lunedì 30 maggio 2011

Sempre in notturna

Certi autori devo leggerli di notte per apprezzarli al meglio.
Alcuni perchè hanno bisogno di tutta l'attenzione possibile per gli argomenti e/o per il tipo di scrittura, ma altri, apparentemente, no.
E li potresti leggere tranquillamente alla luce del sole e in metropolitana, però, solo nell'atmosfera raccolta della notte, nel buio e nel silenzio, ti rivelano il loro caleidoscopio, fatto di sensazioni, di immagini e di significati nascosti dietro le apparenze.
Niente di complicato, intendiamoci, solo la vita per quello che è, e che, raccontata agli altri, vuol far capire e significare.
Uno degli scrittori che esige da me questo è Matteo B. Bianchi.
Sarà perchè la prima conoscenza letteraria è stata passare mezza nottata a leggere 'Generation of love' [Baldini &Castoldi]... (senza poter chiudere il libro prima di essere arrivata alla fine, in verità! -ma pare faccia a tutti questo effetto!- ;D ).
Sarà che per tutti gli altri, ad eccezione di 'Apocalisse a domicilio' [Marsilio], è stato così... (male per quest'ultimo, perchè ci ho messo un po' a capirne certi aspetti! ;P ).
Certo è che, l'altra notte, ho lasciato perdere tutte le altre cose che stavo leggendo e ho aperto 'Gatta gatta' [due punti edizioni], trovata (finalmente) e comprata appena sette ore prima.
Per la consistenza fra le dita e il formato potresti scambiare 'Gatta gatta' per uno dei racconti da 'mezzo pubblico' (nobili anche molti di essi, per la verità!) che da qualche anno hanno avuto tanta fortuna, ma, nella luce direzionata della lampada sul comodino, le parole non dette, sottintese, accennate, creano un labirinto nel quale la fantasia e il pensiero si perdono volentieri prima di raggiungere l'uscita.
Questa descrizione della quotidianeità complessa e allo stesso tempo semplice, ma mai banale, mi  ha ricordato Scerbanenco, anche se l'aria bassa e grigia di Scerbanenco, in Matteo B.Bianchi diventa bianca, e non per potenza del cognome, ma della penna.
Magari questa associazione di atmosfere non piacerà a nessuno dei due interessati, ma tant'è: in certi punti queste due realtà si toccano, e se poi, dalla nebbia, di qualsiasi colore sia, spunta fuori una gatta, per quanto di taglia ingombrante possa essere, forse è il caso di lasciarla entrare in casa! ;)))


(se la Vostra curiosità è azzurra, leggete la nota, in seconda di copertina, riferita alla copertina stessa! ;DDD )

domenica 22 maggio 2011

CITAZIONE MUSICALE n°29

"I am an animal trapped in your hot car
I am all of the days that you choose to ignore
You are all I need
You are all I need..."

[Radiohead -All I need]

(La necessità e il desiderio, in effetti...)

CITAZIONE LETTERARIA n°29

"Kathe aveva detto:
'Si ama pienamente per un attimo solo'.
Quell'attimo ritornava sempre."

[Henri-Pierre Rochè -Jules e Jim- Adelphi]

(La felicità e il tormento eterni, in pratica...)

sabato 21 maggio 2011

Patronimici

Patronimici, ovvero, l'indicazione del nome del padre posta fra il nome e il cognome, propria della lingua russa.
Li stiamo studiando al corso, e, neanche a farlo apposta li trovo menzionati, assieme ai diminutivi e vezzeggiati altrettanto caratteristici di quel parlare, in una nota dell'editore della Voland a 'Lezione di calligrafia' di Mikhail Shishkin. [Non aspettatevi che vi parli del libro: non l'ho ancora letto! ;DDD]
In tutte e due le occasioni viene messo in evidenza il fatto che è difficile venire in contatto con questa realtà di studio e di lettura, e la cosa mi stupisce.
Non poco in verità.
A parte il fatto che ogni lingua ha le sue particolarità, credo di essere entrata in contatto verso i dodici-quattordici anni con questo modo di chiamare la gente, quando ho cominciato a leggere -in italiano, s'intende- i romanzi degli scrittori russi.
Non ho mai avuto difficoltà particolari a distinguere una persona dall'altra, anzi, forse, i patronimici sono un aiuto in caso di nomi che si ripetono (e questo, in verità, lo dice anche l'editore di Voland).
E poi, a parte tutto, se vogliamo proprio fare un paragone bieco, è come se tutti avessero i nomi composti! E mica ci si spaventa a leggere le storie di italianissimi Gianroberto o Piermaria!
E allora? Mah!
I miei personaggi, quando sono russi, o di origine russa, il patronimico ce l'hanno!
E l'ho ricavato senza tanti problemi ben prima di cominciare a studiare questa lingua!
Sarò strana io... :P


Senza calze

C'era una volta un film: 'A piedi nudi nel parco', (Robert Redford + Jane Fonda, se la memoria non mi inganna), e devo averlo visto davvero all'età delle favole, tanto che non mi ricordo se nel parco, alla fine, i due ci vanno scalzi o no, ma, di sicuro, un titolo così particolare deve aver avuto un qualche effetto (deleterio) sul mio cervello!
Scalza, tranne che sui miei tappeti o sulle mattonelle, non ci sto mai, ma non è questo il punto.
Ciò che mi fa pensare a una suggestione un po' deviata, operata su di me da un titolo del tutto innocente, è il fatto che trovo incredibilmente sexy gli uomini che camminano scalzi per strada!
Non sto parlando di barboni e accattoni, né di poveracci con le scarpe bucate.
Sto parlando di una serie di individui più o meno normali, che, in abiti più o meno curati, e per i motivi più o meno insoliti, se ne vanno in giro a piedi nudi.
Sarà stata 'colpa', e soprattutto il fascino del primo, la cui storia non è il caso raccontare qui, ma è certo che, ogni volta che mi capita davanti una situazione di questo tipo, la lucina dell'eccitazione si accende nella mia testa.
Ma, attenzione, non vanno bene tutti, e non va bene un certo vestiario e un certo atteggiamento!
Come pure, l'asfalto è preferibile al terreno!
Mi è capitata sotto gli occhi, infatti, tempo fa, la copertina di un libro (non ricordo quale), in cui c'era raffigurato un tizio vestito di tutto punto ma senza scarpe né calze, e l'effetto, su di me, era più che altro disturbante!
Il perché non lo so, al di là del fatto che l'uomo potesse piacermi o meno!
Magari, se invece dell'abito giacca e cravatta da ufficio ne avesse indossato uno da sera... non sono convinta, però, la sensazione sarebbe cambiata!
Come pure, se avessi visto per strada uno così abbigliato, gli avrei dato solo un'occhiata, curiosa si, ma strana!
Questi altri che invece accendono la mia fantasia (perversa, anche se in pratica non so cosa farei!), sono individui che, in quella situazione, trovano naturale stare così.
E' una questione di portamento, credo.
Mi colpisce la naturalezza, la noncuranza, la sfacciataggine forse.
Non so se riuscirei ad imitarli, non so se farei trovare loro una tinozza d'acqua calda e saponata sulla soglia di casa... so solo che mi piacerebbe incontrarne di più in giro!




New York vampires

Eh, si, i 'lunghi canini' sono dovunque!
Non che questa sia una sorpresa, ma quando si parla di lui, il vampiro più conosciuto al mondo, che, esule dalla sua terra d'adozione, si ritrova, naufrago, a New York, beh, la cosa si fa, quanto meno, interessante!
Se poi ci accorgiamo che questa storia del nostro precede temporalmente il racconto di Bram Stoker, che diventa il resoconto del prologo di questa, ecco che la faccenda merita un po' di attenzione.
Perplessità dell'impostazione a parte, tutto è abilmente giustificato, e allora, 'Il vampiro di New York', di Lee Hunt, pubblicato dalla Newton Compton Editori, diventa una lettura piacevole e interessante, nonché un omaggio ad alcuni dei più famosi vampiri in giro per il mondo letterario e reale, chiamati addirittura in causa come comparse, se pur nominali, eccellenti! ;)))
Ne 'Il Vampiro di New York', passato e presente si intrecciano attraverso le figure femminili di Echo Van Helsing (la figlia di Abraham) a caccia di Draculia nella New York del 1863, e Carrie Norton, archeologa a contratto del secolo XXI, novella investigatrice di di un assassinio compiuto, appunto, nel 1863.
Ad esse si affiancano personaggi 'secondari' non meno incisivi quali Kate Warne dell'agenzia Pinkerton e il detective Max Slattery della squadra casi irrisolti della polizia di New York.
Il tutto intessuto nella trama più generale che lega la rivolta a New York durante la guerra civile americana e l'elezione a sindaco della stessa città ai giorni nostri.
Una storia complessa e semplice allo stesso tempo, che regge bene il suo intreccio, ma, proprio per questo, la trattazione di alcuni particolari non proprio secondari avrebbe meritato di venir ampliata.
Il finale, chiuso e aperto nello stesso tempo, è una implicita promessa di chiarimenti e spiegazioni, esplicitamente, però, non siamo noi lettori i destinatari di questi.
Almeno per il momento! ;DDD

martedì 17 maggio 2011

sabato 14 maggio 2011

Ri-scoperta

E' difficile scrivere di qualcosa che è una tua recente 'scoperta'.
Recente per modo di dire, visto che un paio di anni sono già passati, ma tant'è! ;P
Difficile perché l'obiettività un po' si oscura, sia per il ricordo dell' incomprensione precedente, sia per l'entusiasmo della 'rivelazione'. ;)))
Così, 'King of limbs' dei Radiohead continua a suonare (quasi) ininterrottamente da più di due settimane senza che io abbia preso una decisione precisa nei suoi confronti!
Chiariamo: per piacermi mi piace, ormai i Radiohead sono i nuovi Radiohead per me, ma il paragone con l'artefice del cambiamento - 'In rainbows' - è sempre lì, sulla spalla, a sussurrarmi all'orecchio.
E' proprio vero che il primo amore non si scorda mai, e il fatto di sentire quei brani, se pure con la casuale frequenza decisa dall' mp3, ogni giorno, provoca sentimentale assuefazione, ma, sinceramente, 'King of limbs' non ha niente di meno.
Anzi, di più, forse, una certa melodia, una dolcezza più dichiarata, anche se 'controllata' da una serie di suoni più aspri che sembrano trasportarti in un piccolissimo giardino, essenziale nei colori e nelle forme, racchiuso fra alte mura su una cima innevata che si staglia netta nel terso cielo invernale.
E sentendolo ancora, mentre scrivo, questo suono 'ondeggiante', a tratti piacevolmente insistente, che sembra raccogliere tutte le note alte e isolate di tutti gli 'oriente', mi accorgo ti si insinua dentro come il vento da una finestra accostata che fa gonfiare le tende.
Quelle dell'anima, ovvio!
(Strano effetto continuano a farmi i Radiohead, eh? ;DDDD)