martedì 22 luglio 2014

Le matin

Non so cosa stessi sognando, ma, all'improvviso, in una pausa o in un momento di poca vigilanza nel sogno, i rumori si sono insinuati nella mia mente e mi sono svegliata, distinguendoli uno ad uno: i tuoni, lontani ma non troppo, il verso delle cornacchie (o dei corvi) in volo, quello dei gabbiani, un canto modulato in alti e bassi di cui non si distinguevano le parole.
Le cinque del mattino.
Mi sono girata e rigirata nel letto, poi, dopo aver bevuto (acqua, eh!), sono andata fuori al balcone passando per la cucina.
Le luci della strada erano già spente, restavano solo quelle dei palazzi, il cielo era di quel colore che va dall'indaco scuro al blu chiaro e le nuvole non lo coprivano del tutto, ma, al vicino orizzonte, erano illuminate dal viola deciso e saettante dei lampi e dei fulmini.
Poi si è accesa e spenta la luce sul balcone (terrazzato) al piano di sotto, e subito dopo l'odore del caffè è salito sopra.
Un profumo magico, a quell'ora! Ma solo a quell'ora! Perché poi può diventare per me la cosa più nauseabonda che esista!
Mi sono spinta fino in fondo al balcone, ma la voce continuava a non avere un volto, una fisionomia.
Un ubriaco?
Aveva un tono più femminile, ma si sa, talvolta le voci sono così.
Quella del terrazzo del palazzotto, di fronte, un po' in basso, non era fuori... non penso che, cantando dall'interno della casa, si sarebbe potuta sentire così, fuori, ma chissà?
Del resto, una città che era di ville e giardini e che, pur conservando in buona parte le prime e i secondi, si è riempita di palazzoni, finisce per avere un'acustica strana, soprattutto di primo mattino!
Così la voce poteva venire da lì come da qualche vicolo là attorno.
Aveva un che di sentimentale, di quella tristezza allegra di cui sono fatte le canzoni di qui quando parlano dell'amore, che non è rose e fiori, pure se il suo canto si alza dai giardini, ma suona più come il gracchiare dei corvi in volo durante un temporale che sta arrivando.
Me ne sono tornata dentro.
Mi sono riavvolta nel lenzuolo e nel piumino, tiepidi sulla pelle fresca, e ho chiuso gli occhi, lasciando che, dai balconi aperti, entrassero anche il cinguettio di passeri e merli e il rumore sporadico di qualche auto.
Alle sei del mattino quella magia si (dis)perde.
 
 
'Le matin' è una canzone di Goran Bregovic che fa parte della colonna sonora del film 'La regina Margot'. L'ho conosciuta in 'Songbook', una raccolta, dello stesso Bregovic, datata anno 2000.
Perché mi sia venuto in mente il titolo, scrivendo questo pezzo non lo so (beh, si, l'ora! :D ) ma, riascoltandola, ci sta proprio bene. ;)

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