sabato 21 maggio 2011

Patronimici

Patronimici, ovvero, l'indicazione del nome del padre posta fra il nome e il cognome, propria della lingua russa.
Li stiamo studiando al corso, e, neanche a farlo apposta li trovo menzionati, assieme ai diminutivi e vezzeggiati altrettanto caratteristici di quel parlare, in una nota dell'editore della Voland a 'Lezione di calligrafia' di Mikhail Shishkin. [Non aspettatevi che vi parli del libro: non l'ho ancora letto! ;DDD]
In tutte e due le occasioni viene messo in evidenza il fatto che è difficile venire in contatto con questa realtà di studio e di lettura, e la cosa mi stupisce.
Non poco in verità.
A parte il fatto che ogni lingua ha le sue particolarità, credo di essere entrata in contatto verso i dodici-quattordici anni con questo modo di chiamare la gente, quando ho cominciato a leggere -in italiano, s'intende- i romanzi degli scrittori russi.
Non ho mai avuto difficoltà particolari a distinguere una persona dall'altra, anzi, forse, i patronimici sono un aiuto in caso di nomi che si ripetono (e questo, in verità, lo dice anche l'editore di Voland).
E poi, a parte tutto, se vogliamo proprio fare un paragone bieco, è come se tutti avessero i nomi composti! E mica ci si spaventa a leggere le storie di italianissimi Gianroberto o Piermaria!
E allora? Mah!
I miei personaggi, quando sono russi, o di origine russa, il patronimico ce l'hanno!
E l'ho ricavato senza tanti problemi ben prima di cominciare a studiare questa lingua!
Sarò strana io... :P


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