Francesco Costa - Dottor Neanderthal . Il colore morto della mezzanotte - Centoautori
'L'eroe è solo.'. Una citazione che si perde nella notte dei tempi. E Leonardo, eroe indiscusso, è solo dalla prima all'ultima pagina.
Si potrebbe aggiungere che, in verità, tutti siamo soli, ma non sono le storie di ognuno di noi ad essere sotto osservazione, è la sua.
Si potrebbe anche precisare che Leonardo, la solitudine, la cerca, ma, invece, come sempre e per tutti accade, è la conseguenza di un non ritrovare se stesso, o almeno quella parte di noi che ci accomuna a tutti coloro che ci circondano, negli altri.
Soli sono Adriano e Bettina, pedine di un gioco di cui sovvertono le regole, pagandone le conseguenze.
Soli sono Stefano e Viola, che propongono un'altra variante alle regole.
Soli sono tutti gli altri protagonisti.
Ma giocano in squadre, dove, però, i giocatori sono bendati, o fingono di esserlo, per spostarsi da uno schieramento all'altro, rimarcando, in questo modo, la loro singolarità di protagonismo.
In questo primo tempo, i colpi di scena e i fondali si susseguono vertiginosamente, ricchi di attori e di particolari, senza lasciare respiro, a volte letteralmente, a chi si trova coinvolto, da protagonista o da lettore, nella vicenda.
Il tono volutamente ironico sottolinea i passaggi dove la realtà è analizzata, accettata e messa da parte. Non per eluderla, ma per sopportarla, trovandocisi dentro senza una particolare volontà di farlo. Senza una particolare volontà di capirne i misteri. Da parte di tutti. Finché, poi, viene il momento, l'opportunità, che stimola la voglia di farlo, e i misteri, piano piano, non sono più tali.
Non tutti, certo, perché l'avventura è destinata a continuare, in quanto il mondo dei Neanderthal, dalle sue origini fino ai nostri giorni, ha molto da rivelarci, da insegnarci e, probabilmente, da farci temere.
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