giovedì 6 aprile 2017

'Riccardin del ciuffo'

Amelie Nothomb - Riccardin del ciuffo - Voland.
 
Amélie Nothomb è Amélie Nothomb.
E una favola raccontata con le sue parole assume le fattezze della realtà: il 'c'era una volta' diventa 'c'è'.
Il tema del bello e del brutto, che, in quanto realtà opposte finiscono per compensarsi a vicenda attraendosi,  è caro alla scrittrice tanto quanto l'amore come sentimento essenziale fra gli esseri umani, ma la favola, nella maggior parte dei casi, si adegua ''alla regola infantile del lieto fine", e, questa volta, Amélie Nothomb decide di far sua questa regola, quindi, se pure ritroviamo, nella descrizione dei fatti e nel parlato dei personaggi, il tono con cui siamo abituati a sentirli essere descritti e parlare, desta quasi sconcerto scoprire un finale, appunto, 'da favola'.
Moderna, sì, ma sempre una favola.
Non è un demerito, questo, è solo una cosa che lascia stupiti.
 
Una considerazione di altro tipo, va fatta però sulla versione italiana del romanzo.
La traduttrice è cambiata e si 'sente', e, forse per la prima volta non per il piacere di poterlo fare, vorrei essere in grado di leggere Amélie Nothomb in lingua originale.
Forse è vero che ci si abitua ad una voce e quando questa cambia non si riconosce più chi parla, ma è anche vero che sono i dettagli, che, se cambiano, pur sottilmente, ti fanno fermare a pensare, ti fanno tornare indietro a rileggere e a chiederti se l'autore avrebbe voluto proprio che tu capissi quello.
Tradurre, cioè riportare in un'altra lingua, qualcosa, non è facile, lo so, ma sostituirsi a chi ha già dato voce a qualcuno è un'operazione complessa, che non può implicare un netto cambiamento da un'opera all'altra. Intendiamoci: non sto formulando un giudizio di competenza, anche perché, non conoscendo il francese non potrei permettermi di farlo, però la differenza fra le due si percepisce: nella parlata troppo 'moderna' di certe espressioni che fino a ieri erano 'fuori dal tempo'; nell'uso della versione italiana di certe parole universalmente accettate nella loro forma straniera piuttosto che di altre; nell'unica frase [avrà un senso aggiungendoci un secondo 'non'?] di tutto ciò che ha scritto Amélie Nothomb che non sono riuscita a capire.
Probabilmente sono problemi di esordio che si risolveranno da soli, e, sinceramente, alla nuova voce italiana di Amélie Nothomb va tutta la mia solidarietà per essersi assunta un compito non facile, e l'incoraggiamento per portarlo a compimento nel migliore dei modi.

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