venerdì 30 dicembre 2016

E' la vita.

Ci sono persone famose, appartenenti al mondo dello spettacolo, che, per un motivo o per un altro, segnano epoche della nostra vita, e, se pure non ci si identifica con esse o non ci si riconosce, attraverso di esse, come appartenenti a quel certo movimento che rappresentano o si trovano a rappresentare, è indubbio che, per il solo fatto di crescerci assieme, esse diventano, in una certa misura, parte del nostro vissuto alla stessa maniera come si trovano ad essere immagini di quell'epoca in cui si sono messe in evidenza.
La musica, un certo tipo di musica degli anni '80, è George Michael.
Non ho mai voluto  sposare Simon le Bon, ma George Michael mi è sempre piaciuto.
Mi piacevano le sue meches bionde che tutti imitavano, e ho faticato parecchio ad accettare visivamente la sua trasformazione da giovanotto luminoso ad uomo più fascinoso sì, ma anche più scuro.
Le sue canzoni mi sono sempre piaciute, e alcuni dischi li ho comprati.
Ha influenzato, o contribuito a farlo, in maniera marginale ma profonda, un certo mio modo di essere.
E' stato, in un certo senso, 'parte' anche della mia vita.
In maniera diversa, forse più distaccata, più lontana, lo è stata anche Carrie Fisher, la principessa Leila Organa di Guerre Stellari.
Lo dico sempre: Star Wars l'ho visto quando è uscito, al cinema.
E non posso negare che, per quanto non sia mai stata una fan irriducibile, i personaggi di questa serie di film sono diventati parte del mio mondo immaginario.
Con entrambi, assieme ad altri e in buona compagnia, ci sono cresciuta.
E se lì per lì il fattore età non veniva preso in considerazione, adesso, a distanza di anni, a poche ore dal venire a mancare su questa terra dell'uno e dell'altra, esso prende peso e rivela la sua importanza, la sua vicinanza, e il verificarsi di questi eventi in fine d'anno, mette in evidenza non solo la precarietà della vita, ma il fatto che una parte di ciò che ha costituito la realtà mondana della tua giovinezza è davvero morta per sempre.

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