Parole affilate come lame, immagini senza alcun velo ma descritte da un'angolazione pudica.
Un episodio incentrato sul maschile, un episodio incentrato sul femminile.
Storie lasciate immaginare, storie raccontate esplicitamente.
Un'atmosfera 'steampunk venato d'horror' che più che alle macchine a vapore mi riporta alla memoria Neon Genesis Evangelion, Gundam, Blade Runner e i dichiarati più o meno velatamente Jules Verne e Batman, ma sono tanti altri i richiami a realtà letterarie e cinematografiche patrimonio comune.
Il Victorian Vigilante, lo Spettro di Nebbia, è il supereroe che non viene da un altro pianeta, che non è stato morso dal ragno.
Al posto dei pipistrelli ci sono le falene, ma, soprattutto, ha una identità fisica quotidiana, slegata dal personaggio.
(Mi piacerebbe dire di più sull'argomento, fare precisazioni, ma mi sono sempre vietata di raccontare oltre il necessario.)
Victorian Vigilante mi ha conquistata anni fa, quando ho letto per la prima volta il primo volume, e nella rilettura proseguita col secondo, ho ritrovato quella piacevole sensazione di lettore soddisfatto, di sognatore appagato.
Chissà se quel qualcosa lasciato all'immaginazione verrà, prima o poi, apertamente svelato?
So che qualcosa si sta -o potrebbe starsi- muovendo, ma magari andrà in tutt'altra direzione!
E andrà bene lo stesso.