domenica 23 maggio 2010

Voglio una caramella!

Sono abbastanza giovane per ricordarmene! ;PPP :)))
Di quando si andava in salumeria, e, se gli spiccioli per il resto scarseggiavano, a seconda dell'importo mancante di questi, e del cliente, il/la salumiere/a vi aggiungeva caramelle e/o gomme da masticare sfuse.
Non che fosse giusto in assoluto, perché, se uno voleva gomme e caramelle le metteva nella spesa, ma, almeno, una compensazione per il resto, più o meno giustificatamente mancante, c'era!
Adesso che gli spiccioli abbondano in taglio e dimensioni succede, invece, una cosa strana: si approssima!
Per eccesso a scapito del cliente, non c'è neanche da precisarlo!
Certo, qualche volta, qualche rara volta, può succedere il contrario, soprattutto per non lasciare la cassa senza monetine, ma la regola è quella, ormai! (E comunque, a me non è mai capitato!)
Inutile sottolineare che, se al cliente i due centesimi mancano davvero, la merce rimane lì.
Il cassiere, soprattutto del supermercato, ha sempre ragione, ma... che fine fa quella modesta (mica tanto, poi! ;P) cifretta 'crestata', a fine giornata, quando si chiudono i conti?
Va nelle tasche del padrone? Se la dividono i cassieri? La adoperano per migliorare i sevizi alla clientela? Ne fanno beneficenza?
Non mi venissero a dire che serve a compensare le perdite generate dai furti!
La legge del taglione non è più in vigore, mi sembra!
E allora meglio tornare alle caramelle e alle gomme, visto che adesso le fanno pure senza zucchero (tra l'altro, sono sempre vicino alle casse!) e fanno ingrassare e andare dal dentista di meno! ;)))

CITAZIONE MUSICALE n°17

"It's my life
It's now or never
I ain't gonna live forever
I just want to live while I'm alive..."

[Bon Jovi - It' my life]

(appunto!)

CITAZIONE LETTERARIA n°17

"Amo il gioco, l'incognita, l'avventura: non essere dove mi si crede; anche per essere dove mi piace e perchè qui mi si lasci tranquillo. Mi preme anzitutto poter pensare liberamente."

[André Gide - Se il grano non muore - Bompiani]

(Chi esaudisce i desideri?)

venerdì 21 maggio 2010

da Caravaggio

Una mostra 'seria', all'anno, bisogna visitarla.
Quest'anno la scelta è caduta su Caravaggio, su quella allestita, solo con opere sue, alle Scuderie del Quirinale, a Roma.
Le previsioni di fila un po' mi spaventavano, ma l'entusiasmo dell'amica con cui ci sono andata mi ha convinto! ;)))
In effetti ce la siamo cavata con una sola ora e mezza sotto il sole! (Munite, però, di ombrello e cappello! ;PPP)
E bisogna ammettere che ne valeva la pena!
Certe cose vanno vissute nella loro consistenza! (Anche se a distanza, per loro, di sicurezza!)
Nessun catalogo, per quanto ben fatto, potrà mai trasmetterti l'emozione del reale!
In quel caso, infatti, è necessario attivare l'immaginazione emozionale, nell'altro no. Anzi, forse, è necessario tenere a freno i sentimenti che si scatenano, perché possono sopraffarti.
Già il trovarsi davanti, 'dal vero', certe espressioni della sensibilità e dell'ingegno umano, per di più in un numero discreto di esse, fornite tutte della stessa capacità di suscitare sentimenti, (leggi pure: dello stesso autore) è un evento in grado di scuoterti l'animo, ma quando, poi, si tratta di un artista del calibro di Caravaggio... è difficile riuscire a manifestare quel che, a tutt'oggi, può provare chi osa accostarglisi.
La stessa parola 'artista' è forse riduttiva.
Perché il sentimento riprodotto in grado di suscitarne è qualcosa che supera l'arte.
'Genialità'?
Mi sembra un termine poco 'umano', e si farebbe un torto a quella stessa umanità esternata nelle pieghe, nella trasparenza, della pelle dei soggetti ritratti.
'Troppo vivi!', verrebbe da pensare, constatando il movimento, la tridimensionalità, di ogni immagine.
Giochi di luce e di ombre.
Si, ma non è solo questo.
E' 'la vita' che si svolge su quelle tele e ti invita a partecipare di essa.
Ha ragione la mia amica ad esserne totalmente 'presa'! :DDD
Quanto alla mostra in sé, all'allestimento, beh, due piccole critiche non possono non venir fuori.
La prima è sul 'movimento' dei quadri.
Con un'affluenza così massiccia non è possibile, sempre, prevedere un ritorno, e trovarsi costretti a scegliere quale privilegiare non è semplice, né, diciamolo, bello. Soprattutto in occasione di un evento eccezionale come questo.
La seconda critica è al buio eccessivo delle sale.
I fondali su cui posano le tele sono verdi, rossi, e grigi, per distinguere i tre periodi in cui collocare, temporalmente, i lavori, ma, in pratica, escludendo sommariamente il rosso, apparivano tutti dell'amalgama pastoso in cui si trasformavano le barrette di plastilina quando tutti i colori si sovrapponenvano.
Riconosco anche che, calibrare intensità e direzione della luce su un quadro, in funzione della visione ottimale, non è fra i lavori più semplici del mondo, ma ritengo pure che, per opere particolari come quelle del Caravaggio, sia un obbligo morale e materiale, svolgerlo.
E' vero, non tutti i quadri sono uguali, e lo studio deve essere particolareggiato, ma solo in questo modo si può pensare di proporre la fruizione migliore, per quanto non perfetta, a ciascun visitatore.
Illuminazione e sostituzioni a parte, resta il fatto che la più alta concentrazione di opere del Caravaggio era lì, e noi ci giravamo in mezzo, come in sogno, incuranti del resto del mondo che non fosse dipinto, il quale, da parte sua, si beava di avere la guida vocale elettronica incollata all'orecchio, quasi a compensare il momentaneo allontanamento della stessa dal cellulare!
Mah!
Però, forse, noi ci torniamo...! ;DDD

lunedì 17 maggio 2010

Fermarsi a pensare fa bene...

"In nome di quale Dio, di quale ideale, mi impedite di vivere secondo la mia natura?"
[Andrè Gide - Se il grano non muore - Bompiani ]


"Nulla è "giusto". Solo la negazione dell'istinto è sbagliata."
[Gore Vidal - La statua di sale - Fazi editore]


"Il fatto è che esistono parti di noi che si acquietano, o prendono vigore, all'occorrenza, esclusivamente se è quel certo individuo a risvegliarle, creando l'alchimia sognata, la sintesi che dà le vertigini."
[Francesco Costa - Se piango picchiami - Marsilio]


"Fui immensamente felice accertando che bastava rompere le barriere che isolano le persone per arrivare a un contatto profondo che ci accomuna nella condizione di persone che sognano per superare la paura dell'oblio e della morte."
[Manuel Vazquez Montalban - Gli allegri ragazzi di Atzavara - Frassinelli]


domenica 16 maggio 2010

Dell'umanità

Il venerdì del Comicon sono andata a Castel Sant'Elmo in mattinata, in un orario che mi permettesse di trovare i banchetti allestiti e non assaltati. Per poter guardare e comprare con calma, insomma. :DDD
Ho rimandato di un po' l'ora di pranzo, e, panino per panino, visto che più tardi dovevo essere alla presentazione di un libro, ho deciso di non mangiare lì.
Indecisa fra pizza e rusticherie assortite (il pomodoro, alle tre del pomeriggio, non è fra i miei alimenti preferiti), ho deciso per una sana 'merenda' al supermercato! ;)))
Opzione, del resto, molto in voga fra i visitatori, seppure nella versione 'casalinga'. ;DDD
Comunque sia, armata della mia borsetta della spesa, mi sono seduta su una delle panchine non occupate da ragazzetti/e affamati, e mi sono preparata le mie belle fette di pane col prosciutto crudo e il formaggio.
Non è una strada di grande traffico, quella, e il passeggio, nonostante i negozi, è discreto. Data l'ora di chiusura, poi, in giro, c'eravamo solo 'noi' e quelli che tornavano a casa, spesso con la spesa.
Una signora, infatti, s'è fermata per regolare l'altezza della borsa con gli acquisti e, prima di andare via, mi ha, gentilmente, augurato 'Buon appetito'. :)))
Dopo un po' ne è arrivata un'altra, e, sedutasi e aperta la propria borsa, ne ha tirato fuori l'occorrente, della stessa provenienza, per una merenda del tutto simile alla mia. (Forse senza il formaggio... ;PPP)
Mangiavamo tranquille entrambe, senza dar fastidio a nessuno e senza sporcare, quando un tipo, notevolmente 'adulto' sui documenti, passandoci davanti con una borsa della spesa in ogni mano, prima ci guarda storto, e poi, a voce alta (in dialetto, ma traduco) commenta: "E che è? Hanno aperto il ristorante!".
Non era una battuta. Il tono era talmente sprezzante e rancoroso che, sia io che la signora, siamo rimaste colpite, e, diciamo la verità, offese, dalla sua gratuita e cattiva scortesia.
Lo abbiamo ignorato, forse proprio perché mangiavamo contente, poi, però, ci siamo guardate in faccia e abbiamo commentato a nostra volta.
Siamo state più clementi di lui, trattandolo per quel che era, quindi ci siamo messe a parlare dei fatti nostri.
Dopo, ognuna è tornata al suo mondo, senza lasciare tracce sul posto. Forse solo nella memoria dell'altra.
Una domanda, però, è restata: perché un'azione tanto semplice e spontanea ha provocato una simile reazione?
Ci ho pensato, e una risposta mi viene alle labbra!
Ma metterebbe in evidenza la parte più bieca e infima della natura umana, e mi vergogno non solo di ammetterla, ma anche di raccontarla.

martedì 11 maggio 2010

L'altra "ANNETTA"

E' quella di carta stampata, creatura di Rocco Lombardi.
Sono quasi coetanee, le due 'Annetta'.
La mia è del novembre 2008, quella di Rocco Lombardi, come leggo sulla copia che ho tra le mani è dell'aprile 2009. La gestazione di entrambe credo si perda all'indietro.
Devo dire che, ritrovarmi il nome 'stampato' su un banchetto del Comicon 2009 mi sorprese non poco, e, incuriosita, sfogliai il libricino, tentata di comprarlo, ma già carica di acquisti.
"Va be', lo prendo domani, insieme a 'Il gusto del cloro!' ", mi dissi, e il 25 aprile fu impossibile entrare a Castel Sant'Elmo!
Luccacomics dello stesso anno è stata la visita di un pomeriggio, e gli acquisti in sospeso sono rimasti tali.
Nel frattempo un post di Rocco Lombardi che ha trovato il mio nome sul blog di un amico comune ha fatto crescere la mia curiosità nei confronti di quelle pagine appena sfogliate.
Ho cominciato a cercare la sua "Annetta" (Nicola Pesce Editore) in giro per fumetterie e librerie, ma non l'ho trovata!
E, come per altre cose non disponibili al momento, le difficoltà per mandarla a prendere mi hanno un po' scoraggiata.
Meglio internet, allora!
Ma la spedizione costa, e di solito cerco di abbinare in una di esse più soggetti, ma con "Annetta" non mi riusciva.
Il Comicon 2010, però, si avvicinava e ho deciso per quest'ultimo tentativo, prima della spedizione singola!
"Annetta" è stato il primo acquisto! :DDD
E, finalmente, ho potuto gustare una storia tenera, anche se per certi aspetti crudele, ma soprattutto intelligente.
Confermo una risposta già data, solo in base all'impressione avuta sfogliando il libro al banchetto, a Rocco Lombardi: nell'amore per gli animali, le due Annetta si somigliano.
Certo, le sue azioni di protesta non sono le mie, ma non mi sono mai posta il problema di cosa pensassero quelli che mi vedevano raccogliere per strada, in piena città, un vespone (non il dueruote!!! ma la massiccia, eppur elegante, bestiola a strisce gialle e marrone, che riempie quasi il palmo della mia mano!) o una cavalletta, disorientati e storditi dal traffico, per portarli in un luogo 'sicuro'. (Per fortuna, boschi e giardini, qui non mancano!!!)
O di salvare dalle acque del mare un'ape! O da un secchio una farfalla! (Le farfalle sono animaletti riconoscenti! ve lo assicuro! :))) )
Ritengo poi che la caccia serva a procurarsi il cibo solo quando non c'è nessun altro modo di farlo, e, per nessuna ragione, l'uccidere un qualsiasi animale, può essere considerato uno 'sport'!
"Annetta", però, non racconta solo una storia di amore senza limiti per gli animali: racconta la vita di una persona che vede il mondo non con gli occhi della maggioranza, ma, nel rispetto della vita che la circonda, coi propri, e questo le permette di attribuire valori 'diversi' e più solidi alla vita stessa.
Lo ritengo un inno a una 'sana' diversità, ma, allo stesso tempo, è pure una denuncia della solitudine e dell'incomprensione di cui 'chi non si adegua' al pensare, all'agire, comune, è vittima.

mercoledì 5 maggio 2010

NERO

Il colore dell'edizione 2010 del Comicon.
Non è un colore che mi dispiace, anzi! Il nero su bianco è, per me, il colore, appunto, del fumetto.
Certo, altre combinazioni di tinte mi sono piaciute, vedi il già citato 'Banana Fish', o 'Ferragosto' (by Luca Genovese per la Black Velvet Editrice), ma quella rimane sempre la mia preferita.
Ammetto, però, che il tinta su tinta, a gradazione, o con un paio di colori sofficemente predominanti, mi piacciono, perché funzionano come aggiungere il grigio e/o i retini.
Comunque è sempre l'equilibrio del tutto a essere gradito all'occhio.
Cosa, questa, che trovo di difficile riuscita, quando i colori sono tanti e le sfumature troppe.
Vengono fuori disegni belli come foto, ma il fumetto si appesantisce.
Per come la vedo io, almeno!
Certo, Topolino è a colori! E ne ho letti! Però era un colore 'statico', e l'attenzione si fermava sull'immagine!
Ne ricordo uno in cui il colore, per un difetto di stampa, mancava interamente, nelle storie. Sorpresa in sé a parte, è stato uno dei miei preferiti!
Il colore, messo in un certo modo, dà movimento, e il movimento ha bisogno di uno spazio più ampio, sulla pagina. Questo non sempre è disponibile, e mi ritrovo a preferire l'animazione 'vera'.
Ovviamente questa considerazione non mi impedisce di leggere avidamente 'The Authority'! ;DDD
Ma è l'unica eccezione!
Riguardo un certo tipo di fumetto, almeno, perché, quando le scene sono una successione di piccoli, semplici quadri, il colore, discreto ed essenziale, non stona e non infastidisce, ma anzi, racconta.
Mi viene in mente 'Il gusto del cloro', di Bastien Vivès (Black Velvet Editrice), la cui copia che ho finalmente tra le mani, è impreziosita da un disegno dedicato che è un piccolo regalo per l'anno passato a cercarlo fra librerie e fumetterie!
Trovo poi strano proporre, in particolari occasioni, a colori, storie che sono nate e vivono benissimo in bianco e nero. Ai miei occhi è come se le si snaturasse! Ma tant'è! ;PPP
Resto sempre dell'idea, eccezioni confermate a parte, che nero su bianco è il classico che non stanca: semplice, diretto e essenziale, adatto, per le infinite combinazioni di tratti, a qualsiasi storia.


E la manifestazione in sé?
Beh, dividerla fra Castel Sant'Elmo e la Mostra d'Oltremare ha certamente risolto il problema degli spazi affollati al castello, ma, indubbiamente non è una cosa pratica, coprire, a una certa velocità, una notevole distanza, nonostante i collegamenti efficienti. Implica scelte che potrebbero essere diverse in uno spazio più raccolto. ;)))