Ben prima di comprare, e leggere, 'Né di Eva né di Adamo', avevo trovato sulle bancarelle Sylvie (testo originale a fronte e traduzione di U. Eco), e Le figlie del fuoco/La Pandora/Aurelia, entrambi della casa editrice Einaudi, di Gerard de Nerval.
Come al solito, nonostante la curiosità, nata sulle pagine e nella rubrica di posta 'dal buio...' di Dampyr (Sergio Bonelli Editore), non avevo letto subito questi racconti.
Erano lì, in attesa del solito 'momento giusto'! ;PPP ;DDD
Amélie Nothomb, non ricordo a quale proposito, in 'Né di Eva né di Adamo', nomina Nerval.
Non è stato tanto il percepire la venuta del fatidico 'momento giusto', che pure si è manifestato, prepotentemente, al termine di 'Né di Eva né di Adamo', quanto la sensazione di familiarità, quel "Ah, si, lui!", (seguito da un soddisfatto "Ce l'ho!") nel leggere questo nome, che mi ha fatto aprire, senza indugio, Le figlie del fuoco (Sylvie è uno dei racconti).
E scoprire, per di più, in esso, vicinanze geografiche, fisiche e mentali, inaspettate! ;DDD
Mi piace ritrovare i libri nei libri! :)))
O scoprirne di nuovi attraverso essi! ;)))
Ho due debiti immensi di questo genere con Napoleone (Sergio Bonelli Editore) per Manuel Vazquez Montalban, e con Generation of love di Matteo B.Bianchi per una serie di autori fra cui Christopher Isherwood.
Ma, tornando a Amélie Nothomb... la settimana scorsa, alla FNAC, un libro (anzi due in uno!) ha attirato la mia attenzione: Chéri e La fine di Chèri (ed. Adelphi), di Colette.
Senza pensarci troppo, l'ho preso.
E l'altro ieri, finalmente, ho cominciato L'entrata di Cristo a Bruxelles, in attesa già da un po'.
Nel primo dei due racconti da cui è costituito, quello che dà, appunto, il titolo al volume, Amélie Nothomb nomina... Colette! :DDD
Ecco, questa è una di quelle 'coincidenze' che mi piacciono particolarmente, che mi divertono, che mi rendono felice! :)))
Magari non leggerò adesso Colette, passerà qualche giorno (e qualche libro), ma la sensazione che c'è un legame tra tutti i libri, e tra i pensieri di chi li scrive e di chi li legge, sarà, una volta di più, presente e forte.
Sempre a proposito di 'L'entrata di Cristo a Bruxelles', devo ammettere che, nonostante Colette e la genialità del racconto omonimo, quello che mi è piaciuto di più è stato l'altro brano: Senza nome.
Titolo ambiguo, questo, applicabile sia al racconto in sé, sia a quel che succede dentro di esso.
Più che mai, quindi, è vietato svelarne la trama! No, no, e assolutamente no!
Sciuperei il piccolo capolavoro che è! ;))) :DDD
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