lunedì 30 agosto 2010

DELLA BELLEZZA

Giuseppe Patroni Griffi, 'La morte della bellezza'.
Mi sono imbattuta in questo titolo sul sito di una biblioteca torinese. Non ricordo esattamente cosa stessi cercando. Probabilmente qualcosa riguardo Eduardo Mendicutti. Certi titoli in un elenco mi incuriosirono e ne presi nota. Non è stato facile trovarli, ma li ho recuperati quasi tutti. (Mendicutti escluso, ovviamente! ;PPP)
Il volume che ho, è una riedizione, del marzo di quest'anno, della Baldini Castoldi Dalai editore.
Appena ho saputo della sua esistenza (marzo/aprile appunto) l'ho mandato a prendere, ma l'ho letto solo adesso, ad agosto.
Scoprire questo aspetto di Patroni Griffi è stato una piacevolissima sorpresa! :)))
Per me era un nome legato solo al cinema, invece mi sono trovata davanti uno scrittore eccellente.
Di quelli che sanno cos'è la lingua italiana e sanno usarla, conoscendo le sue potenzialità di espressione.
Uno di quelli che, veramente, è un piacere leggere.
Mi rendevo conto, pagina dopo pagina, che, per tanti, certe espressioni, certe forme grammaticali, sarebbero potute risultare quantomeno strane: periodi ipotetici, condizionali, congiuntivi... una goduria per i sensi di chi sa leggere! (E, di conseguenza, scrivere! ;))) ) [Evviva la modestia! ;DDD]
Cos'è che fa scattare l'innamoramento? Certe volte è difficile determinarlo. Qui è stata una frase ben precisa:

"Adesso mentiva a metà, rivedere uno dei giardini casalinghi simili al suo lo colmava di dolcezza e s'era persuaso a metà d'aver accolto l'appuntamento per questa ragione.".

Come non cadere vittima di quell' 'accolto', di quel 'mentiva a metà', che descrivono la scusa per non cedere apertamente al sentimento che muove le azioni di uno dei due protagonisti?
E essi stessi utilizzano un linguaggio simile, si seducono l'un l'altro anche attraverso le parole, usate per nascondersi, per evocare, per sottintendere, difficilmente per per spiegarsi con chiarezza, ma sempre per legarsi, per raccontare a se stessi una storia d'amore: la loro.

" ... Vieni. Tu sarai il violino nelle mie mani, insieme formeremo l'orchestra. Sarà un miracolo.".

Una storia d'amore la cui bellezza è strettamente fusa col luogo in cui sboccia: la Napoli della seconda guerra mondiale.
Non dipende da essa, ma questa città è l'unico posto degno di renderla perfetta.
Con tutte le imperfezioni, i fraintendimenti, le paure, le difficoltà, che appartengono ad entrambe.
Il 'sadismo' adolescenziale, si confonde con la cruda bellezza dei luoghi ancora lasciati a se stessi; la giovanile maturità si nasconde dietro la città sfregiata dalle bombe.
Immagini violente, eppure seducenti, come quella del tagliacarte o del bombardamento notturno, si incastrano alla perfezione con descrizioni pacate e sensuali quali il ballo al suono della radio o il riposo alla villa di Lucullo.
Interni ed esterni; l'amore e la città.
Un puro gioco di lingua (italiana) e di cervello, è il descrivere l'orgasmo come una fantasmagorica marina, in cui acqua, molluschi, alghe, si fondono in un turbinio di colori e di vita.
Sono forse le origini dell'autore a muovere la sua mano, particolarmente in questa rappresentazione, a culmine di tutta la narrazione, perché il mare è Napoli e "Napoli, è una dimensione della tua anima, o non è niente.".

NB: questo non è un colore qualsiasi, messo qui per caso. E' una foto del cielo di Napoli. Credo regga magnificamente il confronto con l' 'azzurro Nizza' che ha tanto peso nel libro! ;)))

venerdì 27 agosto 2010

POESIA

Per cercare di prendere sonno, stanotte, ho fatto un giro per i canali tv, e, su rai due, ho trovato una puntata di 'La storia siamo noi' che parlava di Rudolf Nureyev.
In una intervista gli veniva chiesto, non so perché, quale fosse stata la prima filastrocca/poesia imparata da bambino.
Era una poesia.
Il suono mi è sembrato familiare, poi, quando ne ha detto l'autore e l'ha spiegata per sommi capi ne sono stata sicura (la recita era in russo, la spiegazione in inglese) : Parus (La vela) di M.Y. Lermontov.
La prima poesia che abbiamo letto al corso di russo.
Non ho potuto far altro, una volta finito il programma, che rileggermela prima di andare a dormire.
Ho deciso che la imparo anch'io a memoria! :)))

A SPASSO SU E GIU'

Nella settimana in cui i sopravvissuti alla settimana dei sopravvissuti (vedi post precedente!) ricominciano a colonizzare il mondo, ElleGGì ha deciso di passare da queste parti, e, approfittando del tempo inclementemente caldo, abbiamo deciso di farci quel da tanto tempo programmato giro per il (poco) sottosuolo visitabile della città.
Così, martedì, nel primo pomeriggio, siamo scesi, al seguito della guida bilingue (bilingue nel senso che le spiegazioni le dava in inglese e in italiano), nella Napoli sotterranea.
Prima a visitare l'area (minima) del teatro greco-romano custodita dall'associazione culturale (Napoli Sotterranea, appunto), e poi una serie di cavità che si aprono nel sottosuolo, utilizzate via via, dopo essere state cave, come cisterne, depositi di rifiuti, e, infine, durante la seconda guerra mondiale, rifugi.
Nella visita è compreso (ma facoltativo) l'attraversamento di un suggestivamente stretto e lungo passaggio scavato nella roccia illuminato da candele al portatore! (Grazie ancora al custode della mia, anche se notevolmente accorciata e in quell'occasione legata stretta, chioma!)
Il tutto è una parte infinitesima di quello che si nasconde sotto i nostri piedi, ma tant'è.
Però ci si fa un'idea della cosa, anche se, pure coi rilievi alla mano, è difficile, passeggiando per strada, accettare questa realtà!
Non è per niente difficile, ed è, invece, cosa piacevolissima, andarsene in giro con ElleGGì! ;DDD
Ritrovo, in sua compagnia, il gusto per l'avventura e la scoperta metropolitane, che, per forza di cose, avevo un po' perso.
Mi spiego: andarsene in giro senza meta di giorno, è una cosa, farlo di notte, tutt'altra. (Notte fonda un'altra ancora, ma non l'abbiamo messa in pratica. Per ora! :DDD) Devi avere quella certa disposizione di spirito e quel particolare atteggiamento nei confronti del mondo.
E uscire per camminare è completamente diverso dall'uscire per 'uscire', e/o per fare qualcosa!
Si vedono, si scoprono, cose, fatti, persone, di cui, altrimenti, non si verrebbe mai a sapere.
E martedì, chiacchierando chiacchierando, ma anche - ed è quello che forse conta di più - in silenzio, di strade e stradine, sotto il sole, le pietre e la luna, ne abbiamo percorse parecchie! ;DDD
(Nonostante le mie scarpe non fossero proprio 'basse'! ;))) )
Ovviamente, data, come ho già detto, la settimana da 'film del giorno dopo', tanti siti da esplorazione istitituzionalmente custoditi, non erano visitabili!
Pazienza! Non scappano mica! Ci rifaremo in un'altra occasione! :)))


PS: I depliant esplicativi dei luoghi che ci hanno dato, causa superdistribuzione, non erano in nessuna delle lingue che mi sono più o meno pienamente conosciute! ;PPP

sabato 21 agosto 2010

FATTO!


Fi-ni-to! (Finalmente! ;DDD)
Perché le 'pendenze' non possono esserlo in eterno, e questa durava già dal secolo passato!
E, approfittando della settimana degna di una delle migliori puntate de I sopravvissuti, e delle ultime puntate di Fullmetal Alchemist Brotherhood, della 5a stagione di Numb3rs, delle (ennesime) repliche di Crossing Jordan, di quelle di Cold Squad , di Medical Investigation e di The Strip, nonché di una quantità incalcolabile di dischi, ho deciso di portare a compimento l'opera. (Ma, se non avessi iniziato prima non ci sarei mai riuscita! Solo per l'ultimo giro ci sono volute la bellezza - si fa per dire! ;PPP - di 18ore!)
Non c'è bisogno di aggiungere altro. ;)))
Tranne, forse, il diametro: 168 centimetri. I pallini del bordo di chiusura sono stimati intorno a 1500, ma mi sono rifiutata di contarli! :DDD

sabato 14 agosto 2010

CITAZIONE MUSICALE n°20

"It's what there is
it's what there was
it's what will be there
after us"

[A-ha - What there is]

(Perchè la complessità delle cose è eterna e immutabile.)

CITAZIONE LETTERARIA n°20

" 'Sa, vecchio Maestro, capita di ripensare con nostalgia alla morbidezza delle labbra di una donna che non si frequenta da lungo tempo.' "

[Yasunari Kawabata - Arcobaleni - Guanda]

(Perchè il tempo arrotonda e addolcisce.)

Casualità

Forse leggo troppi fumetti.
Pure troppi libri, ma, in questo caso, come in quello analogo della scrittura, l'immaginario visivo è quasi del tutto personale, perché il cervello filtra e rielabora i suggerimenti fornitigli.
Quando, invece, nel racconto, è l'immagine a predominare, il lavoro della fantasia è di altro tipo, e, probabilmente, implica quel che mi succede: 'riconoscere' per strada i personaggi!
Nei tratti, nelle espressioni, nel modo di vestire, nelle azioni, sono 'loro'.
E la dicitura: 'ogni riferimento a fatti o personaggi realmente esistenti è puramente casuale', non può essere più vera di così!
Ma io mi trovo, improvvisamente, a stupirmi e a ridere tra me e me, osservando qualcuno capitatomi accidentalmente davanti agli occhi.
Ogni paragone reale mi sembra forzato e esagerato, ma l'evidenza apparente è lì, e allora magari lascio correre i pensieri solo per vedere dove arrivano, cosa riescono a elaborare mischiando realtà (il fumetto) e fantasia (gli inconsapevoli interpreti).
Un esercizio mentale che non dura più del tempo strettamente necessario però, perché non mi sembra davvero il caso di riguardare in faccia queste persone e arrossire! :PPP ;DDD

VOGLIA

Vorrei andare ad una festa!
Di quelle come se ne facevano ai tempi della scuola, o in vacanza.
Passare ore a prepararmi e vestirmi e dire in giro: 'Vado a una festa!'.
Una festa fatta per fare festa e basta.
No fidanzamenti (se pure mai le fanno! E si che sarebbero utili per evitare l'angoscioso interrogativo davanti alla partecipazione di nozze: 'Chi è lo/la sposo/a?'), no matrimoni (appunto!), no battesimi, comunioni, lauree e quant'altro di istituzionale! Un compleanno potrebbe ancora andare bene, l'inaugurazione di una casa pure, ma se fatti con stile e chiassosa eleganza! ;)))
Ovviamente non è neanche presa in considerazione la festa per 'single' o per 'coppie' (di qualsiasi tipo!).
E' auspicabile, invece, per la buona riuscita dell'evento, una sana promiscuità!
E che tutti i bambini stiano a casa, o al piano di sopra, con le babysitter! (che pure devono guadagnarsi da vivere! ;DDD)
Si, la festa non deve essere in un locale. Assolutamente no! Perde gran parte del suo fascino!
Ci stanno bene pure il/la vicino/a impiccione/a e le buste enormi di spazzatura -differenziata, certamente!- il mattino dopo.
E spuntini golosi, e bibile, e, soprattutto, musica.
Per ballare.
Guardandosi da lontano negli occhi e pelle contro pelle.
Nonostante il caldo!
Meglio ancora, oltre la sala, uno spazio aperto, giardino o terrazzo che sia, meno illuminato, dove isolarsi e riposarsi dalla fatica dello stare fra tanti e ritrovare il piacere del contatto a due, o a tre.
Contatto d'amore o d'amicizia, lecito o illecito. Contatto da festa. Di cui parlare o arrossire il pomeriggio successivo.
E' da preferire una notte riccamente stellata ma senza luna (che serve ad altro), al massimo un quarto, e una brezza leggera che faccia sentire, di tanto in tanto, il suo soffio.
E un orario preciso e definitivo di chiusura della festa.
Per gustarne meglio ogni momento.
Niente di particolarmente impegnativo o dispendioso, dopotutto.
A parte la volontà e la collaborazione dei partecipanti... ;PPP
L'idea c'è. :)))
Vogliamo darci da fare? :DDD