Devo aver saputo di questa mostra su 'Il Maestro della Natura' l'ultima volta che sono stata a Roma, agli inizi di marzo, e, piacendomi il genere, la cosa mi aveva incuriosito, ma, non essendo ancora disponibile in quei giorni, mi sarò detta: 'Poi ci vengo!'.
Fra una cosa e l'altra si è fatto maggio, e della mostra mi ero completamente dimenticata.
Però, intanto, avevo un biglietto del treno (anzi due: A-R) inutilizzato e in scadenza, e, cercando un pretesto per non perderlo, qualcosa che potesse interessarmi, mi è tornata davanti agli occhi l'indicazione della mostra.
Non ci ho pensato che per pochi minuti, giusto il tempo di organizzare le cose, e mercoledì, alle 11, ero davanti alla biglietteria!
Credo sia stata una delle più belle mostre che abbia visitato.
Al di là della bellezza e del valore delle opere, essendo, ognuna di esse, un piccolo (per le dimensioni!) capolavoro, mi ha colpito la mostra stessa, organizzata e curata con la stessa attenzione che l'Autore ha riservato al suo lavoro.
Un'area per ciascuna serie di soggetti: dai fiori agli animali, ai paesaggi, all'uomo nel suo paesaggio.
Un percorso 'naturalmente' facile da seguire (e ben indicato all'ingresso), con le immagini a vista, protette in quadri singoli, le luci schermate da pannelli, per minimizzare i riflessi sul vetro e dare la possibilità di cogliere, da vicino, i dettagli.
Dal giardino all'ingresso, all'area finale, che raccoglie la sezione dedicata alle prime fotografie di quei luoghi e la riproduzione dell'interpretazione vangoghiana di due opere di Hiroshige, passando per il documentario che descrive il procedimento a stampa di questi ukiyo-e (immagini del mondo fluttuante), la tiepida penombra e la musica dei suoni dell'acqua, delle piante e degli animali, costituiscono l'oasi entro cui perdersi ammirando i soggetti ritratti da Hiroshige.
Un paradiso per gli occhi e per l'anima.
Mi è piaciuta anche l'attenzione rivolta ai bambini (e a quelli che si sentono tali nell'ammirare certe meraviglie), per i quali, il percorso offre momenti di immedesimazione pratica nel mondo giapponese: dalla timbratura del 'Diario di viaggio', come usa in Giappone, alla pratica, sulle lavagnette ad acqua, della scrittura coi caratteri kanji.
Però, intanto, avevo un biglietto del treno (anzi due: A-R) inutilizzato e in scadenza, e, cercando un pretesto per non perderlo, qualcosa che potesse interessarmi, mi è tornata davanti agli occhi l'indicazione della mostra.
Non ci ho pensato che per pochi minuti, giusto il tempo di organizzare le cose, e mercoledì, alle 11, ero davanti alla biglietteria!
Credo sia stata una delle più belle mostre che abbia visitato.
Al di là della bellezza e del valore delle opere, essendo, ognuna di esse, un piccolo (per le dimensioni!) capolavoro, mi ha colpito la mostra stessa, organizzata e curata con la stessa attenzione che l'Autore ha riservato al suo lavoro.
Un'area per ciascuna serie di soggetti: dai fiori agli animali, ai paesaggi, all'uomo nel suo paesaggio.
Un percorso 'naturalmente' facile da seguire (e ben indicato all'ingresso), con le immagini a vista, protette in quadri singoli, le luci schermate da pannelli, per minimizzare i riflessi sul vetro e dare la possibilità di cogliere, da vicino, i dettagli.
Dal giardino all'ingresso, all'area finale, che raccoglie la sezione dedicata alle prime fotografie di quei luoghi e la riproduzione dell'interpretazione vangoghiana di due opere di Hiroshige, passando per il documentario che descrive il procedimento a stampa di questi ukiyo-e (immagini del mondo fluttuante), la tiepida penombra e la musica dei suoni dell'acqua, delle piante e degli animali, costituiscono l'oasi entro cui perdersi ammirando i soggetti ritratti da Hiroshige.
Un paradiso per gli occhi e per l'anima.
Mi è piaciuta anche l'attenzione rivolta ai bambini (e a quelli che si sentono tali nell'ammirare certe meraviglie), per i quali, il percorso offre momenti di immedesimazione pratica nel mondo giapponese: dalla timbratura del 'Diario di viaggio', come usa in Giappone, alla pratica, sulle lavagnette ad acqua, della scrittura coi caratteri kanji.
In definitiva, un'esperienza, della durata di due ore e più, di rilassata e piacevole stimolazione dei sensi.
Olfatto compreso!
Per via del debole profumo emanato dal giardino unito a quello della carta, e, probabilmente del legno fresco della struttura espositiva di supporto.
Il gusto lo si percepiva col cuore.
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