Da alcuni giorni, mi capita di ascoltare, in giro, da diverse persone, storie veramente poco edificanti sul conto di mariti, nonché padri, che avrebbero fatto meglio a non essere tali.
Non sono storie di tradimenti, sono storie di sopraffazione più o meno grande, più o meno grave, niente di 'criminale', ma tutte ugualmente tristi.
Le voci sono quasi sempre quelle della madre di lei.
Un classico? No. Piuttosto la prova che, chi subisce, magari si sfoga, ma poi fa finta di non vedere, di non sentire.
Certo, prendere posizione implica mantenerla, e ha le sue difficoltà, ma le conseguenze di uno stato di fatto che determina una situazione di sottomissione e soggiogamento psicologico, dove non anche fisico, non sono da sottovalutare.
Ma tant'è: nessuno può costringere qualcun altro a liberarsi da ciò che lo tiene soggetto, se questi non vuole.
O no?
O non sarebbe il caso di farlo?
O, ancora meglio, non sarebbe il caso di fare un po' di prevenzione tramite l'educazione?
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