ad una certa altezza da terra attorno ad un edificio cubico, e tutti col bisogno contemporaneo di far la pipì, azione per cui dovevano aprire uno per uno i lucchetti che tenevano legate le catene, proprio non lo so!

venerdì 12 dicembre 2014

'Il principe del popolo'

Non bisogna essere necessariamente vampiri, per essere acclamati 'principe'.
C'è anche un consigliere circoscrizionale di Amsterdam che viene riconosciuto dalla gente del quartiere Bijlmer come 'il principe del popolo'.
E Luuk de Boer, consapevole padrone di questo titolo, avendo a cuore il destino di ogni suo suddito, lo utilizza senza scrupolo e senza risparmiarsi, per il bene di ciascuno di essi.
Soprattutto se sono adolescenti che devono imparare a tirarsi fuori dalle difficoltà del mondo, in un ambiente non precisamente idilliaco.
Così la vita di Luuk si mescola, in certi casi in maniera profonda, con quella di altre persone.
Seduttore a volte inconsapevole, di corpi oltre che di menti, alla ricerca della definizione della propria sessualità, il giovane uomo si trova ad essere oggetto delle appassionate attenzioni di Mihran Serafian, un ragazzo che potrebbe fare della musica lo strumento per decidere della sua vita e Maarten Vink, l'agente di polizia coetaneo, a cui Luuk ricorre per proteggere Mihran dal coinvolgimento nelle azioni nefaste della gang a cui appartiene.
'Il  principe del popolo', Elia Pepperkamp, edizioni Syncro High School, si legge tutto d'un fiato, godendosi la storia, articolata e curata nelle situazioni e nei dettagli così come nei personaggi, che risultano vividi e teneramente reali, e la scrittura fluida e carezzevole che trasporta senza mai stancare.

'Il Principe Lestat'

Anne Rice, per la mia prima volta in edizione Longanesi.
E sì che ho fatto conoscenza con Lestat de Lioncourt tanti tanti ani fa, proprio accompagnando E. alla libreria che non c'è più [Guida a Port'Alba], a comprare uno dei primi tre libri della serie [probabilmente 'La regina dei dannati'] proprio in questa edizione!
C'è voluto tempo, però, perché cominciassi a leggere anch'io [dopo la lettura, in un certo contesto di una scena di 'Intervista col vampiro' da parte di A.M.] della più bella saga di vampiri mai realizzata, ma, da quel momento in poi, da dopo quell'ipnotico, ammaliante, seducente '"Capisco..." ', non ho perso una sola pagina.
(E ho trovato una scrittrice che amo anche per le storie che non sono legate ai vampiri e alle streghe di Mayfair!)
Dieci anni senza Lestat sono stati duri (il mio 'Blood Canticle' della Arrow Books è datato 2003!), così le 550 pagine de 'Il Principe Lestat ' ho cercato di farle durare il più a lungo possibile, leggendo un capitolo alla volta e fermandomi. Rileggendo qualche passo. Sbirciando -brutta abitudine presa da E.- non solo l'ultimo capitolo, ma, data la situazione, anche quello prima! Fino intorno alla quattrocentosessantesima pagina. Da lì in poi non ho resistito più e le restanti le ho lette tutte di seguito!
Lestat, principe lo è sempre stato, non di nascita, ma di acclamazione, magari non sempre con un'accezione benevola, ma il titolo gli è sempre spettato, e ora più che mai.
Con la maiuscola.
Però 'Il Principe Lestat ' è una storia corale, quasi un ritratto di famiglia, dove i protagonisti sono tutti i vampiri della saga, anche quelli 'dimenticati', perché i vampiri sono 'una razza', 'una tribù' come dice Benji Mamhoud, uniti non solo dal sangue che scorre in loro, ma da sentimenti più alti, reciproci, indissolubili.
Anche quando il sangue si ribella.
Perché il sangue vampirico è qualcosa di più, e ha un nome: Amel.
E Amel, come tutto al mondo, si evolve, e patisce l'immobilità.
In quest'ottica di 'evoluzione', la risposta ai problemi che si vengono a creare è una sola: Lestat.
Non potrebbe essere diversamente, perché il Principe, l'unico, dei Vampiri, è lui.
Sarà stato giusto, però, condannare il suo desiderio di isolamento, praticamente la sua libertà, per il benessere di tutti gli altri?
Se tutti gli altri diverranno davvero la sua corte, si.
Perché una nuova era dei vampiri è appena cominciata.
Se quel che è successo ha avuto il potere di cambiare Louis, si.
Perché Louis, per Lestat è sempre importante.
(sigh!)

Similarità di sentimenti

E' quella cosa che ti spinge a dire : "Si, provo la stessa cosa. Se non adesso, in un'altra occasione, ma per lo stesso motivo!".
E a capire che avere qualcosa in comune con qualcun altro, anche se non lo si conosce e magari non ci sarà altro da condividere, non è così difficile.
Neanche così spiacevole! :)

lunedì 8 dicembre 2014

Perla medica

"... e quindi per l'erpes sensoriale, mi hanno dato..."
 
Me lo sono chiesto davvero se esistesse!
Internet mi dice che in caso di herpes oftalmico, il virus può rimanere latente in qualche ganglio sensoriale... e che l'herpes possa colpire l'orecchio e quindi il nervo che passa di lì lo sapevo...
Credo però di poter inserire questa frase colta al volo stamattina per strada, senza grossi problemi di commettere un errore, nel cestino delle 'perle'!

mercoledì 3 dicembre 2014

Neri nella notte

Li ho visti ieri sera, dal filobus, tornando a casa dopo il corso di lingua russa.
Erano lì, dietro il cancello della villa che ospita la biblioteca comunale: i passi elastici e pesanti sull'asfalto così come nel terreno delle aiuole, nonostante la pioggia; le sagome che si delineavano lisce nella luce alta e brumosa dei lampioni stradali.
Ero al sicuro -indubbiamente- e lo sapevo, però quella greve sensazione di disagio, di paura, pure solo nel guardare da lontano quei cani, mi attanagliava il cuore e il cervello.
Come sempre.
Certe cose mi terrorizzano.
E non posso farci niente.

martedì 2 dicembre 2014

'Forever' and much more

"No, no, Z., i Queen non li compro!", ho detto a Z. appunto, quando ho preso 'Lullaby and... The Ceaseless roar' di Robert Plant', ma, passate alcune settimane, e, senza farlo apposta mentre lui era assente, 'Forever' l'ho comprato (e pure nell'edizione con due dischi!).
Perchè i Queen sono i Queen.
Perchè i Queen sono Freddie Mercury.
Lo so, ci sono anche gli altri tre, anzi solo loro, adesso, e questo adesso è praticamente lungo quanto quasi la storia della band, ma in effetti è la presenza, allo stesso modo dell'assenza, di Freddie Mercury a determinare l'esistenza dei Queen.
Una personalità e una voce che non possono lasciare indifferenti.
Nell'odio così come nell'amore.
E se io sono sempre stata del secondo partito e mi sono trovata in compagnia di persone con cui mai avrei immaginato di dividere questo sentimento, ho pure incontrato gente del primo.
[E, in tutta onestà, ho sempre pensato che non capissero niente, ma i gusti altrui vanno rispettati.]
'Forever' è una bella raccolta, suona le corde del cuore, e, come sempre, non devo pensare a lui, al fatto che esiste al mondo solo in forma di voce che canta, ma invece lasciarmi andare, lasciare che  mi trasporti in quel turbine di sentimenti sotto forma di note che sono le canzoni dei Queen.
Sì, dei Queen, perchè è pur innegabilmente vero che che Freddie Mercury era, è, i Queen.
E' il legame di tutte le band immortali, e, mai come in questo caso, un legame che va al di là della morte.
Non mi emoziona particolarmente il duetto con Micheal Jackson, a cui, pure, per altri versi, sono un po' legata, mi emoziona molto di più riascoltare, in un ordine diverso, canzoni che ho, che conosco a memoria, che vibrano nell'aria come se il tempo si fosse fermato, che riescono sempre, in qualsiasi momento, a farmi piangere, a farmi sognare.
Non li riascolto spesso, i Queen, ma era passato troppo tempo dall'ultima volta, e il bisogno di riassaporare il gusto dolcissimo e salato delle sensazioni che mi provocano era forte.
Così ho ceduto.
E non me ne pento.
Non importa se ogni tanto devo asciugarmi le lacrime a cui non riesco ad impedire di venir giù.

martedì 25 novembre 2014

Sei

Velocemente siamo arrivati a sei. ;)
 
 

giovedì 20 novembre 2014

CITAZIONE MUSICALE n°71

"Now I can forget you
Cos I'm over the love..."

[Skunk Anansie - Over the love]

(Fosse semplice!)

CITAZIONE LETTERARIA n°71

"Chi tocca il corpo, per quanto fugacemente, tocca anche l'anima."
 
[David Leavitt - Mentre l'inghilterra dorme - Mondadori]
 
(Attenti a dove mettete le mani!)
 
 

Uno strano paragone

Quando ce l'hai col mondo intero, a volte fai delle cose sconsiderate, di quelle che, in piena coscienza, non faresti mai, di cui hai sempre vinto la tentazione.
Come comprare '(What's the story) Morning glory?' degli Oasis con allegato un disco di B-sides e extra tracks e un altro di unreleased demos and live recordings.
E constatare che, per quanto li abbia sempre relegati ancora più giù del fondo della coscienza musicale (questioni di 'Brit pop'!), le canzoni le conosco, e, sebbene continui a considerarli piatti e lagnosi (non me ne vogliano, ma dei sentimenti non si discute) forse, e ribadisco 'forse', mi piacciono.
[E' un po' come ammettere che ti sta simpatico Louis du Pointe du Lac, no? O ancora peggio? :O ]

venerdì 14 novembre 2014

Il wok

Mmm... lo so che sarò sembrata strana, quasi il personaggio di un manga, l'altra sera, tornando a casa, zaino in spalla, cappello da pioggia, borsetta coi libri di russo in una mano e il wok (la padella) impugnato come un'arma di difesa (in realtà solo per non farlo accidentalmente graffiare) nell'altra.
Ma il wok, al supermercato, era in offerta solo per pochi giorni, potevo mica lasciarlo lì?
Solo che... non trovo più il libro delle ricette che richiedono quella determinata pratica di cottura!
Mi toccherà ricomprarlo?! :P

In lingua

Ero nel megastore a prenotare un libro. Mentre, dopo, mi soffermo, come al solito, a parlare con il commesso, si avvicina una sua collega, alla quale lui chiede qualcosa. E' allora che sopraggiunge, ansioso, un altro cliente, che, rivolgendosi ad entrambi, chiede: "Sapete dirmi dove sono i film in lingua?".
Il commesso maschio rimane un attimo perplesso (giustamente, anche se incerto se per la domanda ricevuta o per la risposta da dare), mentre, sia io che la commessa femmina, guardiamo il tipo e:
io: "Tutte le lingue disponibili per ogni film sono...",
lei: "Sul menù del dvd.".
Il cliente ansioso rimane a sua volta un attimo perplesso, poi mormora: "Allora è lì che devo vedere..."
"Si. Film per film.".
Lui se ne va e il commesso maschio commenta: "Voi donne avete sempre la parola pronta, io non ci sarei mai arrivato a dire 'menù'!".
Era un complimento? (risata)

Interview with the Vampire

E mentre mi accingevo a incominciare 'Il principe Lestat', già da qualche giorno sul comodino nell'edizione della Longanesi perchè è la prima che esce e non mi andava di aspettare oltre, ecco che, casualmente, scorrendo la programmazione televisiva della serata mi compare davanti 'Intervista col vampiro'. Non ci ho pensato più di un attimo e ho cambiato idea, e, per una volta, ho scelto la tv!
In realtà era 'Interview with the Vampire', e, nonostante abbia il dvd, non l'avevo mai visto col sonoro originale, quindi, tanto meglio!
Come ho sempre detto, il taglio del film mi piace, seppure con le sue varianti rende bene la storia, non la stravolge.
Louis è Louis (sigh!), Lestat è Lestat (love), Armand è... beh, Armand è una versione più 'cattiva' e meno cupa e fascinosa dell'originale, ma funziona.
E poi c'è Claudia, che nel film è un po' più grande, ma giusto un po' (3-4 anni), e forse questa cosa riesce ad esprimere meglio, per chi la osserva con occhi non di vampiro, il suo dramma esistenziale.
Insomma, rimandare di un altro giorno la lettura non mi è pesato, e ho pure riscoperto la voce di Tom Cruise! Non ricordo in quale film, infatti, l'avessi trovato impossibile da seguire senza doppiatura, ma probabilmente doveva essere colpa del personaggio! E', invece, un Lestat piacevolissimo.
[Sono di parte per entrambi, è inutile che me lo facciate notare, lo so benissimo!]
E adesso, così, all'improvviso, mi sorge un dubbio: Lestat è del segno dello scorpione? (T.C. no.) Non lo so o non me lo ricordo, ma dal carattere potrebbe benissimo esserlo! Mi toccherà rileggere 'The Vampire Lestat' per saperlo? (Dopo 'Il principe Lestat', però!)

domenica 9 novembre 2014

In casa

Stamattina, la vasca da bagno, l'ho frequentata tardi (ne sono uscita praticamente all'ora di pranzo), così, sentendo squillare il telefono, prudentemente messo a portata di mano, mi sono sentita in dovere di rispondere.
"Buongiorno (?) Signora, sono la mamma di *** e °°° . *** dorme?".
Istintivamente mi è venuta la voglia di ribattere: "Non da me!", ma il tono della mamma e l'orario (ho un orologio bello grande in bagno) mi hanno impietosito e ho fatto presente alla signora che aveva sbagliato numero.
Ho continuato quindi a godere dell'acqua bollente per qualche altro minuto, però, uscendone, mi è venuto da pensare: perchè la signora si è qualificata come la madre di tutti e due ma ne ha cercato uno solo? E dove se ne è andato a dormire *** invece che, presumibilmente, a casa di un amico?

sabato 8 novembre 2014

In cielo

 
 
Gli stormi in volo al tramonto... questa è una delle foto che avrei sempre voluto fare, ma che solo col cellulare ho avuto occasione di realizzare!
(ovviamente, per ragioni di spazio, qui i pixel sono stati ridotti.)

Waiting for the Brat Prince

Ci pensavo da tempo, avevo voglia di farlo, magari giusto per rinfrescare la memoria su qualche dettaglio nell'attesa, ma, un libro dopo l'altro, non l'avevo neanche preso in mano.
Poi, alcune settimane fa, ho convinto mia cugina P. a seguirmi alla presentazione di un libro, prima metà di una storia di vampiri (auto)pubblicata da questa scrittrice che è una amica di un mio amico.
L'abbiamo letto entrambe e siamo arrivate alle stesse conclusioni (che non sono oggetto di questo post).
Era, però, la prima esperienza letteraria 'vampirica' per P., e mi sono sentita in dovere di farle presente che, sì, il vampiro è come lo si raffigura e quindi lo si racconta, ma se non ha determinati attributi non ha propriamente senso chiamarlo tale. Senza scendere nei particolari della letteratura di genere, le ho citato, allora, due 'classici': 'Dracula' di Bram Stoker e 'Intervista col vampiro' di Anne Rice. Lei ha scelto di leggere il secondo.
Quando siamo andate a comprarlo abbiamo fatto la strada di ritorno assieme, e, messo da parte quel che avevo comprato io, l'ho aperto e ho cominciato a leggerglielo (recitarglielo?), pur passando da un mezzo di trasporto pubblico all'altro, e ho continuato fino a casa (mia).
[N.B.: la voce non era alta, e il rumore di fondo tanto, ma chi voleva ascoltare poteva farlo.]
Una volta qui, però, mi è venuta voglia di continuare, e, andata via dopo cena P., ho preso una delle mie copie, quella dei Superpocket, dove l'ho letto la prima volta (è in italiano, come quello e tutti gli altri volumi delle 'Cronache dei vampiri', della Tea, ma da 'The Vampire Lestat' li ho letti tutti in americano) e ho ricominciato addirittura dall'inizio.
Perchè la prima frase è un esordio magnifico e non mi basta conoscerla a memoria.
Perchè quella è la 'mia' copia.
Perchè mi andava di farlo.
E così ho riletto, rigustando scene e dettagli, la storia di Louis di Pointe du Lac, il suo incontro con Lestat, quello di entrambi con Claudia, e quello con Armand.
I miei sentimenti per ciascuno di loro sono praticamente immutati, anche se questa volta,  riuscendo ad apprezzare la femminilità di Claudia, questa ha riscosso le simpatie che prima le avevo negato.
Continuo invece a non capire l'attrazione di Lestat e di Armand per Louis... Forse è una questione di sesso (mio), o di carattere (sempre mio).
Certo, essendo due personalità differenti ma entrambe forti, Lestat e Armand probabilmente hanno bisogno, per compensarle, di una che sia l'opposto delle loro, e Louis, da questo punto di vista, non scontenta nessuno dei due. (...)
Aspettando (come dice più o meno il titolo) di avere fra le mani 'Prince Lestat', (è questione di ore, ormai!) sono curiosa di sapere cosa ne pensa, di 'Intervista col vampiro', P.; di verificare di non essermi sbagliata: sono sicura che -orrore!- le sta simpatico Louis! ( :P )
 

giovedì 30 ottobre 2014

Forever

"You'll always be young and you'll always be beautiful!", dice Michael a Brian [Queer as Folk America] al suono di 'Forever Young' cantata dai Temperance in una clip [tori895] su YouTube.
Sabato scorso l'ho vista/ascoltata a ripetizione, e, mentre ridevo e piangevo, il morale ha ripreso quota.
Adesso, però, nonostante l'abbia riascoltata quando potevo, e messo a palla gli Alphaville mentre facevo altro, non riesco a togliermi dalla testa nè la canzone (soprattutto in questa versione) nè le immagini della clip!

lunedì 27 ottobre 2014

CITAZIONE MUSICALE n°70

"Hello, darkness, my old friend
I've come to talk with you again..."

[Simon & Garfunkel - The sound of silence]

(Un ascoltatore impagabile...)

CITAZIONE LETTERARIA n°70

"Uno dei motivi per cui una persona va sempre nello stesso locale è che ogni sera è uguale alla precedente."
 
[David Wellington - Frostbite - Rizzoli HD]
 
(A quel punto non ci si annoia nemmeno!)
 
 

sabato 25 ottobre 2014

Voce di popolo...

Oggi, due signori anziani discutevano nell'autobus di... cose della vita in chiave monetaria, e uno dei due ha concluso:
"e sord' nun tenen 'o nomm', nun ponno dicere 'e chi so'.".
(i soldi non hanno nome, non possono dire di chi sono)
La figurazione dei soldi, in questo caso, è duplice ed estremamente interessante: non hanno sopra scritto il nome della persona a cui appartengono, ma, nello stesso tempo, non possedendo nome proprio, essendo oggetti inanimati, non possono parlare per manifestare l' identità di chi li possiede.
Il risultato, in pratica, è lo stesso, ma la saggezza popolare, ancora una volta, non sbaglia.

giovedì 23 ottobre 2014

Saluti

Trovandomi a salutare, ieri sera, in autobus, un paio di signore - solo un gesto, niente di che -, mi sono ricordata a chi ho fatto lo stesso gesto, ricambiato anch'esso, la mattina del giorno prima.
Strana gente conosco.
Davvero!
Ma va bene così. ;)

domenica 19 ottobre 2014

Serenata (2)

I vecchietti cantori dell'autobus si sono dati ancora da fare.
Ma più dell'applauso di chi non li conosce e delle occhiate e dei sorrisini di sufficienza di chi è abituato a loro, non hanno guadagnato: nessuna signora/ina è stata disposta ad accettare la loro corte canora, tant'è che la serenata, questa volta, sono finiti a farsela l'un l'altro!

Indicazioni stradali

'Strana la vita. Quel che non ti aspetti succede!', ha detto la signora, mentre salivamo una delle scale mobili pubbliche per arrivare al Castello.
Vero.
Chi se lo aspettava che la signora che mi chiedeva informazioni riguardo agli autobus fosse finlandese e che finissimo per scambiarci i contatti e ipotizzare la possibilità di rivederci?
Eppure...  :)
Quello che mi lascia perplessa, invece, è la reazione, sorprendentemente positiva, della gente a certe mie azioni: un comportamento da persona civile, socievole, e disponibile nel possibile, senza invadere l'altrui privacy, non è dunque la norma?
A quanto pare no.
Mah!
Resta il piacere (mio) di aver conosciuto una persona simpatica, cordiale e con cui è gradevole parlare, e magari, una gitarella in Finlandia per andarla a trovare, prima o poi, la faccio davvero.

martedì 14 ottobre 2014

'Perkeros'

Sono una band finlandese, che suona musica metal d'avanguardia, composta da:
Akseli: compositore, chitarrista e problematico cantante;
Kervinen: bassista che, nei suoi 632 anni di vita ha visto la parte oscura della musica;
Orso: batterista (é realmente un orso);
Lilja: tastierista e factotum del gruppo.
Fra un'esibizione e un'altra, durante le quali esplode la crisi di identità vocale del gruppo, rendendoli consapevoli della necessità di far entrare a fare parte dello stesso una 'voce' che sia tale - Aydin, scoperto per caso ma sostenuto con fermezza da Lilja - , i Perkeros si preparano, dopo innumerevoli fatiche per farsi accettare, un travaglio più che interiore sul significato e sul potere della musica e la crisi della coppia Akseli-Jatta, quest'ultima compagna del giovane da sempre, ad affrontare l'atteso e importante Rocktoberfest.
E qui, dopo la prova sul palco, ce ne sarà una di altro genere che metterà a rischio l'incolumità fisica dell'intera band.
Ma la musica può fare davvero la differenza tra la vita e la morte, anche quella di un j-pod!
Gradevolissima esibizione per gli occhi, con colori cupamente caldi e atmosfere coinvolgenti delineate con tratti semplici e allo stesso tempo ricchi, e per la mente, attraverso l'uso della musica e il giusto di parole per raccontare una storia lineare ma corposa che oltre ad affascinare fa pensare, Perkeros, di J.P. Ahonen e K.P. Alare, pubblicato dalla Panini 9L, è un'opera che può trovar benissimo posto tra le file di dischi - preferibilmente di rock metal finlandese, ma non esclusivamente - con cui è possibile accompagnarlo.

giovedì 9 ottobre 2014

Serenata

Allo stazionamento dell'autobus arrivano in due, ma uno solo sale e si siede.
L'altro rimane a terra e gli parla da lì.
'Starà aspettando che parta per l'ultimo saluto!', penso, tornando alle pagine del libro appena comprato.
Poi salgono in cinque.
Quattro vanno nel 'salottino' in fondo, un po' in alto. L'altra si siede in un posto singolo più in basso.
Allora l'altro sale.
E sale pure il conducente.
Il quartetto comincia a parlare ad alta voce, e i due tipi a far loro il verso, poi quello in piedi, spronato da quello seduto, comincia a cantare.
Le tipe capiscono e li riprendono.
Il cantante, allora, le raggiunge e, incitato a distanza dal'altro, prende ad esibirsi col favore del 'pubblico'.
Si scambiano quindi rumorose e sonore battute che fanno scomparire le parole dai fogli davanti ai miei occhi, anche perché quelle canzoni le conosco e la mia testa anticipa musica e versi.
Non vedo però l'ora di scendere da lì, ma la mia fermata è lontana...
E infatti scendono prima le tipe, tutte e cinque, e, subito dopo, i tipi.
Tiro un sospiro di sollievo e riprendo a leggere.
'Ah, spensierata vecchiaia! Dai settantacinque anni in su è lecito chiamarla così, vero?'

"Tutto è vanità!"

Alcune librerie chiudono.
Qualcuna poi riapre.
Altre, invece, sono sempre là.
Non ha senso chiedersi il perché: le soluzioni a certi problemi non sono alla portata di chi le frequenta.
Ci sono le vendite fallimentari, però.
E analoghe iniziative per racimolare soldi dal patrimonio cartaceo invenduto.
In quei giorni, le librerie si riempiono più di un qualsiasi negozio di vestiti all'apertura della stagione dei saldi.
Se sia giusto o sbagliato partecipare a questa cosa non lo so.
Probabilmente anche questa, più che una 'caccia all'affare', è una manifestazione della 'lotta per la sopravvivenza' insita nell'animo di ogni animale, uomo compreso.
Anche perché, l'affare, difficilmente si fa, soprattutto cercando, in qualcosa che, per quanto otticamente ordinata -ed è una cosa rara- , definire 'bolgia infernale' è un complimento.
Certo, si può sempre andar lì col carretto e la carta di credito con la soglia di spesa illimitata! Ma questo, di solito, lo fanno i rivali.
L'unica è affidarsi all'occhio e all'istinto: qualcosa la si porta a casa sempre.
Però, attaccato vicino ci rimane la sconfortante sensazione di precarietà, di caducità, di vacuità, del mondo, della vita, della tua stessa esistenza.
Lo so, bisognerebbe lasciare i sentimenti fuori con il resto della fila, ma è difficile.
Difficile non pensare al dopo.
Difficile escludersi dal determinare il destino di ciò che ci piace, di ciò per cui si tiene.
L'ansia di iper autodeterminazione ha il sopravvento, e l'unico conforto sembra essere racchiuso in una parola, ormai di moda solo per gli aspetti 'biologici' a cui può essere riferita, mentre, per quelli pratici - i così detti 'beni materiali' - a causa di un uso non sempre adeguato ai diritti di coloro che ne rivendicano, ormai praticamente priva di importanza: testamento.
Una procedura, cioè, inutile e costosa, per trasformare il trasformabile in soldi ed eliminare il superfluo.
 
"...vanità di vanità."

venerdì 26 settembre 2014

CITAZIONE MUSICALE n°69

"Maybe, maybe it's the things we say,
The words we've heard and the music we play,
Maybe it's our cheapness..."

[Suede - Trash]

(Maybe!)

CITAZIONE LETTERARIA n°69

"E' un vero supplizio vedere certe cose.
I pubblicitari animano qualsiasi cosa ai giorni nostri.
Qualcuno dovrebe sparargli ai piedi. Ci sono dei limiti all'idiozia."
 
[Erlend Loe - Naif.Super - Iperborea]
 
(No, all'idiozia non ci sono limiti.)
 
 

Altre (ri)letture

Certi libri si rileggono per amore, altri non lo si fa senza un motivo.
Così, dopo anni passati in un certo tipo di ricerche, e una discreta pausa da questa attività, ho avuto voglia di rileggere 'Il nome della rosa' [U.Eco, ed. Bompiani].
E' stata la curiosità, il ricordo, la voglia di verifica che mi hanno spinto a riprendere in mano, dopo un trentennio, più o meno, questo libro. E l'ho dovuto comprare, perchè quello dell'epoca non era mio, ritrovandomi così fra le mani una versione 'riveduta e corretta' datata 2013.
Non che, dopo tutto questo tempo, le differenze le noti. Quello che ne pensavo allora continuo a pensarlo anche adesso, fatto salvo il fatto che, rileggerlo è più piacevole che leggerlo, perché, il conoscere la storia ti permette di scremare mentalmente lo scritto, anche senza saltare alcuna parola.
Rileggerlo ha confermato i ricordi, le sensazioni, le impressioni, che da letterarie diventavano reali, che hanno accompagnato il mio lavoro per anni, e che per una sorta di terrore inconscio non ho mai voluto concretizzare e portare in superficie: dal medioevo ad oggi, nel particolare settore che è argomento del libro, nulla è cambiato.
Sto parlando seriamente e con anni di esperienza e esperienze alle spalle.
E non è che avessi bisogno di una conferma da parte di Eco, quanto, piuttosto, del supporto letterario a uno stato di fatto che non è finzione da romanzo.
Nonostante non sia una fan di Eco, e continuo a non esserla tutt'ora, presa dalla buona volontà ho comprato, e letto, anche 'Il cimitero di Praga' [ed. Bompiani], e, utilizzando la tecnica 'scremativa' di cui sopra, la prima lettura non è andata male, ma devo ammettere che anche così è la messa in pratica della storia, l'uso del 'narratore' che non mi piace. Non penso che cambierò idea fra trent'anni, quando, forse, lo rileggerò.
Nel frattempo spero di riprendere un certo altro tipo di ricerche e di non trovarmi in mezzo ai falsari! ;)

Vacanze

Può sembrare strano, ma... non è il caldo dell'estate che mi fa venire voglia di viaggiare, piuttosto questa pioggia, anche se fredda, leggera, accompagnata da un po' di vento che appena smuove le nuvole nel cielo scuro di una serata di fine settembre.
In fondo si viaggia leggeri anche in questo periodo: basta programmare la presenza di un paio di scarpe chiuse e di una giacca calda e impermeabile!
E se, -ennesima ripetizione di citazione- i giardini sono più belli sotto la pioggia, anche le città, a meno di tempeste e tornado, non sono da meno.
Quello 'stare al chiuso' ti permette di capirle meglio.
Del resto la pioggia, altrove, è di casa.
Siamo noi, qui (e magari in Spagna), abituati al sole perenne, che sentiamo la mancanza di questo e la presenza di quella.
E, certo, un raggio caldo, che illumina le gocce, fa sempre il suo effetto, ma un cielo azzurro è piatto senza nuvole!
La meta? Non lo so, davvero, ho solo voglia di vacanze.
L'Europa, l'Europa, ovviamente, ma anche, forse, l'Italia, perché la California è un po' troppo lontana.

lunedì 22 settembre 2014

Promemoria musicale

E' buona usanza, quando una canzone (o più di una, in questo caso) ti tormenta, andarla a cercare fra i dischi (cd) che hai, prima di tentare l'impossibile in qualcuno dei pochi negozi di una certa consistenza rimasti. Potresti scoprire che non solo hai 'Still loving you' degli Scorpions, e 'Real wild child' di Iggy Pop, ma chissà quante altre di cui ti sei completamente dimenticata! :D

domenica 14 settembre 2014

Riletti!

Tratto essenziale, ma attenzione estrema al dettaglio.
Quello che conta, non quello che serve a fare scena, che è diverso da quello che serve a caratterizzare.
Colori decisi, precisi, e che si integrano, quando non lo sostituiscono, al tratto.
Ne nascono disegni ammalianti, ipnotici a volte, che restano vividi e sfumati nella mente così come le storie che raccontano.
Storie di ragazzi e ragazze, storie d'amore di tutti i giorni, storie uniche e speciali.
Così ne 'Il gusto del cloro' [Black Velvet], Bastien Vivès ci parla, coi colori di una piscina coperta, di una storia d'umida e vaporosa simpatia che sconfina nell'amore, probabilmente non corrisposto, e 'Nei miei occhi' [Black Velvet], di un più terreno, universitario, corteggiamento, che viene accettato e incoraggiato finché non viene ufficializzato con un'uscita che forse si rivela fatale.
Storie semplici ma intense, come lo sono tutte quelle vere, del resto, a cui il cervello si lega per mezzo degli occhi, catturati da ogni singola, bellissima, immagine.

:) (:

Si dice che i cani assomiglino ai padroni (e i padroni ai cani!),
e del resto si dice la stessa cosa di coloro che vivono insieme...
ma si tratta pur sempre di esseri viventi, che, comunicando fra loro, in un modo o nell'altro, imparano a conoscersi e, chissà come, chissà perché, a comportarsi alla stessa maniera (l'amore? ;) ).
E' sconvolgente, invece, vedere come, talvolta, gli automobilisti assomiglino alla loro vettura!
Si guardano allo specchio e poi vanno a comprarla? Mah!

lunedì 8 settembre 2014

Cose belle e brutte

Cose belle:
 
Bambine dai due ai quattro anni che vanno coi padri a Fonoteca e si siedono con loro a tavolino.
 
Bambina intorno ai nove anni che racconta  segreti all'orecchio del cane, il quale ascolta paziente e partecipe, seduto con lei sulla panchina.
 
Cose brutte:
 
Indossare la canottiera, colorata e merlettata, a mo' di gilet, sopra la camicia!
 
Il tipo che non si fa i fatti suoi e, interpretando a modo suo la richiesta del turista, forse gli ha fatto attraversare a piedi, invece che dall'esterno in tram, tutto il porto!

sabato 30 agosto 2014

Immaginazioni

Sì, mi segno quello che compro.
Per tenere i conti e la nota degli acquisti. Soprattutto se sono fumetti seriali.
E la mia memoria per i nomi ha regole tutte sue di cui non sempre mi tiene al corrente.
Perciò ieri sera sono stati segnati, sull'agenda dei conti:
'Sulle ali della primavera' n°1 
'YAXIN - Il segreto del fauno' n°1.
Poco dopo, però, un improvviso flash di recupero coscienza mi ha folgorato, e, dopo aver controllato a vista i soggetti in questione sono andata a correggere le diciture:
'Tra le braccia della primavera' n°1 (magicpress)
'YAXIN - Il fauno Gabriel' n°1 (bao publishing).
Mi sono detta che è stata la reazione alla mezza giornata di ferie dalla stesura della saga.
Ho incolpato il mal di piedi.
Ma in verità mi sorge un dubbio: c'è da preoccuparsi?
 
N.B.: YAXIN me l'ero stampato bene in testa e davanti agli occhi, quindi la fantasia non ha avuto il sopravvento!  :P
N.B.2: meno male che non ho creato 'Il fauno a primavera' n°1 e 2!  :O

martedì 26 agosto 2014

CITAZIONE MUSICALE n°68

"Come on baby, light my fire
Come on baby, light my fire..."

[The Doors - Light my fire]

(Interessante...)

CITAZIONE LETTERARIA n°68

"Forse l'amore è una forma di pazzia, e come tale non si può sopportare in solitudine. E l'unica persona che può darci sollievo è proprio quella a cui non ci possiamo rivolgere."
 
[Andrew Sean Greer - La storia di un matrimonio - Adelphi]
 
(Triste...)
 

Enigma

I tornado squassano anche le pietre tombali.
La vertigine ti spinge ad affacciarti nel pozzo.
Il desiderio brucia più del peperoncino sulle labbra.
La consapevolezza ti inchioda al muro.
Il ghiaccio brilla sotto la luna, ma anela al sole per sciogliersi.

martedì 19 agosto 2014

Altra zoologia

E' probabile che mi sia fatta spesso questa domanda, ma la risposta non è arrivata, dunque (me) la  rifaccio: quale parentela c'è fra i lupi mannari e i bambini mannari, le cui urla, peggiori degli ululati dei primi, risuonano nelle calde notti estive nostrane?

mercoledì 13 agosto 2014

Noia

Sì, qualche volta qualche libro mi delude, qualche altra non mi piace, ma è la prima volta che mi annoia davvero.
Non è scritto male, gli argomenti  dei racconti non sono neanche banali, ma...
...ma la voglia di passare alla pagina succecciva non c'è.
Quindi non stimola la mia curiosità.
Quindi mi annoia.
Tanto che non mi va neanche di nominarlo!
Che fine farà? Non lo so!
Magari un giorno finirò di leggerlo.
Così, solo perchè è stato scritto (e l'ho comprato).
Magari invece no.
E non avrò nessuno scrupolo per non averlo fatto.

Gourmets

Ho assaggiato 'La specialità della casa' tanti, tanti, tanti, anni fa in televisione.
Tanti, tanti, anni fa, poi, su una bancarella ho trovato: Stanley Ellin, La specialità della casa e altre storie d'inquietudine (Bompiani) [La specialità della casa è il primo di una serie di racconti e dà il titolo alla raccolta].
Qualche giorno fa, infine, ho letto: Anonimo, 'Sweeney Todd il diabolico barbiere di Fleet street' (Newton Compton editori).
Un percorso a ritroso, in effetti, per una storia che, nella sua versione più attuale e forse più cattiva, da tanti, tanti, tanti, anni, è la citazione culinaria preferita in famiglia.
Perché chiunque avrà assaggiato qualcosa di strano, avrà trovato nel piatto qualcosa che, per quanto saporita, non si capiva bene cos'era.
Fin dai tempi di Tantalo.
Beh, noi, quel qualcosa, condito con una abbondante dose di ironia, che anche a tavola non guasta mai, l'abbiamo sempre chiamato: 'la specialità della casa'!
(Il 'macabro' è sempre un gusto, no? ;) )
Insomma, il breve film inserito nella serie Alfred Hitchcock presenta: e recuperabilissimo su youtube, fece colpo (e si discosta poco dal racconto)!
La fonte ispiratrice, però, non la conoscevo.
(E Johnny Depp, per me, è sì un personaggio, ma ha interpretato 'Arizona Dream', 'La vera storia di Jack lo squartatore' (!!!), 'La fabbrica di cioccolato' e poco altro, oltre a questo che, come le altre versioni cinematografiche della storia di Sweenwy Todd, non ho visto).
Ma, abituata ad usare nel linguaggio di tutti i giorni quel titolo, appena mi è stata presentata la signora Lovett, mi è venuto subito in mente Stanley Ellin e la sua specialità della casa.
Una associazione di idee giusta, ma forse ingiustificata, basandosi solo su quel che stavo leggendo, se non fosse per il fatto che tutto è partito da lì. O meglio, dal fatto di cronaca, di cui mi informa l'appendice del libro, che ha ispirato la storia di 'The string of Pearls or The Sailors Gift'.
Mi è capitato, insomma, di andare a visitare la cucina, scoprendo, per di più che, per cucinare l'ingrediente 'speciale', esistono diverse ricette, e, a quanto pare, tutte eccellenti.
Ma non voglio togliere l'appetito a nessuno, quindi non dirò una parola di più sugli ingredienti di cui è composta ciascuna storia.
Gustatele per colazione, pranzo, o cena.
Magari anche per merenda.
Solo, ricordatevi sempre, che 'Siamo quello che mangiamo'.
 
[E, su, non abbiate paura se vi invitiamo a cena: NON siamo cannibali!]

giovedì 31 luglio 2014

Questioni zoologiche

I lupi mannari ululano anche quando non c'è la luna piena?
Se non è così (e se invece lo è, comunque un pregiudizio viene sfatato) non so a chi altro animale attribuire il verso che, da alcune notti, tiene, se non sveglio, quantomeno curioso, ma anche angosciato, il vicinato!

domenica 27 luglio 2014

CITAZIONE MUSICALE n°67

"Say it isn't so (tell me it's not true)
Say it isn't so (I belive in you)..."

[Bon Jovi - Say it isn't so]

(You can think what you want! ;) )

CITAZIONE LETTERARIA n°67

"Sai perchè noi donne portiamo di proposito biancheria spaiata? Perchè nel caso incontrassimo un altro uomo, non vogliamo lasciare intendere che avevamo previsto di farci vedere nude. E' meglio per la nostra immagine."
 
[Joann Sfar - L'Eterno - Rizzoli]
 
(Una teoria come un'altra.)
 

 

PIOVE

Tuonava, nel sogno, sì, ma questo, un po' più in basso della testa, me l'ha spezzato e mi sono svegliata.
Le sei: giorno, ormai!
Ho chiuso un balcone, la veranda.
Era tutto bianco e violetto, bagnato e elettrico, nessun orizzonte, solo il confine dei palazzi intorno.
Mi piace la pioggia, sì, però...
Questi non sono 'temporali estivi', è violenza, rancore allo stato puro.
Che se da un lato affascina, dall'altro stupisce. E imbestialisce.
E mi fa pensare che non ho scarpe estive (e forse neanche invernali) che tengano.
Non è una cosa stupida!
Come dice Monsieur Ibrhaim [Eric-Emmanuel Schmitt - Monsieur Ibrhaim e i fiori del Corano -edizioni e/o] : "Un uomo passa la sua vita solo in due posti: a letto o nelle sue scarpe", e in entrambi i casi, a ragione, il bagnato non è gradito!
Per non parlare di quel che sono, diventano, le strade!
Forse a Macondo [Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine - Mondadori] ci sguazzavano, nelle pozzanghere, ma qui, il piede nudo e la scarpa in mano, stile riva del mare, è improponibile!
E allora?
Non lo so, davvero non lo so!
Un problema in più di cui fare i conti senza la certezza di una soluzione.
Perchè non è che puoi non uscire!
Sandalo idro-resistente?
Stivaletto impermeabile ultraleggero? (E ripiegabile da borsetta quando un'ora più tardi esce un sole-che-spacca-le-pietre? Ma non si può andare sempre in giro accessoriati come in una scalata!)
Busta di plastica -una per piede- sempre a portata di mano?
Mah!

martedì 22 luglio 2014

Le matin

Non so cosa stessi sognando, ma, all'improvviso, in una pausa o in un momento di poca vigilanza nel sogno, i rumori si sono insinuati nella mia mente e mi sono svegliata, distinguendoli uno ad uno: i tuoni, lontani ma non troppo, il verso delle cornacchie (o dei corvi) in volo, quello dei gabbiani, un canto modulato in alti e bassi di cui non si distinguevano le parole.
Le cinque del mattino.
Mi sono girata e rigirata nel letto, poi, dopo aver bevuto (acqua, eh!), sono andata fuori al balcone passando per la cucina.
Le luci della strada erano già spente, restavano solo quelle dei palazzi, il cielo era di quel colore che va dall'indaco scuro al blu chiaro e le nuvole non lo coprivano del tutto, ma, al vicino orizzonte, erano illuminate dal viola deciso e saettante dei lampi e dei fulmini.
Poi si è accesa e spenta la luce sul balcone (terrazzato) al piano di sotto, e subito dopo l'odore del caffè è salito sopra.
Un profumo magico, a quell'ora! Ma solo a quell'ora! Perché poi può diventare per me la cosa più nauseabonda che esista!
Mi sono spinta fino in fondo al balcone, ma la voce continuava a non avere un volto, una fisionomia.
Un ubriaco?
Aveva un tono più femminile, ma si sa, talvolta le voci sono così.
Quella del terrazzo del palazzotto, di fronte, un po' in basso, non era fuori... non penso che, cantando dall'interno della casa, si sarebbe potuta sentire così, fuori, ma chissà?
Del resto, una città che era di ville e giardini e che, pur conservando in buona parte le prime e i secondi, si è riempita di palazzoni, finisce per avere un'acustica strana, soprattutto di primo mattino!
Così la voce poteva venire da lì come da qualche vicolo là attorno.
Aveva un che di sentimentale, di quella tristezza allegra di cui sono fatte le canzoni di qui quando parlano dell'amore, che non è rose e fiori, pure se il suo canto si alza dai giardini, ma suona più come il gracchiare dei corvi in volo durante un temporale che sta arrivando.
Me ne sono tornata dentro.
Mi sono riavvolta nel lenzuolo e nel piumino, tiepidi sulla pelle fresca, e ho chiuso gli occhi, lasciando che, dai balconi aperti, entrassero anche il cinguettio di passeri e merli e il rumore sporadico di qualche auto.
Alle sei del mattino quella magia si (dis)perde.
 
 
'Le matin' è una canzone di Goran Bregovic che fa parte della colonna sonora del film 'La regina Margot'. L'ho conosciuta in 'Songbook', una raccolta, dello stesso Bregovic, datata anno 2000.
Perché mi sia venuto in mente il titolo, scrivendo questo pezzo non lo so (beh, si, l'ora! :D ) ma, riascoltandola, ci sta proprio bene. ;)

giovedì 10 luglio 2014

Le lunghe orecchie

Ieri, nei pressi della sede centrale dell'Università, un opuscolo che, nella rastrelliera pubblicitaria di una libreria, propagandava l'offerta formativa 2014-15 di una università privata, ha attirato la mia attenzione.
Non capivo la sigla che identificava questa università e l'ho preso in mano.
Osservandolo meglio mi sono resa conto di quale fosse, e mi è tornato in mente un discorso fatto poco tempo fa con una persona a proposito di una seconda, generica, laurea, e mi sono detta: 'E se me la prendessi anch'io una di queste per cui c'è la fila?'.
Poi ho svoltato l'angolo (avevo a destra l'Università) con l'opuscolo in mano.
Dopo qualche passo, una folata di vento me l'ha letteralmente strappato di mano, e, rabbiosa, lo ha gettato contro il muro, facendocelo strisciare contro.
Gli sono andata dietro per riprendermelo, ma, nel frattempo, ho cominciato a ridere come una matta, e acciuffatolo, prima di un ulteriore segno di disappunto ho esclamato: 'Scherzavo, Federi'! Scherzavo! Non te la prendere. Voglio leggerlo solo per curiosità, mica mi ci iscrivo davvero, lì!'.
Si è calmato, il vento.
O meglio, Federico (II).
Ma io l'opuscolo nonostante la curiosità, non l'ho ancora letto.

Single?

Perchè, pur non avendo un marito (o compagno o quel che sia), devo avere uno stuolo di suocere a cui dar conto di quel che faccio?

Libri

Ne ho parlato molto in quest' ultimo periodo, è vero.
Fanno parte della mia vita, del mio essere, ci spendo tutti i soldi che ho nel borsellino!
E' riduttivo dire che mi piace leggere: i libri sono storie, anche quelli che non sono romanzi, e io sono curiosa di conoscerle.
Così, quando ritengo che di qualcuno di essi valga la pena parlare con gli altri, ne scrivo sul blog. Tutto qui.
Perché sul blog e non a voce? (risata)
Perché per parlarne a voce con qualcun altro, questi ne deve sapere quanto te, cioè deve averlo letto.
E allora scatta quella fatidica, tremenda, richiesta: 'Me lo presti?' (BRRRRR!).
Io sono una donna di principi e scarsi mezzi: i libri si regalano, non si prestano!
Il blog, essendo scritto, offre una alternativa all'altro: può appagare davvero la sua curiosità e comprarselo o parlarne solo, per quel poco di cui ne viene a conoscenza così.
Certo, non è una soluzione alla richiesta di prestito, ma almeno è un tentativo.
Del resto chi mi conosce sa che i libri li regalo... e si, qualche rara volta li presto pure: ma solo a chi posso tenere sotto controllo almeno 20 ore su 24!

domenica 29 giugno 2014

CITAZIONE MUSICALE n°66

"Where is my mind
Where is my mind
Where is my mind..."

[Pixies - Where is my mind]

(Oh, I don't know. Really I don't!)

CITAZIONE LETTERARIA n°66

"L'amore non può essere tenuto nascosto. La vita è troppo breve per provare vergogna."
 
[Jay Bell - Come se fosse estate - Syncro High School]
 
(Si. Però, certe volte, indipendentemente dalla vergogna, non è facile palesarlo!)
 

'Fiore di Neve e il Ventaglio segreto'

In un titolo semplice, ma di sicuro fascino, è racchiusa la promessa di una storia bella e intrigante.
Accade con 'Fiore di neve e il Ventaglio Segreto' di Lisa See [Superpocket], dove si narra la storia di Fiore di Neve e Giglio Bianco, che, nella Cina del XIX secolo, diventano laotong, 'due vecchie me stessa', ovvero si legano l'una all'altra, com'era consuetudine quando gli 'otto caratteri', che comprendevano caratteristiche di nascita, fisiche, di situazioni, fra due bambine, coincidevano, in 'un'unione di cuori che nessun ostacolo potrà mai distruggere: nè la distanza, nè i disaccordi, nè la solitudine e neppure un matrimonio di più alto pregio o la presenza [tra voi] di altre bambine, e in seguito, di altre donne.'.
Un vincolo saldo quanto e più di quello matrimoniale e diverso da questo, in un mondo in cui le donne si attengono 'alle Tre Obbedienze e alle Quattro Virtù' e seguono 'gli insegnamenti di Confucio così come appaiono nei Precetti per le donne', dove la fasciatura dei piedi, se ben riuscita, garantisce un futuro dignitoso.
Un vincolo totalmente diverso da quello della 'sorellanza giurata' fra un gruppo di bambine, che si dissolveva col matrimonio per poi riformarsi, in un altro luogo e con altre persone, dopo, un vincolo esclusivo e non comune, sancito in un contratto scritto in nu shu, 'la scrittura basata su un codice segreto utilizzata dalle donne di una remota regione della provincia meridionale dello Hunan' da più di mille anni. 'L'unica lingua scritta al mondo creata dalle donne esclusivamente per il proprio uso.'.
E il ventaglio, donato da Fiore di Neve a Giglio Bianco come invito a questa unione tramite la mediatrice di tutta l'operazione, diventa il diario, scritto, appunto in nu shu,  degli eventi da ricordare della vita delle due, prima bambine e poi donne.
Matrimonio, figli, perdite, gioie, dolori, si susseguono, narrati a due voci e scritti a due mani, sulle pieghe del ventaglio, salvato e protetto in ogni occasione.
Ma un codice ha bisogno di una lettura attenta per non essere frainteso, e, in un momento particolare della vita due donne succederà proprio questo: qualcosa verrà mal interpretato e nulla sarà più come prima.
La forza del legame, però, rimarrà, e quella delle due che sopravviverà all'altra narrerà le vicende e il fraintendimento per rendere onore all'amica e al legame stesso.
'Fiore di neve e il Ventaglio Segreto' è scritto in un linguaggio chiaro e preciso, attento alle sfumature come ai dettagli, frutto, questi, della documentazione, anche sul luogo, dell'autrice.
Un romanzo intenso, piacevole e coinvolgente.
Un romanzo che non si dimentica.