domenica 17 maggio 2009

ESTATE

La prima zanzara nostrana presa per le alucce e buttata fuori dal balcone, decine di metri quadrati di pelle bianchiccia e -la maggior parte- tremula e molliccia, esposti per strada, un caldo afoso, incappucciato di nuvole, che non ti lascia respirare, o, in alternativa, i raggi cocenti del sole, pronti ad ustionare ogni centimetro scoperto che riescono a raggiungere...
Ma siamo appena a metà maggio! Chi ci resiste, così, fino a ottobre?
I pensieri cominciano già a squagliarsi!
Non a fondersi come il ghiaccio. Quello sarebbe solo un cambiamento fisico dello stato della materia, una cosa rimediabile, variando temperatura e/o pressione.
E' invece possibile riuscire a riportare sul cono un gelato che è colato a spiaccicarsi a terra?
No, appunto.
Però i pensieri, a differenza del gelato hanno la vantaggiosa caratteristica di essere legati, con fili invisibili e sottili, al cervello. E allora, con tanta pazienza e un soffio d'aria fresca, si riesce a districarli dalla melma appiccicosa dove, col caldo, s'impantanano.
Nelle stazioni tira sempre vento.
E, con una musica struggentemente autunnale nelle orecchie [Brett Anderson, Wilderness], penna e carta riprendono subito confidenza fra loro.
Sarà pure che il luogo in sé è, per me, fonte inesauribile di ispirazione, o, quantomeno, di considerazioni, ma, se sono a corto di idee un giro in stazione (e in treno) è la cosa migliore per ritrovarle.
Se poi se ne aggiungono altre... tanto meglio! ;)))



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