lunedì 19 maggio 2014

'Scompartimento N°6'

Sarà il sangue del nonno ferroviere, sarà il vivere dove è nata la prima ferrovia italiana, sarà che i treni mi piacciono e basta... fatto sta che 'Scompartimento N°6' di Rosa Liksom [Iperborea] ha colpito la mia fantasia già dalla copertina: un panorama invernale di alberi tagliato da un treno in corsa, il cui fumo della locomotiva si fonde con la bruma e la neve.
Qui, un vagone della Transiberiana, gli anni '80 del secolo ormai scorso, un operaio edile russo, una studentessa finlandese, la vodka, il tè bollente, la capo-carrozza, la primavera siberiana, la musica nello scompartimento e pochi altri personaggi raccontano una storia che tiene legati dalla prima all'ultima pagina e anche oltre.
Vadim Nicolaevič Ivanov è l'universo maschile, con le sue esigenze, le sue contraddizioni, la sua violenza, la sua tenerezza.
Vadim Nicolaevič Ivanov, che viaggia per lavoro, si presenta, parla, agisce, racconta.
La ragazza è l'universo femminile, con i suoi desideri, la sua riservatezza, la sua comprensione, la sua paura.
La ragazza, che viaggia per diletto, non parla, osserva, ricorda.
I due universi ruotano l'uno attorno all'altro, ma è quello femminile, che, pur nell'uguaglianza risulta predominante: nei racconti del russo così come nei ricordi della finlandese.
Tra i due è scontro di personalità, di azioni, di sentimenti, dal primo momento della convivenza forzata, ma c'è anche, entro certi limiti, una sorta di cedimento da parte dell'uno e di tolleranza da parte dell'altra, che farà sì che, a destinazione, si trovino, si incontrino, prima di separarsi definitivamente.
Il tutto all'interno del vagone che, attraversandola, lascia fluire al suo interno l'immensità siberiana.
'Scompartimento N°6' è un libro senza tempo, perché senza tempo è raccontare il viaggio, la vita.

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