Lucia Guglielminetti - Zver' - La bestia - self Amazon
L'ottavo capitolo della saga RVH, cioè di Raistan Van Hoeck, il vampiro olandese attualmente Sommo Maestro del Clan dei Diurni, creato letterariamente da Lucia Guglielminetti e vampiro da Shibeen O'Connor, si apre narrando dello Zver', della Bestia, acclamata da coloro che accorrono per vederla combattere nella 'gabbia grande'.
Poche immagini, poche sensazioni, e in questa figura riconosciamo Seamus O'Connor, fratello maggiore di Shibeen, di cui si erano perse le tracce nella precedente avventura [Atropo - La nona eclisse, L. Guglielminetti, self Amazon], da cui sono usciti provati la stessa Shibeen e lo stesso Raistan, pure se quest'ultimo anche con uno scopo per cui vivere: l'adolescente Milos, di cui ha deciso di occuparsi.
La percezione, vaga, ma certa, che Seamus sia ancora vivo, tormenta Shibeen, e Raistan e Faithleann, l'altro fratello sopravvissuto della famiglia O'Connor, si troveranno ad assecondarla nella ricerca di questi.
Ricerca che li porterà nella fredda Russia, a chiedere l'aiuto di Nariman Tjomnyi, creatura letteraria di Laura Costantini, che ha incontrato Raistan nel suo 'Il mercante di incubi' [Dark Abyss Edizioni].
La vicenda viene narrata dividendola in tre parti : 'Seamus e basta', 'Shibeen e gli altri', 'Seamus, Arkadij e gli altri', coronate da un prologo e concluse da un epilogo, che sono funzionali a distinguere le singole situazioni in cui sono coinvolti, si trovano ad agire, in atmosfere algide e surreali ma vivide e tangibili, cupe il giusto, i singoli personaggi.
E' una storia, come tutte le precedenti, che fa provare sentimenti, che coinvolge, che affeziona.
Seamus ruba un po' la scena a Raistan e Nariman gli si affianca, ma, nel complesso, l'equilibrio fra i tre personaggi esiste, perché ognuno ha il suo spazio e sta al suo posto.
Shibeen, nonostante la fragilità manifestata, o forse a maggior ragione, si delinea nettamente come figura dominante del gruppo, cardine attorno al quale ruotano gli altri.
Anche questa volta, i temi trattati sono forti e i pericoli reali per gli stessi vampiri, che come ogni altro personaggio, saranno chiamati a confrontarsi con se stessi e a prendere decisioni non di poco conto.
La lettura è gradevole e avvincente, come sempre, e si percepisce la fluidità data dagli anni di frequentazione dell'universo RVH da parte dell'autrice.
Questo fa sì che l'inserimento di un personaggio estraneo, perché appartenente di fatto ad un altro universo narrativo, risulti responsabilmente semplice ed organico, anche se poi si può, e si deve, tener presente che figure narrative di un certo livello hanno, in pratica, una vita propria innegabile e constatabile, e diventano ospiti sì nelle storie altrui, ma anche, a volte nelle loro stesse.
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