martedì 19 gennaio 2010

CONTINUITA'

Dopo il lunedì viene il martedì.
E poi il mercoledì, senza badare al superiore avvicendarsi di mesi e anni.
La sequenza base è sempre la stessa: un giorno dopo l'altro. Il nome che diamo loro è una formalità.
E' una constatazione banale, ma ha la sua importanza: sta a indicare che la spirale della vita (e del tempo!) si avvolge su se stessa, procedendo dritta nel suo cammino, incurante delle suddivisioni temporali che ci sono così care.
In omaggio, a conferma, di questa realtà, da un po' di anni, ho preso l'abitudine di iniziare a leggere un libro sul finire dell'anno e finirlo, senza fretta, nell'inizio del successivo.
La scelta è stata sempre più o meno casuale, e il ricordo del libro non è legato al periodo.
Quest'anno ho deciso per Le vie incantate di Parigi, di Jacques Yonnet (fbe edizioni).
Forse perché aspettava da troppo nella colonna dei 'da leggere' e l'atmosfera mi sembrava adatta. :)))
Non è stata una decisione sbagliata! Leggerlo, voglio dire! ;)))
Perché è proprio l'incanto, quello che ti trascina per le strade e i palazzi di una delle città più affascinanti del mondo, facendoti conoscere i personaggi che la abitano e le leggende di cui sono i protagonisti.
Anche in queste pagine ti accorgi che il tempo, pur scorrendo, è relativo, rispetto ai gesti, alle parole, alle situazioni.
E' forse questa la magia di una città.
Quella magia rappresentata, nei segni e nei fatti, da elementi concreti, parte della vita di tutti i giorni dagli albori della loro creazione.
Le pietre parlano.
Per bocca di coloro che le vivono.
A volte usando i suoni della lingua, a volte attraverso i documenti scritti e disegnati.
Una città va capita.
E, per capirla, bisogna studiarla.
Sulle carte e nelle strade. Vivendola accompagnandosi a coloro i quali, le sue strade, le abitano.
E' il modo migliore per dimostrarle il proprio affetto, la propria ammirazione, il proprio amore.
E questi sentimenti vengono ricambiati!
Attraverso scoperte, piccole soddisfazioni, conferme.
E il legame tra i due amanti diviene inscindibile. :)))
E' quello che succede a Jacques Yonnet, ma anche a chi lo segue, nel suo vissuto, pagina dopo pagina.
Quando poi il 'colpo di fulmine' con l'oggetto del desiderio (Parigi!) c'è già stato, è difficile non prendere virtualmente il posto del narratore e non lasciarsi scorrere le sensazioni sulla pelle!
Ed è ancora più difficile non pensare, una volta conclusasi l'avventura letteraria, che, appena sul posto, non ci sarà una mano amica a condurci, a guidarci, per quelle stesse strade, pronte a mostrarci quel che loro stesse ci hanno fatto conoscere, facendo confluire il coro delle testimonianze nelle parole scritte affidate alla penna di Yonnet.

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