Sarà tutto merito di un libro dalla rilegatura antica che, da piccola, non mi stancavo mai di rileggere, se i loro nomi, le loro storie, sono tutt'ora, pure se costituiscono un'area non spesso frequentata, parte del mio mondo.
Ritrovarli nella Londra attuale, grazie a 'Per l'amor di un dio', di Marie Phillips, (edizioni Guanda), è stata una piacevole e divertente sorpresa.
Smitizzare il mito non è cosa facile, perché gli dei sono dei, e si comportano come tali, anche quando si travestono da umani, e, proprio per questo, paradossalmente, passano inosservati. (Soprattutto a Londra!)
Il che, dal loro punto di vista, è un problema, perché, anche per loro, niente è peggio che perdere di credibilità.
In quanto all'innamorarsi... beh, ne sono sempre stati soggetti, vuoi per carattere, vuoi per circostanze più o meno casuali.
Nel secolo attuale la cosa non cambia, ma le conseguenze sono più imprevedibili che all'epoca d'oro del loro splendore.
Ma, ora come allora, gli eroi ci sono, e fanno (devono farlo!) il loro dovere.
Divertente, ironico, giustamente romantico, leggero e profondo al tempo stesso nelle considerazioni che sono alla base della scelta di certe ambientazioni e di certi comportamenti, forse il romanzo di Marie Phillips può avere una sola giusta denominazione, presa da un linguaggio giovanile forse ormai datato, che l'ha inconsapevolmente tratta da questo passato comune e fantastico: mitico, appunto!
Una sola - la solita - considerazione per la scelta del titolo italiano: non sarebbe stato meglio tradurre letteralmente l'appropriatissimo 'Gods Behaving Badly'? Mah! ;P
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