venerdì 31 dicembre 2010

5 propositi per il nuovo anno/per il possimo decennio

1- Scrivere.
(Il romanzo e le storie dei vampiri aspettano sempre più impazienti!)
2- Cominciare a finire cose, progetti, ma pure scritti, che dipendono solo da me.
(Perchè il nuovo è sempre invitantemente in agguato!)
3- Ridurre notevolmente il numero dei non ancora letti.
(Altrimenti la voglia di rileggere si trasforma in senso di colpa!)
4- Guardare tutti i film in dvd che ho comprato.
(Se non lo faccio, che me li compro a fare?)
5- Imparare a giocare a scacchi.
(Anche questo, nella vita, serve!)

venerdì 24 dicembre 2010

IN ORO SUL BLU


Non ricordo più da dove viene quest'immagine. E' un adesivo, anche se la colla non attacca più.
E' una rappresentazione del Bambino un po' insolita in effetti... ma mi è sempre piaciuta. ;)))

giovedì 23 dicembre 2010

CITAZIONE MUSICALE n°24

"Is this the real life?
Is this just fantasy?..."

[Queen - Bohemian rhapsody]

(Credo di riuscire a gestire meglio la fantasia...)

CITAZIONE LETTERARIA n°24

"Inezie ci consolano perchè inezie ci affliggono."

[Yasunari Kawabata - Arcobaleni - Guanda]

(Difficile stare al mondo, altrimenti.)

IL PIANTO

Anche il pianto, come la risata, esprime i sentimenti più differenti tra loro.
Anch'esso è, la maggior parte delle volte, incontrollabile, e, benché sia riservato principalmente alle situazioni, pure certi oggetti possono scatenarlo.
Se non realmente, metaforicamente, che poi è come se succedesse davvero, ma la decenza morale ci impone di essere superiori alla pochezza dell'oggetto (ma pure della situazione) indegnamente meritevole delle nostre lacrime.
Ma non del nostro sdegnato e perplesso disappunto.
Emblematico esempio, anche questa volta, lo offrono le mutande: quelle da donna (ma pure i completini intimi) nel periodo natalizio e di passaggio all'anno nuovo.
Capisco che la sensibilità maschile è completamente diversa da quella femminile, ma ciò che è brutto lo è, quasi sempre senza ombra di dubbio, per tutti.
Come ciò che è bello è universalmente riconosciuto!
Così, se non riesco ad immaginare cosa può provare un uomo trovandosi davanti, in zona inguinale, un grosso cuore di strass rossi tenuto ai fianchi da una striscia nera in simil latex opaco, ancor meno posso capire cos'è che spinge una donna a indossare un orrore simile.
Ogni fantasia è lecita, ci mancherebbe!
Ma, guardando e riguardando questo indumento che neanche sul manichino faceva un bell'effetto, mi vengono in mente solo il video Animal Nitrate degli Suede, e/o l'episodio finale di The Acid House! (Quello del moscone, per intenderci! ;))) )
Niente a che vedere coll'erotismo, in effetti, al massimo, un po', col fascino del perverso da guardoni!

domenica 19 dicembre 2010

Wonderlustre

Certe donne mi affascinano.
Per come sono, per quello che fanno, per il modo in cui lo fanno, per il loro stile, insomma.
Skin degli Skunk Anansie è una di queste.
Mi è piaciuta subito.
La dolcezza sotto l'aggrassività, l'eleganza nella sensualità, sono caratteristiche che non possono passare inosservate.
Nella sua persona come nella sua musica.
Una musica capace, sempre, di svegliare i sentimenti, di stimolare le emozioni.
Wonderlustre è il sorriso intrigante, sornione e luminoso di Skin.
Ma anche l'agilità, la potenza, la raffinatezza felina del suono degli Skunk Anansie.
Una sequenza di canzoni armonica, completa, sostanziosa e leggera, che vorresti sentire dappertutto e in continuazione, tanto ti coinvolge.
Cosa che, poi, pur non essendo determinante non guasta, il disco ha una delle più belle copertine in circolazione.
Nei toni del verde che sfuma all'arancio, su un paesaggio formato da spiaggia, lembo di mare e colline, si staglia, in primo piano un enorme cuore umano costruito con una stoffa degli stessi colori, tridimensionalemente piegata.
La stessa che, all'interno del libricino coi testi, forma l'ombra, consistente e dilatata a forma di animale-totem, di ciascuno dei quattro componenti della band.
Un vestito sobriamente splendido per un corpo magnifico.

LA RISATA

Che cos'è la risata?
E' la manifestazione di sentimenti che, altrimenti, non riusciremmo ad esprimere.
Sentimenti. Sostantivo plurale.
Perché la risata, al contrario di quel che credono molti, non ne esprime uno solo.
Si può ridere di gioia, di divertimento, di scherno, di imbarazzo. E di tante altre cose ancora.
Magari, talvolta, è difficile 'interpretare' una risata.
Ci sembra inopportuna, fuori luogo, di cattivo gusto.
E invece, forse, basterebbe calarsi per un attimo nello stato d'animo di chi ride, per trovarla pienamente giustificabile.Non sempre condivisibile come scelta, è vero, ma, indubbiamente, comprensibile.
Non sempre, già, ma, in linea di massima, la risata è una manifestazione istintiva, un po' come lo starnuto, e quindi incontrollabile, e non per questo decisamente fuori luogo.
[Però, ridere perché ti viene non è la stessa cosa che fare ironia e stimolare gli altri ad una ilarità procurata.]
Certe situazioni, poi, certi oggetti, riescono a scatenare risate di vario genere, quasi sempre irrefrenabili e più o meno gradite all'orecchio altrui.
Caso emblematico è quello delle mutande maschili.
[Oggetto meritevole, di per sé, di un'enciclopedia riccamente illustrata e commentata. ;) ]
Alcuni dei modelli di recente esposti nelle vetrine mi fanno seriamente dubitare del tipo di risata che, istintivamente, potrebbe venirmi alle labbra trovandomi davanti un uomo con addosso un tale indumento.
Partendo da quelle che, in tempo di mondiali, rappresentavano un pallone da calcio con alcune delle tessere che lo compongono colorate di rosso o di verde a formare, con le bianche, la bandiera italiana.
Ci saranno stati altri Paesi in cui l'orgoglio nazionale sarà stato manifestato in maniera così intima?
Non so se sperarlo...!
Certo, bisogna pure considerare il vantaggio di poter dire al soggetto indossante, qualora lo spoglio non si sia rivelato all'altezza delle aspettative: "Girati.", e mandarlo, giustamente e con soddisfazione, a segnare un gol nella porta d'uscita.
Situazione più complicata è, invece, quella che ti mette davanti, a pantaloni calati, un siparietto natalizio con tanto di canzoncina.
(Era specificata a chiare lettere, in vetrina, la presenza di questo esclusivo optional! ;P )
Più che da ridere potrebbe, forse, venirmi anche da piangere. E non dalle risate!
Che fare, allora?
Rimandare il malcapitato (o non compreso) su per il camino?
Non lo so. Davvero non lo so.
Strapparglielo e buttarglielo via facendo finta di niente? (Il mutandone, eh! ;P )
Certamente è la scelta più diplomatica, ma da riservare comunque a individui meritevoli di comprensione o dotati di un senso della risata altamente contagioso. ;)))

giovedì 25 novembre 2010

DUE


730 giorni (+ o -), oppure: 24 mesi , o ancora: 108 settimane (+ o -).
[Mi risparmio il conto delle ore, dei minuti e dei secondi! ;P ]
Praticamente: due anni.
Due anni di blog.
Per un totale, compreso questo, di 154 post.
Mica male, direi! ;DDD

CITAZIONE MUSICALE n°23

"How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
A complete unknown
Like a rolling stone..."

[Bob Dylan - Like a rolling stone]

(Il fatto è che, certe volte, pesa rotolare. Si ha bisogno di appigli.)

CITAZIONE LETTERARIA n°23

"La vita non è nè semplice nè logica."

[Francisco Gonzalez Ledesma - La dama del Kashmir - Giano]

(E... prendere o lasciare, purtroppo.)

mercoledì 17 novembre 2010

Oh, Numi!

Agli dei greci, pure nel loro travestimento romano, ho sempre creduto.
Sarà tutto merito di un libro dalla rilegatura antica che, da piccola, non mi stancavo mai di rileggere, se i loro nomi, le loro storie, sono tutt'ora, pure se costituiscono un'area non spesso frequentata, parte del mio mondo.
Ritrovarli nella Londra attuale, grazie a 'Per l'amor di un dio', di Marie Phillips, (edizioni Guanda), è stata una piacevole e divertente sorpresa.
Smitizzare il mito non è cosa facile, perché gli dei sono dei, e si comportano come tali, anche quando si travestono da umani, e, proprio per questo, paradossalmente, passano inosservati. (Soprattutto a Londra!)
Il che, dal loro punto di vista, è un problema, perché, anche per loro, niente è peggio che perdere di credibilità.
In quanto all'innamorarsi... beh, ne sono sempre stati soggetti, vuoi per carattere, vuoi per circostanze più o meno casuali.
Nel secolo attuale la cosa non cambia, ma le conseguenze sono più imprevedibili che all'epoca d'oro del loro splendore.
Ma, ora come allora, gli eroi ci sono, e fanno (devono farlo!) il loro dovere.
Divertente, ironico, giustamente romantico, leggero e profondo al tempo stesso nelle considerazioni che sono alla base della scelta di certe ambientazioni e di certi comportamenti, forse il romanzo di Marie Phillips può avere una sola giusta denominazione, presa da un linguaggio giovanile forse ormai datato, che l'ha inconsapevolmente tratta da questo passato comune e fantastico: mitico, appunto!
Una sola - la solita - considerazione per la scelta del titolo italiano: non sarebbe stato meglio tradurre letteralmente l'appropriatissimo 'Gods Behaving Badly'? Mah! ;P

Vurdalaki

Una visita al settore horror, sottosezione vampiri, è d'obbligo, ad ogni entrata in libreria.
Perché tenersi aggiornati nel settore è di vitale importanza, e solo così, tra tanti vampirelli pivelli dell'ultima stagione, è possibile mettere i denti (ehm, volevo dire: gli occhi, le mani!) su un bel vampiro vecchio stile.
Se ne trovano pure nei libri moderni! E 'I dodici', (edizioni Rizzoli HD) è bello nuovo nuovo! E Jasper Kent ha la mia età! [Per quel che mi riguarda, questa è una dichiarazione altamente compromettente, per più di un motivo, ma mi è scappata e resta fuori! ;P ]
Non so se sia stato il titolo, la copertina, o la sintetica recensione di SFF WORLD in un angolo di questa, fatto sta che è stato 'visto e preso'. E non me ne sono pentita!
I vurdalaki che nell'autunno del 1812 imperversano in Russia al pari (contro, per la verità) della Grande Armée di Napoleone, sono irresistibili. Letteralmente! (Paletti di legno e raggi del sole a parte!)
La trama è intrigante e piena di sorprese e colpi di scena. Qualcuno, magari, prevedibile, ma mai nel dettaglio, e, poiché la costruzione e la scrittura sono attente e curate, anche la prevedibilità non è mai banalità.
Una bella storia, con protagonisti tutti i soggetti partecipanti, anche se chi racconta è uno.
Una storia nata nella Storia grazie alla Leggenda, in cui, avventura, sangue e amore, sono in un equilibrio tale da rendere sinceramente credibile il tutto.
Mi sono piaciute certe precisazioni 'tecniche', certi vocaboli della lingua della storia utilizzati senza ostentazione, senza messe in evidenza.
Mi è piaciuta l'atmosfera creata, il lasciar muovere i personaggi secondo la loro natura, il lasciare a loro giudicare se stessi: un moderno stile da padri della lingua russa.

sabato 6 novembre 2010

Doni di stagione

Certi regali non possono essere incartati.
Meglio, i donatori non hanno la possibilità di farlo, nè possono chiedere ad altri di compiere per loro questa operazione.
E così lasciano lì l'omaggio, in incognito, a futura promessa di gradita sorpresa.
Perchè è stata di sicuro qualche 'piuma', riconoscente delle attenzioni rivoltegli, a lasciare il semino nel vaso sul terrazzo.
Così finisce che anche chi non semina raccoglie, e gusta, riconoscente! ;)))





martedì 26 ottobre 2010

25

L'ho preso qualche giorno fa.
(Poteva mai essere diversamente? Li ho tutti! ;))) )
E, anche se può sembrare patologico, non ho voluto resistere alla tentazione: ho posato quel che avevo in mano (non mi ricordo più neanche quali dischi erano! ;P ) e ho preso l'ultima raccolta degli A-ha (quella col dvd allegato!).
L'ultima, si, proprio l'ultima, davvero.
Perché, dopo un quarto di secolo, il gruppo si scioglie definitivamente.
Lo sapevamo già da più di un anno, ma, l'altra sera, ascoltando 'Butterfly, Butterfly', mi sono detta: 'Adesso è proprio finita!'.
In verità, c'è sempre l'ultimo concerto, il 4 dicembre a Oslo, ma, anche potendo, non credo ci andrei.
O, potendo, forse si.
Mi dà, qui e adesso, una sensazione strana, figuriamoci lì, in quel momento.
E' una parola strana, fine, in un contesto musicale: le band si sciolgono e i dischi restano.
Le emozioni non si cancellano.
E, pure se 'i magnifici tre' (non volermene ElleGGì, se ho usato lo stesso appellativo per le tue 'creature'! ;))) ) continueranno le carriere parallele già intraprese, non ci sarà giornata di pioggia senza la loro versione di 'Crying in the rain', o raggio di sole attraverso i vetri senza 'The sun always shine on TV'.

CITAZIONE MUSICALE n°22

"I'm looking for a complication
Looking cause I'm tired of trying
Make my way back home when I learn to fly..."

[FooFighters - Learn to fly]

(Può sempre tornare utile, averlo imparato.)

CITAZIONE LETTERARIA n°22

" 'Bisogna pur avere qualcosa o qualcuno a cui appoggiarsi', pensò Lord Eylan, 'almeno finchè si può; una cosa qualunque, che ti protegga, che ti distragga da quel nichilismo imperituro, sempre in agguato, che ti attende alla fine di ogni breve e incomprensibile esperienza.' "

[Derek Raymond - Gli inquilini di Dirt Street - Meridiano zero]

(E' necessario, pure, sopravvivere alla vita.)

dISPENSER

E' quando fa buio, quando le giornate 'si accorciano', che percepisci l'assenza, la mancanza delle cose a cui sei abituato.
Fosse pure solo un programma radiofonico.
E' una battaglia persa discutere sul perché se ne debba fare a meno.
Ormai è così, ed è meglio farsene una ragione: il mondo gira e dispenser finisce.
Peccato, però, non sia un telefilm, la cui storia sia stata concepita con un principio e una conclusione, ma un programma ad aggiornamento quotidiano, una specie di radiogiornale che informava sulle novità letterarie e musicali, sul livello di stranezza del mondo, sulle sue curiosità.
Un programma come tanti?
No, non un programma come tanti, ma popolare come pochi, almeno in una certa fascia di pubblico.
Un pubblico che si è ritrovato anche al di fuori del forum (e del blog) su internet che supportava la trasmissione.
Un pubblico che ha resistito al cambio di conduttore, alla trasformazione del forum in blog, allo spostamento di orario, a più o meno gradite evoluzioni.
Un pubblico che non ha potuto niente contro la soppressione del programma.
Del resto, si sa, nulla è eterno.
Le fini premature, però, mettono un po' tristezza.

martedì 19 ottobre 2010

Une mélancolie arabe

Mélancolie, malinconia.
'...Turbamento duraturo dell'animo...' leggo, tra l'altro, nel vocabolario.
E il titolo originale mi sembra quello più adatto a rendere l'essenza della nuova opera di Abdellah Taia, pubblicata dalla ISBN: 'Uscirò da questo mondo e dal tuo amore'.
Il titolo italiano ha un suo senso, ma preferisco quello francese, riportato, del resto, con la foto dell'edizione Seuil 2008, sulla seconda di copertina.
Emblematica, forse, questa scelta, perchè niente più di quelle tre parole riescono a descrivere il sentimento che accompagna scrittore e lettore in questo viaggio nelle cicliche morti e rinascite che segnano la vita del protagonista: Abdellah, appunto.
Morti fisiche e dell'anima, dei sentimenti.
Ma alla morte è strettamente legata la rinascita, il cambiamento: è il ciclo della vita a misura dell'esistenza dell'uomo.
Scandita dai sentimenti, che ne sono parte integrante.
Così, ad ogni delusione sentimentale, ad ogni 'morte dell'anima', corrisponde una morte fisica scampata.
Sembra un caso, sembra fatto a posta.
E forse è così.
Nel senso che, il motore del mondo, chiunque o qualunque cosa esso sia, certe volte ci invia dei segnali che solo noi, come amalgama individuale di anima e corpo, possiamo capire.
Il segnale, nel caso di Taia, è chiaro però: la 'rinascita' deve implicare un cambiamento della focalizzazione dei sentimenti. Per salvare l'anima, anch'essi devono morire e rinascere, per un amore nuovo.
Attenzione: devono morire i sentimenti, l'amore no, quello non muore mai.
E se il pericolo per il corpo non si presenta come fattore esterno, può anche nascere dall'interno: una specie di autosoffocamento.
Ed è sempre una mano esterna, non quella dell'amore ma quella della umanità (intesa come contatto solidale tra gli individui), in un incontro casuale o procurato, a riportare in vita Abdellah.
'Uscirò da questo mondo e dal tuo amore' è un piccolo capolavoro di poesia in prosa.
Ho letto, in coda, il commento del traduttore, Stefano Valenti, che ha usato lo stesso concetto per descriverlo.
Probabilmente perchè è così senza alcuna ombra di dubbio.
La precisione e la delicatezza dei sentimenti provati viene riportata e trasmessa con una essenzialità e una efficacia che rendono impossibile non partecipare, non immedesimarsi, non capire.
E' un libro intenso, che racchiude le gemme di tante altre storie estranee, che descrive un mondo, l'uomo, l'amore, arabo, che reclama se stesso nell'integrazione in quello occidentale.
Non è una rivalsa, un bisogno di identità. E' una constatazione della diversità nell'integrazione.
E' una richiesta di affermazione dei sentimenti. Del diritto a provarli e a sentirseli ricambiati.
Allo stesso livello e con la stessa libertà.
Perchè pure la gelosia uccide.
E le incomprensioni che essa genera non potranno mai essere chiarite, neanche con le parole di una poesia.

lunedì 4 ottobre 2010

SC-COLA

Ecco, si ricomincia.
Ad andare a scuola. Di lingua russa, mica di altro! ;PPP
(Ci mancherebbe! :DDD)
Ma fa un certo effetto ricominciare il 4 ottobre!
Certo, non ho il grembiulino, ma una borsetta che funge da cartella si, e l'associazione mentale a quel primo giorno di scuola di tanti anni fa esiste.
Me lo ricordo ancora! (BRRR!!!)
(Insomma, si, non sono mai stata entusiasta della scuola. L'Università è stata un'altra cosa. Imparagonabile! :))) )
E cominciare col dire consapevolemente un cognome sbagliato sapendo (e constatando) di mettere in crisi la maestra, tutto sommato non è stata una idea malvagia! (Certo non dal punto di vista della maestra, lo riconosco! ;))) ) E' servito a smitizzare, e forse a minare larvatamente, l'immagine di brava bambina che, se pure mi ha accompagnato fino all'esame di maturità, non ha convinto pienamente almeno me!
Tempi passati e meno male!
Quest'anno che il nipote n°1 (in ordine di età) ha cominciato la prima elementare non posso nascondere di aver provato un brivido.
Si, l'età, gli anni che passano... ma no, in verità non è stato per quello.
E' stato il pensiero che per uscire dalla scuola dovrà passarcene tredici dentro!
Magari ha preso dalla madre e gli piacerà... ;PPP
Perché non è una questione di andare bene o male... è proprio la questione di andarci!
Ma lo si deve fare, e allora tanto vale prenderla come viene, senza starci a pensare troppo su. ;PPP
Quando poi, come nel mio caso, si sceglie di ritornarci volontariamente... (ma non è -quasi- la stessa cosa!) ;DDD
Ho fatto pure i compiti, eh! :)))


PS: sc-cola è la pronuncia di scuola in russo! ;)))

martedì 14 settembre 2010

CITAZIONE MUSICALE n°21

"Don't question why she needs to be so free
She'll tell you it's the only way to be..."

[Rolling Stones -Ruby tuesday]

(appunto! ;))) )

CITAZIONE LETTERARIA n°21

"Ci sono luoghi che ci aspettano, le era venuto da pensare con il fiato sospeso, perchè devono dirci qualcosa."

[Francesco Costa -L'imbroglio nel lenzuolo- Salani]

(Ce ne sono un paio che aspettano, e qualcuno chiama pure... prima o poi ascolterò! ;))) )

PIUME

Ne svolazzano e se ne posano tante, da queste parti (in piena città), che, dopo faticosa cattura fotografica, ho deciso di dedicare loro un piccolo spazio qui su 'Annetta'.
S'inizia coi passeri, creaturine che non raramente mi ritrovo a esplorare casa.
Sono un po' restie a collaborare alla foto, soprattutto da vicino, ma una certa distanza ne fa dei soggetti incredibili!
Soprattutto quando litigano! ;DDD
(E si che lo sono, litigiosi!)
La sequenza sotto riprodotta lo mostra chiaramente!

1)
2)3)
Non so perchè le due femmine ce l'avessero col maschio, ma l'hanno avuta vinta loro! ;)))

sabato 4 settembre 2010

VERDE ORO

... o ocra acciaio!
Una trasparenza a fondo scuro, incorniciata da ciglia forti e arcuate, distinguibili, nella loro fierezza, una per una.
Un paio di labbra larghe e sottili, modellate come quelle di una statua.
Lineamenti non perfetti, ma tali da conferire all'insieme il fascino della perfezione.
Per il quarto d'ora (dieci minuti?) d'autobus cittadino il resto del mondo ha perso significato.
Le timide avance del mio vicino sono state ignorate come una una mosca oltre il vetro della finestra.
Gentile, simpatico e bello, è quel qualcosa in più di gentile, simpatico e bruttarello.
Se ne è accorto pure l'aspirante signora, di una certa età, seduto di fronte.
Ma... la sciatteria, quella vera, non va d'accordo con la bellezza, pure se non riesce del tutto ad offuscarla!
E qualche pelo di barba più lungo di troppo, la macchietta sporca sulla giacca casualmente intonata alla camicia ma discordante col jeans (per dimenticare la battaglia di tutto questo con le scarpe), fanno più 'non ce l'ho, la testa' che 'dove la tengo, la testa'!
L'ho aspettato scendere, al giro di boa dell'R2, ma quando ha scelto la pizzetteria dove non vado, invece di quella a fianco (dove vado), seppur affamata, ho tirato un profondo sospiro di disapprovazione e sono andata a prendere la funicolare! ;PPP

SETTEMBRE

Mi piace il cielo grigio di settembre, quando sta per piovere ma fa ancora caldo, quando le spalle nude sono troppo e la notte, parzialmente svestiti, ci si avvolge nella coperta.
Ma significa pure che l'autunno si sta avvicinando, anche se, in pratica, la divisione dell'anno in quattro stagioni è stata soppiantata da quella in ora legale si, ora legale no, e la stagione fredda, così come quella calda, arriva tutta in quei sessanta minuti in più o in meno.
C'è ancora tempo però!
Per quell'epoca non mi meraviglierà più di vedere la mia pelle solo leggermente (ma è veramente una cosa minima, pure se non mi abbronzo tanto!) colorata dalle uscite per strada.
Perché, quest'anno, il sole mi ha visto solo così!
E' venuto fuori troppo tardi e troppo caldo perché potessi concedermi a lui! ;PPP ;)))
Vero è che, certi anni, l'ho evitato pure in spiaggia, ma, in effetti, la pelle da vampiro mi ha creato qualche problema col guardaroba estivo! :DDD
Certi colori proprio non le si addicono!
Certi altri fin troppo, ma... si è visto mai un vampiro accaldato?
Non è il massimo del fascino, vero? ;)))
[nb: non tutti i vampiri escono solo di notte! ve lo assicuro!]
Fascino, il cielo nuvoloso, invece, ne ha sempre, così come pure una notte stellata, ventosa, e, finalmente, tersa e luminosa! (Da vampiro in vacanza, appunto! ;))) )
Ma oggi c'è di nuovo il sole, splendente e bollente, e... in fondo in fondo, c'è pure una voglia strozzata di immergere i piedi a riva e di lasciarseli carezzare da sabbia e onde.
Non è troppo tardi, no, però... :PPP

lunedì 30 agosto 2010

DELLA BELLEZZA

Giuseppe Patroni Griffi, 'La morte della bellezza'.
Mi sono imbattuta in questo titolo sul sito di una biblioteca torinese. Non ricordo esattamente cosa stessi cercando. Probabilmente qualcosa riguardo Eduardo Mendicutti. Certi titoli in un elenco mi incuriosirono e ne presi nota. Non è stato facile trovarli, ma li ho recuperati quasi tutti. (Mendicutti escluso, ovviamente! ;PPP)
Il volume che ho, è una riedizione, del marzo di quest'anno, della Baldini Castoldi Dalai editore.
Appena ho saputo della sua esistenza (marzo/aprile appunto) l'ho mandato a prendere, ma l'ho letto solo adesso, ad agosto.
Scoprire questo aspetto di Patroni Griffi è stato una piacevolissima sorpresa! :)))
Per me era un nome legato solo al cinema, invece mi sono trovata davanti uno scrittore eccellente.
Di quelli che sanno cos'è la lingua italiana e sanno usarla, conoscendo le sue potenzialità di espressione.
Uno di quelli che, veramente, è un piacere leggere.
Mi rendevo conto, pagina dopo pagina, che, per tanti, certe espressioni, certe forme grammaticali, sarebbero potute risultare quantomeno strane: periodi ipotetici, condizionali, congiuntivi... una goduria per i sensi di chi sa leggere! (E, di conseguenza, scrivere! ;))) ) [Evviva la modestia! ;DDD]
Cos'è che fa scattare l'innamoramento? Certe volte è difficile determinarlo. Qui è stata una frase ben precisa:

"Adesso mentiva a metà, rivedere uno dei giardini casalinghi simili al suo lo colmava di dolcezza e s'era persuaso a metà d'aver accolto l'appuntamento per questa ragione.".

Come non cadere vittima di quell' 'accolto', di quel 'mentiva a metà', che descrivono la scusa per non cedere apertamente al sentimento che muove le azioni di uno dei due protagonisti?
E essi stessi utilizzano un linguaggio simile, si seducono l'un l'altro anche attraverso le parole, usate per nascondersi, per evocare, per sottintendere, difficilmente per per spiegarsi con chiarezza, ma sempre per legarsi, per raccontare a se stessi una storia d'amore: la loro.

" ... Vieni. Tu sarai il violino nelle mie mani, insieme formeremo l'orchestra. Sarà un miracolo.".

Una storia d'amore la cui bellezza è strettamente fusa col luogo in cui sboccia: la Napoli della seconda guerra mondiale.
Non dipende da essa, ma questa città è l'unico posto degno di renderla perfetta.
Con tutte le imperfezioni, i fraintendimenti, le paure, le difficoltà, che appartengono ad entrambe.
Il 'sadismo' adolescenziale, si confonde con la cruda bellezza dei luoghi ancora lasciati a se stessi; la giovanile maturità si nasconde dietro la città sfregiata dalle bombe.
Immagini violente, eppure seducenti, come quella del tagliacarte o del bombardamento notturno, si incastrano alla perfezione con descrizioni pacate e sensuali quali il ballo al suono della radio o il riposo alla villa di Lucullo.
Interni ed esterni; l'amore e la città.
Un puro gioco di lingua (italiana) e di cervello, è il descrivere l'orgasmo come una fantasmagorica marina, in cui acqua, molluschi, alghe, si fondono in un turbinio di colori e di vita.
Sono forse le origini dell'autore a muovere la sua mano, particolarmente in questa rappresentazione, a culmine di tutta la narrazione, perché il mare è Napoli e "Napoli, è una dimensione della tua anima, o non è niente.".

NB: questo non è un colore qualsiasi, messo qui per caso. E' una foto del cielo di Napoli. Credo regga magnificamente il confronto con l' 'azzurro Nizza' che ha tanto peso nel libro! ;)))

venerdì 27 agosto 2010

POESIA

Per cercare di prendere sonno, stanotte, ho fatto un giro per i canali tv, e, su rai due, ho trovato una puntata di 'La storia siamo noi' che parlava di Rudolf Nureyev.
In una intervista gli veniva chiesto, non so perché, quale fosse stata la prima filastrocca/poesia imparata da bambino.
Era una poesia.
Il suono mi è sembrato familiare, poi, quando ne ha detto l'autore e l'ha spiegata per sommi capi ne sono stata sicura (la recita era in russo, la spiegazione in inglese) : Parus (La vela) di M.Y. Lermontov.
La prima poesia che abbiamo letto al corso di russo.
Non ho potuto far altro, una volta finito il programma, che rileggermela prima di andare a dormire.
Ho deciso che la imparo anch'io a memoria! :)))

A SPASSO SU E GIU'

Nella settimana in cui i sopravvissuti alla settimana dei sopravvissuti (vedi post precedente!) ricominciano a colonizzare il mondo, ElleGGì ha deciso di passare da queste parti, e, approfittando del tempo inclementemente caldo, abbiamo deciso di farci quel da tanto tempo programmato giro per il (poco) sottosuolo visitabile della città.
Così, martedì, nel primo pomeriggio, siamo scesi, al seguito della guida bilingue (bilingue nel senso che le spiegazioni le dava in inglese e in italiano), nella Napoli sotterranea.
Prima a visitare l'area (minima) del teatro greco-romano custodita dall'associazione culturale (Napoli Sotterranea, appunto), e poi una serie di cavità che si aprono nel sottosuolo, utilizzate via via, dopo essere state cave, come cisterne, depositi di rifiuti, e, infine, durante la seconda guerra mondiale, rifugi.
Nella visita è compreso (ma facoltativo) l'attraversamento di un suggestivamente stretto e lungo passaggio scavato nella roccia illuminato da candele al portatore! (Grazie ancora al custode della mia, anche se notevolmente accorciata e in quell'occasione legata stretta, chioma!)
Il tutto è una parte infinitesima di quello che si nasconde sotto i nostri piedi, ma tant'è.
Però ci si fa un'idea della cosa, anche se, pure coi rilievi alla mano, è difficile, passeggiando per strada, accettare questa realtà!
Non è per niente difficile, ed è, invece, cosa piacevolissima, andarsene in giro con ElleGGì! ;DDD
Ritrovo, in sua compagnia, il gusto per l'avventura e la scoperta metropolitane, che, per forza di cose, avevo un po' perso.
Mi spiego: andarsene in giro senza meta di giorno, è una cosa, farlo di notte, tutt'altra. (Notte fonda un'altra ancora, ma non l'abbiamo messa in pratica. Per ora! :DDD) Devi avere quella certa disposizione di spirito e quel particolare atteggiamento nei confronti del mondo.
E uscire per camminare è completamente diverso dall'uscire per 'uscire', e/o per fare qualcosa!
Si vedono, si scoprono, cose, fatti, persone, di cui, altrimenti, non si verrebbe mai a sapere.
E martedì, chiacchierando chiacchierando, ma anche - ed è quello che forse conta di più - in silenzio, di strade e stradine, sotto il sole, le pietre e la luna, ne abbiamo percorse parecchie! ;DDD
(Nonostante le mie scarpe non fossero proprio 'basse'! ;))) )
Ovviamente, data, come ho già detto, la settimana da 'film del giorno dopo', tanti siti da esplorazione istitituzionalmente custoditi, non erano visitabili!
Pazienza! Non scappano mica! Ci rifaremo in un'altra occasione! :)))


PS: I depliant esplicativi dei luoghi che ci hanno dato, causa superdistribuzione, non erano in nessuna delle lingue che mi sono più o meno pienamente conosciute! ;PPP

sabato 21 agosto 2010

FATTO!


Fi-ni-to! (Finalmente! ;DDD)
Perché le 'pendenze' non possono esserlo in eterno, e questa durava già dal secolo passato!
E, approfittando della settimana degna di una delle migliori puntate de I sopravvissuti, e delle ultime puntate di Fullmetal Alchemist Brotherhood, della 5a stagione di Numb3rs, delle (ennesime) repliche di Crossing Jordan, di quelle di Cold Squad , di Medical Investigation e di The Strip, nonché di una quantità incalcolabile di dischi, ho deciso di portare a compimento l'opera. (Ma, se non avessi iniziato prima non ci sarei mai riuscita! Solo per l'ultimo giro ci sono volute la bellezza - si fa per dire! ;PPP - di 18ore!)
Non c'è bisogno di aggiungere altro. ;)))
Tranne, forse, il diametro: 168 centimetri. I pallini del bordo di chiusura sono stimati intorno a 1500, ma mi sono rifiutata di contarli! :DDD

sabato 14 agosto 2010

CITAZIONE MUSICALE n°20

"It's what there is
it's what there was
it's what will be there
after us"

[A-ha - What there is]

(Perchè la complessità delle cose è eterna e immutabile.)

CITAZIONE LETTERARIA n°20

" 'Sa, vecchio Maestro, capita di ripensare con nostalgia alla morbidezza delle labbra di una donna che non si frequenta da lungo tempo.' "

[Yasunari Kawabata - Arcobaleni - Guanda]

(Perchè il tempo arrotonda e addolcisce.)

Casualità

Forse leggo troppi fumetti.
Pure troppi libri, ma, in questo caso, come in quello analogo della scrittura, l'immaginario visivo è quasi del tutto personale, perché il cervello filtra e rielabora i suggerimenti fornitigli.
Quando, invece, nel racconto, è l'immagine a predominare, il lavoro della fantasia è di altro tipo, e, probabilmente, implica quel che mi succede: 'riconoscere' per strada i personaggi!
Nei tratti, nelle espressioni, nel modo di vestire, nelle azioni, sono 'loro'.
E la dicitura: 'ogni riferimento a fatti o personaggi realmente esistenti è puramente casuale', non può essere più vera di così!
Ma io mi trovo, improvvisamente, a stupirmi e a ridere tra me e me, osservando qualcuno capitatomi accidentalmente davanti agli occhi.
Ogni paragone reale mi sembra forzato e esagerato, ma l'evidenza apparente è lì, e allora magari lascio correre i pensieri solo per vedere dove arrivano, cosa riescono a elaborare mischiando realtà (il fumetto) e fantasia (gli inconsapevoli interpreti).
Un esercizio mentale che non dura più del tempo strettamente necessario però, perché non mi sembra davvero il caso di riguardare in faccia queste persone e arrossire! :PPP ;DDD

VOGLIA

Vorrei andare ad una festa!
Di quelle come se ne facevano ai tempi della scuola, o in vacanza.
Passare ore a prepararmi e vestirmi e dire in giro: 'Vado a una festa!'.
Una festa fatta per fare festa e basta.
No fidanzamenti (se pure mai le fanno! E si che sarebbero utili per evitare l'angoscioso interrogativo davanti alla partecipazione di nozze: 'Chi è lo/la sposo/a?'), no matrimoni (appunto!), no battesimi, comunioni, lauree e quant'altro di istituzionale! Un compleanno potrebbe ancora andare bene, l'inaugurazione di una casa pure, ma se fatti con stile e chiassosa eleganza! ;)))
Ovviamente non è neanche presa in considerazione la festa per 'single' o per 'coppie' (di qualsiasi tipo!).
E' auspicabile, invece, per la buona riuscita dell'evento, una sana promiscuità!
E che tutti i bambini stiano a casa, o al piano di sopra, con le babysitter! (che pure devono guadagnarsi da vivere! ;DDD)
Si, la festa non deve essere in un locale. Assolutamente no! Perde gran parte del suo fascino!
Ci stanno bene pure il/la vicino/a impiccione/a e le buste enormi di spazzatura -differenziata, certamente!- il mattino dopo.
E spuntini golosi, e bibile, e, soprattutto, musica.
Per ballare.
Guardandosi da lontano negli occhi e pelle contro pelle.
Nonostante il caldo!
Meglio ancora, oltre la sala, uno spazio aperto, giardino o terrazzo che sia, meno illuminato, dove isolarsi e riposarsi dalla fatica dello stare fra tanti e ritrovare il piacere del contatto a due, o a tre.
Contatto d'amore o d'amicizia, lecito o illecito. Contatto da festa. Di cui parlare o arrossire il pomeriggio successivo.
E' da preferire una notte riccamente stellata ma senza luna (che serve ad altro), al massimo un quarto, e una brezza leggera che faccia sentire, di tanto in tanto, il suo soffio.
E un orario preciso e definitivo di chiusura della festa.
Per gustarne meglio ogni momento.
Niente di particolarmente impegnativo o dispendioso, dopotutto.
A parte la volontà e la collaborazione dei partecipanti... ;PPP
L'idea c'è. :)))
Vogliamo darci da fare? :DDD

lunedì 19 luglio 2010

Espedienti

Fa caldo! Lo so, è normale, è estate!
Ma se vuoi approfittare di questo periodo per portare avanti lavori, creativi e non, sempre in sospeso, l'unica è andare in un'isola tropicale lontana dalle rotte turistiche o in una baita in montagna irraggiungibile!
Perché contro la graticola umida non c'è volontà che tenga!
Se poi ci aggiungiamo il rumore lasciato libero di espandersi a piacimento di chi lo fa, le ore 'produttive' si riducono a un paio giornaliere, divise nell'arco della giornata!
E ogni tanto bisogna pur dormire, perché l'abbattimento da caldo non fa riposare!
E' pure tempo di vacanza, si, ma allo stress da mare ho rinunciato anni fa, andarsene in giro sotto il sole è da suicidio, e come il solito ho fatto tardi per cercarmi il posto paradisiaco dove passare l'estate: un rifugio quasi qualsiasi nel profondo nord Europa!
Non mi rimane altro da fare, allora, per sopravvivere, che pedinare, fogli e penna/quaderno, libri e vocabolario/ uncinetto e borsa da lavoro/romanzo o fumetto al seguito, il cane, e dividere con lui i nascondigli freschi che riesce a trovare in giro per casa! ;)))

domenica 18 luglio 2010

CITAZIONE MUSICALE n°19

"You're running out of time
my friend
you're running out of time
again"

[Stereophonics - 100mph]

(Perchè, rallentare, certe volte, è necessario.)

CITAZIONE LETTERARIA n°19

"E' notevole la velocità con cui ci si adegua all'incredibile: basta vederne a sufficienza!"

[Richard Matheson - Io sono leggenda - Fanucci editore]

(Vero. Purtroppo.)

AL CINEMA

Per mesi non entro in una sala cinematografica, poi, nel giro di una settimana, per di più in piena estate, ci vado due volte!
Alle proiezioni 'private', o per pochi eletti, sono abituata: un po' per i film che scelgo di vedere, un po' per i giorni e gli orari in cui vado a cinema!
Anche una decina di giorni fa mi sono trovata ad essere la sola spettatrice de 'L'imbroglio nel lenzuolo' e a condividere con altre quattro persone (un lui e una lei e due lui) la visione di 'Brotherhood'.


'L'imbroglio nel lenzuolo' è tratto, -con una certa libertà, mi permetto di dire- dall'omonimo romanzo di Francesco Costa (Salani 2010).
Agli albori dell'arte cinematografica in Italia, intesa sia come creazione che come proposizione della stessa al pubblico, partecipiamo delle storie d'amore dei protagonisti della vicenda: da una parte un giovane che decide di abbandonare la non adatta a lui facoltà di medicina per realizzare tridimensionalmente, anche se, appunto, tramite fasci di luce su un lenzuolo appeso, le storie che ha dentro, e una scrittrice torinese con due figlie (di cui, quella adolescente, a sua volta, intraprenderà una relazione col timido assistente del regista) e un animo libero e sognante, dall'altra l'inconsapevole attrice del cortometraggio che viene realizzato e il suo compagno.
Teatro delle azioni è una Sicilia conscia di far parte di un'Italia da poco unita, ma non del tutto soddisfatta del risultato.
Il cinema, in questa storia ha un doppio ruolo: è prima il pretesto per sviluppare una serie di situazioni amorose ostacolate dai pregiudizi e dalle formalità, e poi, un indagare sull'etica del rapporto fra scrittore/regista sceneggiatore e personaggio, quando questo appartiene alla vita reale.
La complessità dei rapporti amorosi, e questo dilemma creativo, sono, nel romanzo, molto più complessi, ma si sa, non è facile tirar fuori da un libro un film che abbia lo stesso peso e lo stesso impatto sul pubblico.
Non è neanche impossibile, intendiamoci, ma è un lavoro molto più complesso che scrivere un film basandosi su idee e argomenti, 'puri'.
Conoscendo il romanzo le 'interpretazioni' in chiave filmica della storia, risultano evidenti. Alcune funzionano pure egregiamente, ma, personalmente, avrei ulteriormente snellito la storia, dove le sottigliezze rimandavano apertamente a quella del libro.
Questa critica non toglie nulla alla gradevolezza di una storia ben rappresentata capace di offrirti un paio d'ore di divertimento intelligente.


Anche 'Brotherhood' è una storia d'amore, ma il contesto sociale e affettivo ha problematiche completamente differenti.
Quando l'orientamento sessuale non è diritto sancito da alcuna ideologia o ordine sociale, trovare la propria piena collocazione in esse non è tanto cosa difficile quanto imprevista.
E allora, in un mondo in cui bisogna ricalibrare il nostro stare in esso in rapporto alle mutate condizioni socioeconomiche, dove l'estremismo conservatore offre un sicuro rifugio a chi, per un motivo o per un altro, non riesce ad adattarsi ai cambiamenti, si accetta, pur di appartenere, di essere, in nome di discutibilissime idee, di non essere, di non esistere come se stessi.
Ma l'amore è subdolo. E non c'è vigliaccata (che, nel caso specifico potrebbe anche essere interpretata come il male minore) che lo fermi.
Ma ci sono pure delle azioni con cui inaspettatamente (ma giustamente) si viene chiamati a fare i conti.
E se le conseguenze sono tragiche, è pur vero che l'amore lega tutto a sé con un filo di speranza.
La storia di 'Brotherhood' è strutturata per essere un film. O, quanto meno, dà questa impressione.
Rimangono un paio di incertezze su particolari azioni di alcuni personaggi, ma il racconto, pur nella sua voluta claustrofobia ambientale, è semplice e piacevole da seguire.
Ho particolarmente apprezzato il mettere in evidenza la poca conoscenza degli ideali che muovono certi gruppi, da parte dei membri stessi di essi.
Questo, come il mettere sotto gli occhi di tutti aspetti della realtà che ci circonda di cui siamo portati ad ignorare l'esistenza, fa di 'Brotherhood' un ottimo spunto per riflettere e prendere coscienza anche delle nostre proprie scelte giornaliere di comportamento.

lunedì 12 luglio 2010

TEATIME n°3

Tempo di pausa estiva!
(si fa per dire, perché... ;PPP)
Tè caldo, ovviamente, perché, io, il tè freddo, lo odio!
Già quando, nella tazza, scende al di sotto di una certa temperatura, lo trovo imbevibile (anche se poi lo bevo perché è lì), figuriamoci metterlo in frigo! Brrr!
Magari, con qualche particolare aroma, freddo, potrebbe essere pure gradevole... ma, nonostante la curiosità, non mi viene voglia di tentare l'esperimento!
E continuo a berlo così! :)))
Meraviglia o no di chi mi sta intorno, mentre io, impassibile, me la rido! ;)))ù
Come alcuni (troppi, troppi!) anni fa a Parigi, dove, in un locale nella zona di St.Sulpice, ad ora di pranzo, dopo la multipla richiesta di conferma da parte dello sbalordito cameriere, ho gustato un ottimo croque monsieur accompagnato da una calda tazza di tè.
Il pover'uomo si sarà stupito che io abbia lasciato sul piattino le due bustine di zucchero e avrà commentato ironico con i suoi colleghi...
Ma, tra me e me, io ridevo della sua faccia perplessa e del fatto che, di sera, mi facevo, senza scrupoli e con lo stesso gusto, il bicchierozzo di rosso! ;)))

mercoledì 30 giugno 2010

LINGUA RUSSA

E, giovedì dopo lunedì, il primo anno del corso di lingua russa all' ISKRA è passato.
Difficile? Facile? Non lo so!
Quando uno, una cosa, la vuole fare... ;)))
Sono contenta del risultato, devo dire! :DDD
Certo, siamo ancora molto (ma molto molto!) lontani dall'andare a fare l'interprete, ma già l'essere in grado di dire correttamente quattro frasi e di capirne due (veramente sono qualcuna in più nell'uno e nell'altro caso! ;))) ) è una soddisfazione!
Ci sono voluti trent'anni e un viaggio in Russia dove mi sono fatta capire a gesti e indicando le cose sul frasario, per togliermela, questa soddisfazione, ma importa?
Vorrà dire che tornerò sul posto per comunicare a parole, questa volta! ;DDD
Parole, che, poche, pochissime, (il foglietto su cui sono scritte continua ad essere gelosamente custodito in un luogo 'sicuro'! ;))) ;DDD ) ho imparato, si può dire, insieme alle prime in inglese, affascinata dai quei segni che tanto avevano in comune col greco classico, ma sembravano aver da dire molte più cose e tanto più interessanti!
Non rinnego il greco, no, e, anzi, se trovassi un corso di quello moderno me lo seguirei, ma non vedo l'ora di (ri)leggermi uno dei miei autori preferiti in lingua originale! (Ovviamente, non c'è neanche bisogno di ricordarlo, sto parlando di Fedor Michajlovic Dostoevskij) Ma anche tutti gli altri preferiti, vecchi e nuovi! :DDD
Il corso base dura altri due anni, ma mi sembra di aver raggiunto un certo successo, se, adesso, ogni tanto, sogno in russo! :DDD


PS: chissà se chi mi scrisse quel foglietto, dopo tanto tempo, se ne ricorda! ;DDD

venerdì 18 giugno 2010

CITAZIONE MUSICALE n°18

"I'll love you just the way you are
I'll have you just the way you are
I'll take you just the way you are
Does anybody love the way they are..."

[Cranberries - Stars]

(Amati e ti ameranno! ;))) )

CITAZIONE LETTERARIA n°18

"Il piacere è una meraviglia che mi insegna che io sono io. Io sono la sede del piacere. Io sono il piacere: ogni volta che ci sarà il piacere, ci sarò io. Non esiste piacere senza di me, non esisto io senza piacere!"

[Amélie Nothomb - Metafisica dei tubi - Voland]

(E il piacere è in quel che vedo, che sento, che immagino...)

TURISTI SENZA META

...e senza scopo! (apparente)
E' quello che sembriamo io e G.a, quando, il sabato, dopo il mercato, la mostra o le compere, a stomaco pieno, saliamo su qualche autobus non affollato e ce ne andiamo in giro.
Per impiegare, le ore che il caldo vorrebbe pigre, in maniera costruttiva.
'Il movimento è vita'.
Lo dicono, con parole diverse, Amélie Nothomb e mia madre.
Per me lo è anche il sonno.
Quando si sogna, però! ;)))
E se quelle ore stonate lo chiedono con insistenza, i luoghi dove di solito ci veniamo a trovare impongono, invece, la nostra più totale attenzione. Al mondo e a noi stesse.
Così, la discreta sicurezza del mezzo di trasporto pubblico, ci permette di riposare muovendoci.
Non c'è pericolo di addormentarci, nei nostri salottini semoventi, perché la presenza dell'altra lo impedisce e si chiacchiera e ci si guarda attorno, scoprendo posti e vedute insolite, talvolta personaggi degni di un pubblico (pagante), riappropriandoci della città come luogo di aggregazione, di vita in comune.
L'effetto è diverso da quello dato dall'osservare il movimento degli altri dal tavolino di un bar o dalla panchina di un parco, ma pure dall'auto o dall'autobus quando il fine del muoversi è diverso dal movimento puro e semplice.
E' un ozio fisico, ma non mentale. Partecipativo, proprio perché fine a se stesso, dell'essere, dell'esistenza, sociale.
In passato mi era capitato di utilizzare l'autobus, il ritmo del movimento dell'autobus, sostanzialmente diverso da quello del treno, come supporto allo scrivere, e penna e blocchetto fra le mani, anche se con una grafia incerta e di pensieri bisognosi di precisazioni, i fogli si riempivano.
Pure, qualcuno mi suggerì di 'spendere' le ultime, improduttive, ore in una città straniera, facendo giri in autobus.
A scopo, lì, di turismo contemplativo.
Quello che stiamo facendo noi, adesso, è, un po', tutto questo.
E devo dire che mi piace! ;)))