mercoledì 17 novembre 2010

Oh, Numi!

Agli dei greci, pure nel loro travestimento romano, ho sempre creduto.
Sarà tutto merito di un libro dalla rilegatura antica che, da piccola, non mi stancavo mai di rileggere, se i loro nomi, le loro storie, sono tutt'ora, pure se costituiscono un'area non spesso frequentata, parte del mio mondo.
Ritrovarli nella Londra attuale, grazie a 'Per l'amor di un dio', di Marie Phillips, (edizioni Guanda), è stata una piacevole e divertente sorpresa.
Smitizzare il mito non è cosa facile, perché gli dei sono dei, e si comportano come tali, anche quando si travestono da umani, e, proprio per questo, paradossalmente, passano inosservati. (Soprattutto a Londra!)
Il che, dal loro punto di vista, è un problema, perché, anche per loro, niente è peggio che perdere di credibilità.
In quanto all'innamorarsi... beh, ne sono sempre stati soggetti, vuoi per carattere, vuoi per circostanze più o meno casuali.
Nel secolo attuale la cosa non cambia, ma le conseguenze sono più imprevedibili che all'epoca d'oro del loro splendore.
Ma, ora come allora, gli eroi ci sono, e fanno (devono farlo!) il loro dovere.
Divertente, ironico, giustamente romantico, leggero e profondo al tempo stesso nelle considerazioni che sono alla base della scelta di certe ambientazioni e di certi comportamenti, forse il romanzo di Marie Phillips può avere una sola giusta denominazione, presa da un linguaggio giovanile forse ormai datato, che l'ha inconsapevolmente tratta da questo passato comune e fantastico: mitico, appunto!
Una sola - la solita - considerazione per la scelta del titolo italiano: non sarebbe stato meglio tradurre letteralmente l'appropriatissimo 'Gods Behaving Badly'? Mah! ;P

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