venerdì 8 febbraio 2013

La storia

Certe volte è il caso, certe altre l'istinto, una volta ogni tanto è la combinazione dei due.
E così l'unica copia in giro su uno dei banchi della FNAC prenatalizia di 'L'ultimo comunista' by Matthias Frings, edito dalla Voland, dopo essere finita sotto i miei occhi, è passata nelle mie mani.
Difficile descrivere in poche parole cosa è stato leggerlo.
Le sensazioni, le emozioni, si vivono.
Raccontarle, per quanto ci si metta passione e buona volontà, le minimizza.
A meno che, a parlare, non sia Matthias Frings.
La sua biografia di Ronald M. Schernikau, che si intreccia con la propria del periodo vissuto in comune e con quella della madre di Schernikau durante l'infanzia dello stesso è un racconto spumeggiante e vitale che cattura e coinvolge.
Storia di vita contemporanea, di un'epoca vissuta, anche se in maniera inconsapevole e diversa, da tutti quelli che possono leggere, adesso, di queste cose.
La Germania degli anni '80 e '90.
Mi rendo conto di scoprirla solo adesso. Consapevolmente, intendo.
Di non essermi mai resa conto di cosa significassero certe cose, al di là della versione ufficiale delle stesse.
E' riduttivo dire che 'L'ultimo comunista' è un bel libro: è qualcosa di molto più profondo e attento.
E' un'analisi dei comportamenti, dei pensieri, delle azioni, della vita -intesa in un contesto storico- di un determinato gruppo di persone.
La chiave per comprendere gli stessi elementi di tutta l'altra gente.
E poi ci sono i protagonisti: Ellen, forse davanti a tutti, che rimpiange di essere passata all'Ovest per un amore che le ha tolto tutto in cambio di niente.
Lo stesso Matthias Frings, che, dalla provincia renana arriva 'nella città del Muro ... al fine di reinventare il teatro' e finisce a vivere Berlino e a scrivere soprattutto non di teatro senza mai rinnegare se stesso.
E, soprattutto, Ronald M. Schernikau: una delle personalità più affascinanti che -anche se solo letterariamente- mi è stato dato di conoscere.
Gli appellativi con cui viene descritto -tutti*- assumono nel suo caso dei significati che vanno al di là del mero vocabolario.
Essere, apparire, nella spensierata freschezza della gioventù, e nello stesso tempo, essere, apparire, nella consapevolezza del proprio io: questo il modo di presentarsi di Schernikau al mondo.
Un mondo forse troppo affannato e distratto per comprendere la positività del suo messaggio:
"Credo che senza speranza non si può lavorare. E non capisco come si riesca a farlo essendo pessimisti.".
 
Ah, sono sue le poesie che, per la prima volta, davvero, mi sono piaciute!
(Si, lo so, ce n'è qualcuna di W. H. Auden, ma è un contesto, fosse pure solo di lettura, diverso.)
 
 
-tutti*- : omosessuale, comunista, poeta, scrittore.

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