sabato 9 luglio 2016

Della radio

Il discorso appena fatto per la telecronaca calcistica, vale, in una certa misura, anche per le trasmissioni radiofoniche.
Trovo mortalmente noiosi i programmi in cui parlano, praticamente fra loro, due o più persone.
Li ritengo la negazione della radio, che è fatta per la musica, il notiziario, il monologo, parlato o letto.
E' questo che coinvolge l'ascoltatore, che lo fa sentire importante, al centro dell'attenzione: il fatto che, chi è dall'altra parte, si sta rivolgendo a lui, proprio solo a lui, anche se sa che ad ascoltarlo sono in mille!
Il coinvolgimento telefonico o tramite social network è esaltazione dell'egocentrismo.
Non fa compagnia se non a se stessi.
E la compagnia da soli, ce la possiamo fare senza coinvolgere gli ascoltatori di una radio.

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