Eravamo in classe, questo me lo ricordo, la terza media, ho calcolato.
Del resto, dalla posizione del banco, l'ultima fila, doveva per forza essere quella classe lì.
Finestre in alto: hai visto mai potessimo distrarci!
Eppure quella brina solida, il nevischio che qualcuna scambiò per cenere, lo vedemmo.
Lo vedemmo e ci fermammo dal fare quel che stavamo facendo.
Ho fotografie da piccola, sulla neve.
Sulla neve che ogni anno ammanta la punta del Vesuvio.
Ma vederla cadere in città era qualcosa di davvero nuovo.
Poco importa se, all'uscita da scuola, già non c'era più.
L'ho rivista dopo, tanto tempo dopo, durare per ore.
Ho sentito l'aria raffreddata dalla neve.
L'ho presa fra le mani.
E la sensazione di meraviglia è stata sempre quella.
Non era di maggio, anche se d'aprile la incontrammo in autostrada.
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